Venerdì 06 gennaio 2023

Epifania del Signore

Per introdurci

  • Dove si manifesta il Signore?

Questa domanda è stata centrale fin dal tempo dei profeti, ma direi che, da sempre, l’uomo si chiede dove si manifesti Dio, quali siano i segni del divino presenti nel tempo, nella storia, nel mondo. Tutti gli uomini, da che mondo è mondo, si sono interrogati su questo mistero. Anche noi ci interroghiamo a questo proposito sia in senso positivo, e cioè andando a cercare quali possano essere i modi con cui Dio si rende presente nella storia, sia in senso negativo, e cioè domandandoci come sia possibile che Dio si manifesti a noi quando i segni che abbiamo dal mondo, sono tutti fortemente negativi o preoccupanti. Sono in molti a chiedersi infatti: in un mondo egoista, diviso, in guerra, Dio può ancora manifestarsi? In un mondo che non ha fede, in un mondo che non segue l’insegnamento di Dio, può Egli ancora donare segno della sua presenza e del suo amore? Il Vangelo di oggi è risposta a questo interrogativo in vari modi che ci riportano, però, a quella intensa proposta di preghiera che stiamo curando in questo anno. I Magi, con il loro modo di essere, con la loro vita, sono risposta a questo interrogativo del cuore.

La Parola di Dio 

LETTURA Is 60, 1-6
Lettura del profeta Isaia

In quei giorni. Isaia disse: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore».

SALMO Sal 71 (72)

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R

Nei suoi giorni fiorisca il giust
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R

EPISTOLA Tt 2, 11 – 3, 2
Lettera di san Paolo apostolo a Tito

Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi! Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.

VANGELO Mt 2, 1-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

I Magi, preghiera personale e comunitaria

Partiamo dal Vangelo e dal principale soggetto di questa pagina: i Magi. Unica pagina del Vangelo in cui tornano questi personaggi un po’ misteriosi, tanto che noi li qualifichiamo come sapienti, come re, come uomini illustri del loro tempo, come magnati della loro epoca in grado di spendere un quantitativo di soldi spropositato per questa ricerca di Dio. I Magi sono i primi testimoni del fatto che la ricerca del volto di Dio non possa avvenire se non in un contesto di preghiera. I Magi non sono solo ricercatori, uomini che scrutano gli astri, uomini in qualche modo di “scienza”, ma anche uomini di fede, che sanno approfondire il senso delle scritture, che sanno farsi aiutare da chi custodisce queste scritture. Uomini che mettono certamente Dio al primo posto nelle loro vite, per cui ha senso muoversi, spostarsi, impiegare i propri beni, aprirsi alla solidarietà offrendo quanto si è capaci di offrire. I Magi sono tra i testimoni che la ricerca di Dio avviene solo nella calma, nella preghiera, nella cura della propria interiorità, nell’ascolto fiducioso, nella ricerca. Dunque ciò che Dio rivela di sé stesso, ci dicono i Magi, può essere inteso dall’uomo, ma solo a condizione che nella propria vita ci sia questo silenzio, questa capacità di dialogo, questa attenzione a ciò che riguarda il mondo della preghiera.

I Magi e la comunione

Non solo. I Magi ci dicono anche che la ricerca di Dio non può avvenire in modo solitario, ma deve necessariamente coinvolgere gli altri. Lo dicono con il loro essere tre persone che cercano insieme il volto di Dio. L’una illumina l’altra, i risultati del percorso dell’una, sostengono quelli dell’altra. Non solo questo. I Magi coinvolgono molte altre persone in questa loro ricerca. Pensiamo al loro arrivo a Gerusalemme, al loro domandare agli studiosi del tempio, al loro porre attenzione alla Scrittura che non conoscevano e che non apparteneva alle loro istituzioni religiose. I Magi sanno ascoltare ciò che altri dicono, ciò che altri pensano, in un vero atteggiamento di accoglienza del percorso di fede che Dio sa proporre in modo diversi ma tutti uniti dal desiderio di conoscerlo.
Preghiera personale, ricerca personale e preghiera comunitaria, ricerca del volto di Dio comunitaria. I Magi ci dicono, anzitutto, questa verità, si fanno portatori di questo messaggio che direttamente interpella noi. Mentre ci avviciniamo alla metà dell’anno pastorale, abbiamo bisogno di capire che la manifestazione del volto di Dio nella nostra vita, avviene attraverso una duplice forma di preghiera: personale e comunitaria. Al termine delle feste natalizie e mentre riprendiamo le attività più ordinarie della nostra vita, del nostro anno, noi veniamo educati a continuare a cercare Dio nella nostra preghiera personale e comunitaria. È questo il primo e più importante luogo dove Dio si rivela.

I Magi e il pellegrinaggio

Non possiamo tuttavia scordare che l’itinerario interiore dei Magi ci svela anche un’altra forma di preghiera: quella del pellegrinaggio. Non sappiamo bene da dove partirono, ma è certo che la loro patria fosse la Persia, ovvero l’oriente. Sappiamo che il loro viaggio fu una sorta di pellegrinaggio. Tempo, silenzio, viaggi tutti dedicati alla grande domanda che i magi avevano nel cuore. Il pellegrinaggio come forma di preghiera è un’istituzione antichissima. I magi hanno partecipato a questa istituzione e hanno fatto di questo viaggio una loro preghiera personale. Pellegrinaggio che non è solo lo spostamento fisico da una terra all’altra, ma è anzitutto interiore. Il primo vero pellegrinaggio dei magi è quello dalla mente al cuore, al corpo. Essi hanno covato un grande desiderio: questo desiderio è diventato studio; questo studio è diventato partenza e viaggio attraverso le terre. La fede, la preghiera, sono questo: un viaggio che nasce dal cuore e che permette, poi, altri viaggi, interiori, per mettere ordine dentro di sé, ed anche esteriori, ovvero generano un mettersi in cammino pellegrinante per rinnovare e rendere più forte la propria fede.

I Magi e l’adorazione

Non possiamo poi scordare ciò che il Vangelo ci dice a proposito del loro arrivo a Betlemme. I Magi hanno adorato, ovvero si sono messi in un atteggiamento di prostrazione davanti al Signore che ha generato quella adorazione di Gesù, di Maria, di Giuseppe che è il termine della loro azione di preghiera. L’adorazione è un po’ l’ultimo gradino, il punto di arrivo della loro azione di preghiera, il punto più alto, il vertice, il punto di arrivo di tutto il loro percorso interiore. I Magi ci ricordano così che ogni adorazione nasce solamente dove c’è il desiderio di incontrare Dio. Desiderio che nasce nel cuore delle persone umili e attente, dove c’è un pellegrinaggio interiore, dove c’è il desiderio di stare con Dio. L’itinerario di preghiera che stiamo cerando di curare quest’anno, parte proprio da qui e ci dice proprio questo: noi siamo fatti per adorare il volto di Dio! Questo è il senso dell’eternità, è il senso del morire in Cristo, è il senso del desiderare il suo volto come ultimo oggetto della nostra contemplazione. Potremmo chiederci come è stata la nostra preghiera anche in questi giorni, se è stata solo una preghiera formale e dettata dalle celebrazioni che abbiamo vissuto o motivata dal desiderio di adorare il Signore nato tra noi.

I Magi e i doni

La preghiera dei magi è anche simboleggiata dai loro doni. Essi ci testimoniano che la preghiera diventa, in qualche modo, anche rinuncia alle cose: l’oro. Oro della condivisione, oro dell’offerta, oro del mettere in comune le cose perché si moltiplichino.

Incenso della preghiera, intesa propriamente nel senso di orazione, preghiera verbale che si esprime davanti a Dio e che si eleva al suo nome e alla sua misericordia.

Mirra, ovvero attesa della morte, luogo privilegiato dell’incontro ultimo, vero, definitivo con il mistero di Dio. La preghiera dei magi è fatta di tutto questo e aiuta noi tutti a comprendere che le coordinate della nostra preghiera devono essere queste.

I Magi e il pericolo di una vita senza preghiera

Il Vangelo di oggi ci mette però anche di fronte al rischio, al pericolo di una vita senza preghiera, di una vita senza Dio. Ce lo ha detto con particolare cura sempre il testo del Vangelo. La figura dei sapienti è la figura di uomini che sanno tutto, comprendono tutto, ma, non avendo nessun desiderio nel cuore, non si lasciano coinvolgere nella ricerca. Anche noi vediamo molto bene questo pericolo nel nostro mondo, nella nostra società, nella nostra chiesa. Abbiamo persone certamente istruite, certamente di cultura religiosa ma, poiché non hanno desiderio nel cuore, non vivono la fede. Il che ci aiuta a comprendere che la preghiera nasce solo dove c’è desiderio che nasca. Dove questo desiderio manca, non può esserci nulla del genere. Dove non c’è desiderio di Dio, Dio non può parlare o rivelare di sé. Solo un cuore che lo attende può comprendere i segni che egli dona perché si accenda nel cuore il viaggio interiore della fede.

Il nostro cammino alla luce di questa Parola

Siamo quasi alla fine di questo tempo natalizio che si concluderà con la seconda manifestazione del Signore, quella che celebreremo domenica nella festa del Battesimo del Signore. Credo che anche a noi possa essere posta la domanda: dove si manifesta il Signore per te?

Veniamo da un tempo lungo, che, a partire dall’avvento, abbiamo cercato di dedicare alle diverse forme di preghiera e a diversi richiami per la nostra spiritualità. Credo che oggi occorra tirare un poco le fila di tutto questo itinerario, per ricordarci che senza preghiera possiamo vivere una vita normale, piena di cose, ma senza Dio!

È a noi che viene detto che senza desiderio di Dio non si vive nessuna manifestazione della sua presenza. È a noi che viene detto che senza un pellegrinaggio interiore, non si vede nessun segno della presenza di Dio.

È a noi che viene detto che senza un coinvolgimento della nostra persona in questi itinerari di fede, non si approda da nessuna parte. È a noi che viene detto che, senza questa adorazione del suo volto, non si approda da nessuna parte.

I Magi, con il loro stile di vita e con la loro intensissima spiritualità, ci stanno dicendo questa grande verità. Ricordandoci che senza cura per la vita interiore, si rimane poveri.

Dirigiamoci, quindi, al compimento di queste feste natalizie sorretti da questa verità e costantemente richiamati a questa illuminazione interiore. Compiremo anche noi quel pellegrinaggio che serve all’anima per tornare a Dio.

2023-02-03T17:44:34+01:00