Lunedì 14 dicembre

Settimana della 5 domenica di Avvento – Lunedì

Iniziamo questa quinta settimana di Avvento: seguiremo per i primi tre giorni il lezionario previsto da questa settimana, poi da giovedì inizieremo le ferie prenatalizie che hanno un loro lezionario particolare. Come abbiamo detto ieri cerchiamo di riflettere su una particolare forma di sapienza: la sapienza di chi “precorre i tempi”.

Vangelo

Mt 21, 33-46
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

C’è una sapienza del contadino che sa precorrere i tempi. In effetti la sapienza del contadino è proprio questa: la sapienza di chi semina ad un tempo e poi continua ad aspettare. Aspetta che il terreno dia i suoi frutti, attende il tempo del raccolto, pregusta, precorrendo il tempo, il frutto di ciò che con il suo lavoro ha prodotto. È la sapienza di chi gusta già il sapore del vino quando pianta una vigna, sapendo bene che occorrerà molto tempo prima che la vigna possa dare il suo frutto. Questa sapienza è l’opposto di quella degli agricoltori. Essi vorrebbero precorrere i tempi, vorrebbero tutto subito; uccidono, infatti, i messaggeri del padrone e persino suo figlio per impossessarsi del podere.

Questa sapienza è quella che appartiene anche a Dio. La parabola, infatti, è una riflessione sul tempo e sulla storia della salvezza. Dio che, da sempre, pensa alla salvezza dell’uomo, Dio che manda i profeti per “precorrere i tempi” e preparare la strada al Figlio amato, Dio che manda, infine, il Figlio Unigenito, si scontra con il rifiuto degli uomini che non accolgono il segno del suo amore e della sua bontà. Anche Dio “precorre i tempi”. Egli edifica sulla pietra che viene rigettata. La sapienza di Dio è proprio questa: costruire su Gesù che viene rifiutato e che viene messo a morte la salvezza di tutta l’umanità.

La sapienza di Dio precorre sempre i tempi. La pietra scartata dai costruttori, che diventa pietra angolare, sarà anche il riferimento del giorno dell’ultimo giudizio: il giudizio universale che attendiamo e del quale, in questo Avvento, abbiamo fatto larga memoria.

Geremia

24, 1-7
Lettura del profeta Geremia

In quei giorni. Il Signore mi mostrò due canestri di fichi posti davanti al tempio del Signore, dopo che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, i capi di Giuda, gli artigiani e i fabbri e li aveva condotti a Babilonia. Un canestro era pieno di fichi molto buoni, come i fichi primaticci, mentre l’altro canestro era pieno di fichi cattivi, così cattivi che non si potevano mangiare. Il Signore mi disse: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Dei fichi; i fichi buoni sono molto buoni, quelli cattivi sono molto cattivi, tanto che non si possono mangiare». Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Come si trattano con riguardo i fichi buoni, così io tratterò i deportati di Giuda che ho mandato da questo luogo nel paese dei Caldei. Poserò lo sguardo su di loro per il loro bene; li ricondurrò in questo paese, li edificherò e non li abbatterò, li pianterò e non li sradicherò mai più. Darò loro un cuore per conoscermi, perché io sono il Signore; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, se torneranno a me con tutto il cuore».

Anche il profeta Geremia ci aiutava a comprendere questa sapienza che precorre i tempi. In pieno tempo di deportazione, quando tutto sembra andare di male in peggio, il profeta vede un segno di speranza e parla di un ritorno in patria. Mentre tutto va male, egli precorre i tempi e ci parla di un ritorno a casa che infonde speranza grande in tutto l’Israele di Dio. Il profeta, da sempre, fa questo: scruta i segni dei tempi e “vede prima” degli altri ciò che accadrà. È il dono di Dio riservato al profeta: il dono di chi precorre i tempi per preparare il cuore degli uomini all’incontro con Dio.

Zaccaria

Zc 11, 4-13
Lettura del profeta Zaccaria

In quei giorni. Zaccaria disse: «Così parla il Signore, mio Dio: “Pascola quelle pecore da macello che i compratori sgozzano impunemente e di cui i venditori dicono: ‘Sia benedetto il Signore, mi sono arricchito’, e i loro pastori non ne hanno pietà. Neppure io perdonerò agli abitanti del paese. Oracolo del Signore. Ecco, io abbandonerò gli uomini ognuno in balìa del suo vicino e del suo re, perché devastino il paese, e non mi curerò di liberarli dalle loro mani”. Io dunque mi misi a pascolare le pecore da macello per conto dei mercanti di pecore. Presi due bastoni: uno lo chiamai Benevolenza e l’altro Unione, e condussi al pascolo le pecore. Nel volgere di un solo mese eliminai tre pastori. Ma io mi irritai contro di esse, perché anch’esse mi detestavano. Perciò io dissi: “Non sarò più il vostro pastore. Chi vuole morire muoia, chi vuole perire perisca, quelle che rimangono si divorino pure fra loro!”. Presi il bastone chiamato Benevolenza e lo spezzai: ruppi così l’alleanza da me stabilita con tutti i popoli. Lo ruppi in quel medesimo giorno; i mercanti di pecore che mi osservavano, riconobbero che quello era l’ordine del Signore. Poi dissi loro: “Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare”. Essi allora pesarono trenta sicli d’argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: “Porta al fonditore questa grandiosa somma, con cui sono stato da loro valutato!”. Io presi i trenta sicli d’argento e li portai al fonditore della casa del Signore».

Ancora più forte l’immagine del profeta Zaccaria. Come abbiamo sentito egli viene valutato per il suo lavoro “30 scicli di argento”. È l’immagine che precorre il tempo, infatti, come tutti capiamo senza troppo bisogno di spiegazioni, essa rimanda al Signore Gesù. Anche Giuda sarà pagato 30 scicli d’argento per consegnare il Signore e anche Giuda, dopo aver realizzato la gravità del suo gesto, getterà questo prezzo nel tesoro del tempio. Come vediamo la Scrittura del Primo Testamento prepara e sostiene la comprensione del Nuovo Testamento e della vicenda del Signore Gesù.

La sapienza ci invita a:

  • comprendere il valore dei segni che vengono dati anche alla nostra vita, perché anche noi impariamo ad intravedere ciò che accadrà;
  • rileggere la Scrittura pensando a Cristo, termine ultimo di ogni testo biblico;
  • cercare, in ogni tempo, segni di speranza.

Provocazioni di sapienza

  • Quali segni di speranza vedo nel mio tempo?
  • Quali segni mi aiutano a rileggere la mia vita?
  • In questo Avvento sto comprendendo che tutto porta effettivamente a Cristo?

Preghiera alla Sapienza

Signore, sapienza eterna e increata, guida i miei passi perché io possa trovare in Te il fine di ogni mia azione e di ogni mio desiderio. Tu che vegli sul cammino degli uomini guidami all’incontro con Te, sapienza di ogni tempo.

2020-12-11T22:28:31+01:00