Venerdì 15 gennaio

Settimana della prima domenica dopo l’Epifania – Venerdì

Siracide

Sir 44, 1. 19-21
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Abramo fu grande padre di una moltitudine di nazioni, nessuno fu trovato simile a lui nella gloria. Egli custodì la legge dell’Altissimo, con lui entrò in alleanza. Stabilì l’alleanza nella propria carne e nella prova fu trovato degno di fede. Per questo Dio gli promise con giuramento di benedire le nazioni nella sua discendenza, di moltiplicarlo come la polvere della terra, di innalzare la sua discendenza come gli astri e di dar loro un’eredità da mare a mare e dal fiume fino all’estremità della terra.

Dopo l’introduzione di ieri sugli “uomini illustri”, ecco che il Siracide incomincia la sua carrellata di personaggi che sono da ricordare per la loro fede. Ovvio il principio: Abramo, il padre nella fede, il padre di popoli, il fondatore della comunità dei credenti.

Egli custodì la legge dell’Altissimo”, diceva il brano, ricordando a ciascuno di noi il motivo per cui egli fu scelto per essere padre di popoli: egli fu in grado di custodire quella parola di Dio che gli era stata rivelata.

Stabilì un’alleanza nella propria carne”, proseguiva poi il sapiente, ricordando che il segno della circoncisione venne dato ad Abramo che lo trasmise poi ai suoi figli e, attraverso di loro, al popolo di Israele. Un segno per ricordare un’appartenenza. Un popolo che non nasce per volontà degli uomini ma per volontà di Dio. La sapienza di Abramo è questa: trasferire al popolo che nasce da Lui ciò che lui ha sperimentato nel suo rapporto di alleanza con Dio.

Per questo Dio gli promise…”. Come tutti ricordiamo la promessa di divenire nazione numerosa, la promessa di essere popolo è il cuore dell’esperienza di fede di Abramo. Quella discendenza “numerosa come le stelle del cielo o come la sabbia sulla riva del mare”, sono davvero i discendenti di Abramo, il popolo che Dio si sceglie come alleato nella storia, per condurre avanti ogni cosa secondo il suo cuore.

Ecco che cosa ha reso grande Abramo: l’aver ascoltato la voce di Dio, l’essere entrato in alleanza con Lui, l’aver trasferito l’alleanza ai suoi discendenti, ad un popolo numeroso, secondo la promessa ricevuta da Dio. Il Siracide coglie dalla storia della Genesi questi particolari che diventano, per lui, fonte di ringraziamento e di lode a Dio.

Vangelo

Mc 2, 13-14. 23-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù uscì lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Anche il Vangelo ci porta a pensare al contesto di fede in cui alcuni uomini hanno vissuto. Anzitutto Matteo, chiamato dal banco delle imposte per seguire il Signore. Anche lui è erede di quella promessa fatta ad Abramo, anche lui è figlio di quell’azione di misericordia che Dio aveva già manifestato ad Abramo e alla sua discendenza.

Il medesimo contesto di fede è quello che raccoglie tutti i discepoli del Signore, che vivono una storia di alleanza unica con Gesù. Il fatto che non rispettino alcune norme sul Sabato non è indice di mancanza di fede, ma, piuttosto, della libertà che essi hanno trovato in Cristo. Libertà che diventa, per tutti loro, occasione di crescita spirituale e di continuo affidamento a Dio.

Fede che cresce in ciascun uomo che accoglie la proposta di Gesù. “Il Sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il Sabato!”. Con queste parole Gesù ricorda che le pratiche e le norme della fede sono certamente necessarie per guidare un cammino e, tuttavia, non bisogna mai essere schiavi di queste norme e regole. Si perde, altrimenti, quella libertà nella quale il cammino si esprime e grazie alla quale un cammino di fede si rinnova costantemente.

Per noi:

  • Quale esperienza di fede sto custodendo?
  • Quale promessa di fede sento rivolta alla mia persona?

Sia il Siracide che il Vangelo ci stanno dicendo che anche la nostra persona è oggetto di questa benevolenza di Dio che attira tutti a sé e che entra in alleanza con chi si apre alla rivelazione del suo mistero. Il Signore sta dicendo a ciascuno di noi che tutti siamo stati creati per entrare in alleanza con Lui. Tutti abbiamo ricevuto il dono dello Spirito per condurre un cammino che possa guidarci alla sempre più profonda conoscenza di Dio. Tutti siamo chiamati a sperimentare quell’alleanza che diventa portatrice di beni spirituali nei quali, poi, si gioca il cammino di fede di ciascuno di noi. A condizione, però, di essere uomini e donne dello Spirito che desiderano tutto questo e che si fidano di Dio, come Abramo.

  • E noi, ci fidiamo di Dio?
2021-01-13T10:19:30+01:00