Lunedì 17 aprile

Settimana della 2 domenica di Pasqua- lunedì 

La spiritualità di questo giorno

La preghiera costante.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

SALMO Sal 26 (27)

Il tuo volto, Signore, io cerco.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. R

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto. R

VANGELO Gv 1, 35-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Giovanni stava là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo sul Signore Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Atti

Forse rileggere le Scritture di questo giorno ci porta ad una domanda: perché rileggere queste cose? Tutto sommato, poi, queste Scritture non sembrano avere un significato spirituale così profondo: sembrano quasi dettagli storici, nomi che vengono ripetuti. Tra l’altro con una certa insistenza nella liturgia ambrosiana.

C’è invece un significato spirituale importantissimo per noi, io credo. Continuare a leggere, in questi giorni di Pasqua, che gli apostoli non abbandonarono il cenacolo, sapere che essi continuarono a “dimorare” nel luogo che Gesù aveva scelto per la sua ultima Pasqua, ricorda a noi la necessità di perseverare nella costanza della preghiera. Se i discepoli, nei giorni della risurrezione, avvertirono il bisogno di rimanere fedeli ad un luogo per continuare a riflettere sulla passione, morte e risurrezione del Signore; se, soprattutto, vollero continuare a celebrare l’Eucarestia nel luogo fisico dove era stata celebrata per la prima volta, è perché compresero che quel segno sacro – l’Eucarestia – e più in generale la preghiera, erano assolutamente necessari alla loro vita di fede, alla loro esperienza di apostoli.

Vangelo

Come, del resto, anche il Vangelo. Noi non leggiamo questa pagina solo perché all’inizio di ogni tempo liturgico rileggiamo una chiamata dei discepoli. Credo che questa collocazione del Vangelo di Giovanni in questo tempo pasquale, ci dica che i discepoli si ricordarono sempre della preghiera che aveva sostenuto l’origine della loro vocazione. Andare a vedere dove dimora il Signore, non fu, per loro, occasione di vedere la sua casa, il luogo che aveva eletto per sua dimora. Piuttosto significò lo stare con lui, il condividere la vita, l’esperienza che il Signore aveva preparato per loro. Alla base di questa condivisione c’è proprio la preghiera. Quella preghiera che il Signore faceva, in modo del tutto singolare, all’inizio di ogni giornata e alla fine di essa, soprattutto in luoghi desertici, in luoghi solitari, in luoghi dove lo Spirito poteva parlare loro con la forza e con l’abbondanza tipica solo di Dio.

Il nostro cammino di fede

Credo che questo modo di procedere indichi a noi l’importanza della preghiera perseverante.

Potrebbe essere che non avvertiamo questo richiamo, potrebbe sembrarci che abbiamo fatto di questo richiamo il cuore della nostra Quaresima: perché continuare? La risposta viene proprio da queste Scritture. Se tu credi davvero che il mistero della Pasqua è il cuore, il centro della tua fede, tu comprenderai subito che questo mistero è impossibile da spiegare. Occorre contemplarlo, occorre approfondirlo, occorre cercare di illuminarlo da ogni punto di vista. Ecco perché è necessaria la preghiera costante, perseverante, intensa.

Ancora credo che queste raccomandazioni ci dicono che per risolvere l’obiezione ad una preghiera perseverante, occorra una comunità: gli apostoli sono rimasti nel cenacolo, luogo della loro ultima Pasqua con il Signore, insieme. Hanno pregato non da soli, ma insieme. Con loro c’era anche la Vergine Maria, interprete unico di quella preghiera del cenacolo. Così la Scrittura ci dice che dobbiamo lasciarci aiutare da una comunità per imparare a pregare con insistenza, con forza, con perseveranza. Il nostro spirito, da solo, è troppo debole per vivere una preghiera perseverante come vuole e come chiede il Signore.

Infine mi pare che queste Scritture ci dicano che la preghiera perseverante nasce solo dove si fa autentica esperienza di Cristo. Il che rimanda ciascuno di noi all’essenzialità del Vangelo, parola che deve rimanere al centro della nostra attenzione quotidiana, e all’Eucarestia, che è il medesimo Cristo ma vivente, che entra in noi grazie alle specie eucaristiche per trasformare, pian piano, il nostro cuore e renderlo capace di amare come il suo.

Intenzioni di preghiera

Oggi, allora, chiediamo al Signore la grazia di una preghiera perseverante, di una preghiera che non si stanchi mai di esistere, di una preghiera che non cessi mai di offrire a noi la sua forza e il suo sostegno.

Chiediamo questa grazia per intercessione della Beata Vergine Maria, che era là, nel cenacolo, Madre dei discepoli, punto di riferimento delle loro vite, interprete unico della preghiera del Signore.

Impegniamoci per continuare questa preghiera perseverante che sostiene i nostri cammini: solo così potremo essere attenti al Mistero che si rende presente nella nostra Chiesa per la nostra salvezza.

2023-04-13T15:12:41+02:00