Martedì 19 gennaio

Settimana della seconda dopo l’Epifania – Martedì

Siracide

Sir 44, 1; 46, 1-6d
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Valoroso in guerra fu Giosuè, figlio di Nun, successore di Mosè nell’ufficio profetico; secondo il suo nome, egli fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, compiendo la vendetta contro i nemici insorti, per assegnare l’eredità a Israele. Com’era glorioso quando alzava le sue braccia e brandiva la spada contro le città! Chi prima di lui era stato così saldo? Egli guidava le guerre del Signore. Al suo comando non si arrestò forse il sole e un giorno divenne lungo come due? Egli invocò l’Altissimo, il Sovrano, mentre i nemici lo premevano da ogni parte; lo esaudì il Signore grande con una grandinata di pietre poderose. Egli piombò sulla nazione nemica e nella discesa distrusse gli avversari, perché le nazioni conoscessero tutte le sue armi e che la loro guerra era contro il Signore.

Dopo la festa solenne di ieri, torniamo al percorso che il Siracide ci sta facendo fare. Ricordo che siamo in quella sezione che è chiamata “l’elogio degli uomini illustri”, cioè dei grandi secondo la fede in Israele. Rimaniamo forse stupiti dalle parole usate per Giosuè che, fondamentalmente, è un guerriero. Abbiamo sentito delle sue battaglie, delle sue lotte, del suo essere il terrore dei nemici e, forse, ci domandiamo: che sapienza c’è in questo esempio? Non è forse la lettura tutta un’esaltazione di violenza? Certo veniva ricordato anche il prodigio del sole che, per comando di Giosuè si fermò nel cielo, secondo la visione del tempo: “fermati o sole!”. Ma non è forse vero che anche quel prodigio viene ricordato perché permise l’allungarsi di una guerra e la morte di molti uomini? E poi che esempio di sapienza è uno che invoca sui nemici una tempesta di pietre? Certo, dobbiamo entrare non solo nel linguaggio ma anche nel tempo dell’Antico Testamento. Oltre a questo non dobbiamo dimenticare il livello spirituale della lettura che ci dice che tutta la vita cristiana è una lotta, una guerra!

Vangelo

Mc 3, 22-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma il Signore Gesù li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Su questo punto ci viene in aiuto il Vangelo e tutta la tradizione che, da esso, è poi nata. La vita cristiana è una lotta contro il male, contro il demonio, contro le passioni, contro qualsiasi realtà che si oppone alla fede. Gesù, nel liberare molti indemoniati dalle loro possessioni, intende affermare proprio questa verità: la vita è una perenne ricerca di Dio e del bene e una costante lotta contro le passioni. In questa lotta contro il “Nemico”, occorre invocare lo Spirito Santo, dal momento che non è solo una questione di buone abitudini, o di buona volontà. La lotta contro lo spirito del male è una lotta dell’anima che, aiutata dalla grazia di Dio, continua a sostenere questa lotta, fino a quando il Signore vorrà, fino a quando il Signore non ci chiamerà alla comunione con Lui. È solo lo Spirito Santo che potrà aiutare l’uomo in questa lotta. Ecco perché se uno si allontana dallo Spirito Santo, se uno pecca contro lo Spirito, come diceva il testo, non avrà più nessun aiuto e non potrà mai avvicinarsi a Dio. Chi rinnega lo Spirito Santo che è in Lui, chi non chiede il suo aiuto e la sua assistenza perché pensa di farcela solo con le sue forze, è già partito male in questa lotta nella quale non potrà risultare che perdente.

Per noi

Le due Scritture, nel loro insieme, ci stanno dunque insegnando o anche solo ricordando che la vita cristiana è lotta, è guerra, è fatica. Forse sono tutte cose che noi non vorremmo pensare, con le quali non vorremmo avere a che fare e, per questo, spesso ci accontentiamo di una vita cristiana minimale. Una vita cristiana nella quale non si compie certamente il male, ma nella quale ci si adagia. Una vita cristiana nella quale si spegne, pian piano, la tensione verso il bene e si impara a convivere con i propri piccoli vizi, con le proprie cattive abitudini. Così, come se fosse una cosa normale. Una vita cristiana che rischia, persino, di non credere più all’esistenza del demonio e che cerca di mitizzare o di rileggere in forme diversificate ciò che i Vangeli, invece, dicono con chiarezza lampante.

Il Signore ci sta dicendo che non ci vuole cristiani minimali, non ci vuole cristiani che giocano al minimo delle loro forze, non ci vuole cristiani superficiali. Ci vuole cristiani autentici, cristiani che sanno accettare la fede come lotta contro le proprie passioni, il male che abita in ciascuno di noi, i vizi che si sono radicati nel nostro cuore. Costi quel che costi! Chiaro che una visione della vita cristiana che diventa lotta e fatica non ci entusiasma, eppure è quanto la sapienza degli antichi e la parola del Signore hanno rivelato.

Il Signore ci insegni a camminare su questa via, per essere sempre pronti a vivere quella ricerca di fede che rende l’anima sempre più vigilante.

2021-01-14T22:15:14+01:00