Lunedì 20 maggio

Settimana dopo Pentecoste – Lunedì 

La spiritualità di questa settimana

Non solo inizia una nuova settimana, ma inizia una nuova sezione del tempo liturgico: quello dopo Pentecoste che è anche il più ampio dell’anno. Questa sezione, nel giorno immediatamente successivo alla Pentecoste stessa, si apre con la memoria di Maria Madre della Chiesa. Leggiamo le letture feriali previste per questo giorno mentre ci riallacciamo con il pensiero alla memoria che viviamo.

La Parola di questo giorno

LETTURA Dt 16, 9-12
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Conterai sette settimane. Quando si metterà la falce nella messe, comincerai a contare sette settimane e celebrerai la festa delle Settimane per il Signore, tuo Dio, offrendo secondo la tua generosità e nella misura in cui il Signore, tuo Dio, ti avrà benedetto. Gioirai davanti al Signore, tuo Dio, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita che abiterà le tue città, il forestiero, l’orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto: osserva e metti in pratica queste leggi».

SALMO Sal 80 (81)

Esultate in Dio, nostra forza.

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate il Dio di Giacobbe!
Intonate il canto e suonate il tamburello,
la cetra melodiosa con l’arpa. R

Suonate il corno nel novilunio,
nel plenilunio, nostro giorno di festa.
Questo è un decreto per Israele,
un giudizio del Dio di Giacobbe. R

Una testimonianza data a Giuseppe.
Ascolta, popolo mio:
«Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto». R

VANGELO Lc 21, 1-4
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Vangelo

Conosciamo tutti molto bene questo episodio che ci ricorda questa vedova, una donna senza nome, una donna apparentemente senza volto, senza qualità. Eppure Gesù loda ed esalta il suo esempio: l’esempio di una donna povera che sa condividere, sa mettere tutto quello che ha nelle mani di Dio. Certamente la sua offerta, se considerata dal punto di vista monetario, è insignificante. Eppure Gesù loda il cuore di colei che la compie. Chissà quante notizie aveva sentito sul tempio. Chissà quante storie. Chissà quante mormorazioni sulle infinite ricchezze del tempio che, a molti, avranno suggerito un atteggiamento di prudenza, di attenzione, di incapacità di aprirsi al dono per trattenere per sé. Questa donna non ascolta tutte queste cose. A lei importa soltanto dare un piccolo aiuto, una piccola mano. Per questo agisce con cuore libero e con intento fermo: ella rimette quello che ha, quello che le rimane nelle casse del tempio perché vuole affidarsi solo a Dio. Probabilmente possiamo anche pensare che questa donna avesse un’età già avanzata. Ella non sta a fare calcoli, non si preoccupa delle cose che dovrà affrontare: il suo è proprio un rimettersi totalmente nelle mani di Dio. Questo è quello che è stato raccomandato, questo è sicuramente ciò che basta. Il suo atto è un atto di fiducia. In Dio, anzitutto, che segue la storia degli uomini e porta ogni cosa al suo compimento. Fiducia anche nell’uomo: ella non si cura delle cose che si dicono sul tempio perché sa che, davanti a Dio, conta l’intenzione con cui si compie un atto. Se ci saranno delle cose sbagliate, ciascuno porterà la sua responsabilità davanti a Dio. A lei basta solamente essere tutta intrisa delle cose del Padre. Questa è la responsabilità che più avverte.

Deuteronomio

Inizia la lettura dei libri del Primo Testamento, non sempre facile. Oggi, però, mi pare che la lettura sia molto semplice e immediatamente comprensibile. Mosè insegna a “contare le settimane”, cioè a rimettere il tempo nelle mani di Dio: il tempo della vita, il tempo delle stagioni, il tempo per il lavoro che, in questo momento della storia di Israele, è, per lo più, agricolo. Così Mosè insegna che ogni cosa viene da Dio. Certo nulla toglie al lavoro dell’uomo, alla responsabilità con cui ciascuno lo compie e deve compierlo. Tuttavia non va dimenticato che ogni cosa è nelle mani di Dio e da lui tutto proviene. Il grande Mosè, l’uomo amico di Dio, l’uomo dalla fede adamantina assomiglia davvero alla povera vedova! Tutti e due hanno una fiducia incrollabile in Dio, tutti e due esprimono una visione delle cose e della vita che è identica, perché è quella che nasce dalla fede. Tutti e due ci dicono: bisogna fidarsi di Dio. Fidandosi di Dio si trova anche fiducia nelle istituzioni che conducono l’anima a Dio. Questo il monito che viene da entrambe le Scritture.

A Maria

Non vuole mancare, anche oggi, il nostro sguardo a Maria. Oggi la contempliamo con un titolo molto moderno: Madre della Chiesa. Come alcuni di voi forse riescono addirittura a ricordare, fu San Paolo VI che spinse moltissimo per questo titolo che venne all’indomani della luce per la Chiesa data dal Concilio Ecumenico Vaticano II: noi vogliamo guardare a Maria come alla prima figlia della Chiesa. Lei che stava in compagnia degli apostoli, lei che fu il naturale punto di riferimento per le prime missioni della Chiesa, lei che fu la prima ad essere cercata perché fosse punto visibile di incontro di tutti gli apostoli, è davvero Madre di tutti noi cristiani, madre di tutti noi figli della Chiesa. Guardare a Maria come Madre della Chiesa ci spinge a chiedere a lei di saper contemplare la Chiesa per quello che è la sua missione, per quello che è il senso della sua istituzione, al di là di tutte quelle cose di cui, nel frattempo, si è caricata e per le quali, talvolta, risulta anche “incrostata”. Guardare a Maria come Madre della Chiesa significa sapere che noi possiamo sempre ricorrere a lei per le diverse cose della nostra esistenza e per chiedere lumi per vivere bene all’interno della Chiesa, famiglia di tutti i battezzati. A Maria affidiamo la nostra Chiesa.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Per noi tutti potrebbe essere difficile, oggi, questa contemplazione e questa preghiera. Tutti potremmo dire qualcosa che non va, tutti potremmo sollevare dubbi, eccezioni, rimostranze… tutti potremmo trattenerci dal dare. Dal dare il nostro contributo economico, pensando che, magari, la Chiesa sta già bene di suo, oppure potremmo trattenere il nostro aiuto fatto di idee, di collaborazioni, di partecipazione. Ci sono moltissime cose che tutti potremmo trattenerci dal fare! Io vorrei, invece, che tutti avessimo lo stesso sentimento di Mosè e della vedova. Vorrei che tutti vedessimo nella Chiesa una Madre da rispettare e da servire. Poiché da essa ci viene la forza della fede, perché non vivere per lei qualche espressione di amore appassionato che sa diventare umile dedizione? Perché non vivere una risposta generosa per questa famiglia che, davvero, è la sola che ci può aiutare a vivere un itinerario di fede sempre più attento e profondo? Credo che iniziare il tempo dopo Pentecoste con questa memoria mariana possa davvero invogliare tutti noi ad essere figli attenti della Chiesa, servitori accorti di questa realtà che è umana e divina, comprensibile e misteriosa, santa e peccatrice… La Chiesa è tutte queste cose insieme e dobbiamo tutti metterci con attenzione al suo servizio, se vogliamo essere sempre più attenti a quello che vogliamo fare per essa.

Maria, Madre della Chiesa, aiuti ciascuno di noi ad essere figlio rispettoso, capace di avere cura della Chiesa stessa, generoso nelle elemosine. Solo così aiuteremo la Chiesa a compiere la sua missione nel mondo.

Provocazioni dalla Parola

  • Come vivo la realtà della Chiesa?
  • Cosa dico di essa?
  • Mi servo della Chiesa o vivo qualche servizio per la Chiesa?
2024-06-15T22:25:02+02:00