Giovedì 21 gennaio

Settimana della prima domenica dopo l’Epifania – Giovedì

Siracide

Sir 44, 1; 46, 13-18
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Samuele, amato dal suo Signore, profeta del Signore, istituì la monarchia e unse dei prìncipi sul suo popolo. Secondo la legge del Signore governò l’assemblea e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. Per la sua fedeltà si dimostrò profeta e per le sue parole fu riconosciuto veggente degno di fede. Egli invocò il Signore, il Sovrano, quando i nemici lo premevano all’intorno, con l’offerta di un agnello da latte. Il Signore tuonò dal cielo e con grande fragore fece udire la sua voce; sterminò i capi degli abitanti di Tiro e tutti i prìncipi dei Filistei.

Il brano del Siracide di oggi ci propone il ricordo di un altro “grande”, “illustre” di Israele: Samuele.

“Egli istituì la monarchia”, ci diceva subito il sapiente, ricordando che il compito di questo profeta fu non solo quello di guidare la fede di Israele, ma anche politico. Egli inaugurò quel tempo che mise fine al tempo dei giudici e aprì quello dei re.

Secondo la legge del Signore, governò l’assemblea e il Signore volse il suo sguardo benevolo su Giacobbe”. Un secondo compito di Samuele fu quello liturgico. Egli seppe guidare l’assemblea della preghiera di tutto Israele, trasmise rettamente la fede, insegnò al popolo come pregare, come stare di fronte a Dio … questo fu il suo merito. Egli fu uomo di preghiera grande e seppe rivolgersi a Dio e far rivolgere il cuore a Dio a tutta l’assemblea di Israele, per questo il suo ricordo è una benedizione.

“Egli invocò il Signore mentre i nemici premevano all’intorno, con l’offerta di un agnello da latte”. Bellissimo il contrasto di questo terzo ricordo offerto in onore di Samuele. Quando i nemici premono all’intorno, forse, verrebbe a tutti in mente di ricorrere alle armi, di difendersi in qualche modo! Samuele, invece, offre un “agnello da latte”, ovvero la vittima pura, innocente per eccellenza. Ricordando così, a tutti noi, che al forte, all’oppressore, al barbaro, come anche al provocatore, all’ignorante, all’insultatore, si risponde non con altrettanta violenza, ma con la mansuetudine e con l’innocenza. Il resto lo fa il Signore.

Questo ricordo e questo insegnamento si fondono perfettamente con la storia della santa che ricordiamo oggi: Agnese. Ella, che nel suo nome ricorda proprio l’agnello immacolato, la vittima pura per eccellenza, come ricorderete, effuse il suo sangue pur di non cedere alle seduzioni di un pagano che chiedeva il suo rinnegamento circa la fede. Sacrificata ancora ragazzina è la prima di una lunga serie di martiri che preferirono la morte piuttosto che rinnegare il Signore.

Vangelo

Mc 4, 1-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù cominciò a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Insegnamento comune, anche oggi con il Vangelo. Perché Samuele fece tutto questo? Perché ebbe questa sapienza grande? Semplicemente perché accolse la Parola di Dio, visse con attenzione la parola della fede, si mostrò attento ai richiami di Dio. La storia di Samuele inizia proprio così, con la sua chiamata di notte, con il suo essere attento a quella voce di Dio che a lui veniva riservata. Samuele è un altro di quegli uomini che hanno saputo accogliere la Parola di Dio per poi conservarla nel loro cuore e nella loro mente.

Il Vangelo ci sta dicendo che solo dove un credente sa trasformare il terreno che è la propria coscienza in terreno buono, ovvero in terreno dove fiorisce l’ascolto della Parola del Signore, possono nascere quelle storie che diventano esemplari per sapienza. Come quella di Samuele o quella di Sant’Agnese.

Per noi:

  • Che sapienza raccolgo da questi insegnamenti?
  • Cosa comprendo dagli esempi e dalla parola che ho ricevuto oggi?

Credo che sia davvero bello legarci in modo del tutto nuovo a questa parola di sapienza. Ricordando come anche all’origine della nostra vocazione c’è una Parola di Dio per noi, ritorniamo a quel tesoro seminato nel campo del nostro cuore, e rivolgiamoci a Dio con tutta quella fede che nasce dal cuore di chi vuole custodirla come tesoro di vita, come origine di sapienza.

Così anche noi, come Agnese, offriremo a Dio quel cuore buono che è il terreno fertile che produce molto frutto.

2021-01-14T22:22:03+01:00