Venerdì 21 aprile

Settimana della 2 domenica di Pasqua – venerdì 

La spiritualità di questo giorno 

Diminuire per crescere.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 5, 1-11
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Un uomo di nome Anania, con sua moglie Saffìra, vendette un terreno e, tenuta per sé, d’accordo con la moglie, una parte del ricavato, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo e hai trattenuto una parte del ricavato del campo? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e l’importo della vendita non era forse a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Non hai mentito agli uomini, ma a Dio». All’udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. Un grande timore si diffuse in tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i giovani, lo avvolsero, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò sua moglie, ignara dell’accaduto. Pietro le chiese: «Dimmi: è a questo prezzo che avete venduto il campo?». Ed ella rispose: «Sì, a questo prezzo». Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati per mettere alla prova lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta quelli che hanno seppellito tuo marito: porteranno via anche te». Ella all’istante cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta, la portarono fuori e la seppellirono accanto a suo marito. Un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in tutti quelli che venivano a sapere queste cose.

SALMO Sal 32 (33)

Il Signore ama il diritto e la giustizia.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R

VANGELO Gv 3, 22-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Vangelo

Il Vangelo di Giovanni che stiamo leggendo in questi giorni di Pasqua, ci riporta un altro brano che tutti noi conosciamo bene: esso mette a confronto l’opera di Giovanni il Battista e quella del Signore. Giovanni, la voce nel deserto. Giovanni, l’uomo di Dio che battezza per la remissione dei peccati. Giovanni, colui che accoglie le folle nel deserto. Come tutti sappiamo, appunto, un uomo di grandissima fede, di larghissime vedute, di profondissima carità. Proprio per questo egli è anche un uomo che sa riconoscere i tempi. Sa che c’è stato un tempo “suo”, un tempo nel quale a lui è stato dato di poter vivere in contatto con la gente, con forti richiami al mistero di Dio che si rivelava. Ora è un altro tempo, il tempo del Messia e, per questo, “lui deve crescere e io diminuire”. Così dicendo Giovanni attesta che il ministero del Signore deve rendersi sempre più palese, deve rendersi sempre più riconoscibile da tutti gli uomini, mentre il suo compito è destinato a finire, è destinato a scomparire. Non perché non sia più utile, ma semplicemente perché è finito il suo compito, ovvero quello di introdurre il Messia nel mondo. Così dicendo e così facendo Giovanni si dimostra veramente grande. Egli ha capito la legge dell’umiltà evangelica prima ancora che il Signore la predicasse. Con questo suo essere come il seme di grano che muore, dà vita a tutto un popolo, a tutto un insieme di persone che, anche grazie alla sua guida indiscussa e sicura, si metterà alla sequela di Cristo. Giovanni, che tanto aveva fatto per introdurre il Messia nel mondo, che tanto era diventato “famoso” e quindi, se vogliamo “grande” presso la sua società e il suo tempo, diventa ancora più grande, come figura spirituale, mentre scompare e lascia il posto a Cristo.

Atti

L’esatto contrario avviene nella lettura degli Atti degli Apostoli. Abbiamo una coppia, Anania e Saffira, un uomo e una donna, marito e moglie, che diventano cristiani. Poiché nella prima comunità cristiana era molto forte il mettere in comune i beni nel nome del Vangelo, ecco che anche questi due si rendono “grandi” agli occhi di tutti mettendo a disposizione il ricavato di una vendita. Ma non accade come dicono. Mentre essi si fanno grandi dicendo di aver rinunciato a tutto per il Signore, la verità è un’altra. Essi trattengono per sé parte del ricavato, ma non dichiarandolo. È Pietro che aiuta a fare discernimento: poiché la comunione dei beni non è imposta ma liberamente scelta, essi avrebbero potuto benissimo tenere per sé il ricavato della vendita del loro terreno. Ciò che viene smascherata è la falsità, il desiderio di farsi grandi di fronte agli occhi di tutti mentre non si è agito secondo rettitudine. Pietro smaschera questo aspetto, ricordando così la legge evangelica del Signore: chi si fa grande presso gli uomini, ottiene già la sua ricompensa, quando poi, come è in questo caso, non costruisce la sua grandezza sulla menzogna. Chi vuole arricchirsi davanti a Dio si deve fare piccolo, come tutti quei cristiani dei primi tempi, che noi non conosciamo, che non possiamo ricordare nella loro storicità, ma che, avendo trasmesso la fede che è giunta fino a noi, sono stati davvero grandi.

Il nostro cammino di fede

Credo che un po’ tutti facciamo fatica a diventare grandi nel senso evangelico del termine. Tutti facciamo fatica a crescere nella dimensione della spogliazione delle cose, della donazione di sé, della condivisione sincera e fraterna. Non solo rispetto ai beni, si capisce, ma per tutte le cose della vita. Anche noi che abbiamo appena celebrato la Pasqua, facciamo molta fatica a comprendere la legge dell’amore evangelico e a mettere in atto tutte quelle conseguenze pratiche che possono nascere dalla decisione di essere realmente credenti.

Oggi credo che tutti siamo invitati a pregare perché possiamo diminuire per crescere davanti a Dio. Ecco il cuore della spiritualità di questo giorno. Avendo ancora nel cuore le parole della Pasqua e avendo negli occhi l’insegnamento del Signore, credo che, davvero, tutti possiamo chiedere questa grazia grande ed unica. Così da essere persone che sanno diminuire per tanti aspetti, e crescere davanti a Dio.

Una luce del tutto particolare si può accendere in noi anche grazie ad una meditazione più profonda e più sincera sul tema della condivisione. Sebbene siamo lontani dalla mentalità degli Atti degli Apostoli, proviamo a chiederci se, anche dopo il tempo quaresimale, siamo in grado di lasciare che il nostro cuore sia aperto alle esigenze degli altri o se, invece, abbiamo già chiuso le porte del cuore a chi è nel bisogno e nella necessità. Il Signore ci doni di continuare a vivere lo Spirito della Pasqua, che è sempre spirito di interessamento, accoglienza, condivisione, prontezza nel sovvenire chi è nelle ristrettezze.

Intenzioni di preghiera

Preghiamo, oggi, per noi, per fare in modo che lo spirito della carità e della condivisione operi in noi non in modo formale, ma reale.

2023-04-13T15:30:37+02:00