Mercoledì 22 maggio

Settimana dopo Pentecoste – mercoledì

La spiritualità di questa settimana

sostiamo ancora sulla Parola di Dio per meditare insieme

La Parola di questo giorno

LETTURA Es 19, 7-15
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te». Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: “Guardatevi dal salire sul monte e dal toccarne le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con tiro di arco. Animale o uomo, non dovrà sopravvivere”. Solo quando suonerà il corno, essi potranno salire sul monte». Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece santificare il popolo, ed essi lavarono le loro vesti. Poi disse al popolo: «Siate pronti per il terzo giorno: non unitevi a donna».

SALMO Sal 117 (118)

Canterò per sempre l’amore del Signore.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
Il suo amore è per sempre». R

Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R

Nel pericolo ho gridato al Signore:
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
Il Signore è per me, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici. R

VANGELO Lc 8, 42b-48
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Le folle si accalcavano attorno al Signore Gesù. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

Esodo

Potremmo continuare a rileggere queste pagine dell’Esodo proprio a partire da quella di ieri, che ci ha insegnato come ogni anima è una “segullà” di Dio, una proprietà sulla quale Dio riversa tutto il suo amore. Oggi leggiamo cosa deve fare il popolo di Dio se si vuole ritenere amico, alleato, “segullà”. Tutto il popolo è chiamato a “servire il Signore”, altro termine che genera in noi qualche difficoltà, producendo un senso di distanza che sa quasi di inferiorità. È come se ci sentissimo dei servi che devono corrispondere ai capricci di un padrone despota. Nulla di più distante da quello che il testo dice! Il brano dell’Esodo intende spiegare che il “servizio” del Signore altro non è che prendere su di noi la legge di Dio, “giogo leggero”, se volessimo usare una famosa preziosa predicazione del Signore. Chi si sente amico di Dio, corrisponde a questo sentimento vivendo una vita conforme alla fede. Cuore di questo essere “a servizio” di Dio è l’incontro con Lui, incontro che chiede anche una purificazione del cuore, perché, senza un cuore purificato, non si può celebrare il mistero di Dio, non si può comprendere la sua rivelazione, non si può vivere da figli. Mosè richiama questa verità e chiede a tutti di saper vivere questa purificazione perché, ad ogni rinnovarsi dell’incontro con Dio, ciascuno sappia scegliere chi “servire”, ovvero chi amare. Il confronto sottointeso è tra il Dio vivo, vero, il Dio che ama, e gli idoli, che non sanno e non possono amare perché realtà prodotte dall’uomo.

Vangelo

Con altri termini, ma anche il brano di Vangelo dice la stessa cosa. Abbiamo una donna, una donna malata, che ha cercato, in ogni modo, di curarsi, senza venire a capo di nulla. Questa donna ha fede, sente che il Signore può guarirla, sente che quel maestro di Israele la ama come nessuno ha mai fatto. Ed è per questo che vuole, a tutti i costi, toccare il suo mantello. Sa bene che quel gesto guarirà la malattia della quale soffre e dalla quale non riesce a liberarsi. Ed è esattamente quello che avviene in questo miracolo. L’amore con cui questa donna ha cercato il Signore, la fede con la quale lo ha toccato, vengono corrisposti abbondantemente dal Signore che, con il suo amore, guarisce colei che era stata affetta da un tormento incurabile. Il suo esempio diventa così grande e così forte che viene indicato anche ad altri, proprio perché tutti possano fare come lei, amare senza limiti, senza riserve, confidando completamente in Dio, come questa donna ha fatto.

A Maria

Queste pagine bibliche ci fanno pensare, come in ogni altro giorno del mese di maggio, a Maria. Tutta la vita di Maria è un inno alla purezza. Tutti i giorni di Maria sono giorni consacrati al servizio di Dio, cioè al corrispondere, con il proprio amore, all’Amore che, per primo, l’ha amata. Così come fa Dio con ogni uomo. Dio ama per primo, chiedendo solo che, dalla consapevolezza di questo amore, discenda altro amore da riversare, in tutti i modi possibili, sugli uomini, specie sui più umili, poveri, emarginati.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Oggi potremmo tentare di fare nostra questa Parola di Dio in modo unico, chiedendoci: voglio servire il Signore? La domanda, come spesso la Parola di Dio fa, è diretta, senza mezzi giri di parole. Colpisce al cuore, colpisce anche duro, perché sappiamo bene che, se pure c’è questo desiderio dentro di noi, non siamo poi capaci di viverlo tutti i giorni della nostra vita e, a volte, accanto alla ricerca del modo migliore per vivere una fede che sia coerente con le nostre opere, troviamo spazio per tante altre cose che, con il mistero di Dio, non hanno nulla a che fare. Siamo, quindi, tutti consapevoli che, sebbene a parole esprimiamo il nostro amore per Dio, poi, nella vita, non siamo così capaci di viverlo. Credo che oggi tutti dobbiamo pregare in modo molto forte, perché possiamo convertirci e fare di tutti i nostri giorni, anche di questo giorno, un tempo opportuno per la nostra conversione, per la nostra salvezza, per operare in modo tale da saper vivere bene la nostra vocazione ad essere “segullà” di Dio.

Provocazioni dalla Parola

  • Cerco di “servire il Signore” per quello che posso, nella misura di cui sono capace?
  • La mia vita di fede è, come quella della donna del Vangelo, una vita spesa e tutta sorretta dall’amore?
2024-06-15T22:25:48+02:00