Feria prenatalizia 7
La sapienza della vigilia.
C’è una sapienza della vigilia! C’è una sapienza di questo giorno unico in tutto l’anno. C’è una sapienza che deriva dall’attesa e da ogni altra forma di sapienza che abbiamo cercato di vivere nei giorni che hanno segnato il percorso di Avvento.
Ebrei
Eb 10, 37-39
Lettera agli Ebrei
Fratelli, ancora un poco, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore. Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
È la sapienza che si esprime in queste poche righe della lettera agli Ebrei. È la sapienza che ci fa dire che c’è ancora “un poco” di attesa. Un poco, giusto lo spazio di questo giorno e di questa notte santa. Lo spazio del “poco” è lo spazio che Dio sa riempire della sua grazia. Dio preferisce il poco al molto, anzi preferisce fare in modo che il poco che gli uomini sanno esprimere, il poco della loro intelligenza, il poco della loro sapienza, il poco della loro volontà, il poco del loro tempo, diventi lo spazio del molto. Il molto della sapienza che Dio dona, il molto dell’intelligenza che Egli sviluppa, il molto del tempo che Egli dilata.
È la sapienza del Natale. Dio rende eterno un istante del tempo, rende santo lo spazio di una grotta, rende presente per sempre la sua divinità in mezzo agli uomini.
Vangelo
Mt 1, 18-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
Così fu generato il Signore Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
È la sapienza di Maria e di Giuseppe. Avevano imparato, fin da ragazzi, ciò che la spiritualità ebraica esprimeva con la vigilia. Nel rito ebraico le vigilie hanno tutto un loro senso e una loro liturgia. Maria e Giuseppe, fin da ragazzi, avevano imparato ciò che le loro madri facevano. L’accensione di una lucerna all’ora del tramonto per indicare che iniziava la festa; la preparazione di cibi e alimenti perché nella festa non si poteva lavorare e che rendeva sacra anche la viglia; i preparativi di tutto un villaggio che si metteva in moto per dare lode a Dio… erano questi i segni che Maria e Giuseppe avevano imparato a valutare, a soppesare, forse anche ad attendere per dare lode a Dio. Segni tutti che ricordavano che la vera vigilia non è quella delle cose, ma è quella del cuore. Non è quella dei preparativi, ma quella della vigilanza che si esprime, poi, anche nelle cose pratiche, anche nei preparativi, anche nelle opere.
La Sapienza ci invita a:
a dare senso a questa vigilia. Credo che, per tutti, ci sia grande differenza tra la vigilia dello scorso anno e in genere degli anni scorsi e questa vigilia. La vigilia degli anni scorsi, probabilmente, era molto carica di opere. Se la vigilia di quest’anno fosse carica di silenzio? Se la vigilia di quest’anno fosse un tempo nel quale anche far passare davanti alla nostra mente le molte immagini di quest’anno? Se anche la vigilia diventasse un tempo nel quale dilatare il cuore per esprimere la sapienza che ci viene dalla vita così mutata di questo ultimo periodo e ci disponesse ad accogliere la Sapienza di Dio? Credo che questo sia il modo migliore per vivere la sapienza che ha guidato il cammino dell’Avvento di quest’anno e il modo migliore per vivere il Natale di quest’anno. Troviamo non solo tempo, ma, soprattutto, il gusto per vivere una vigilia di sapienza che sia diversa dal solito. Anche questa può essere una nuova forma di sapienza.
Provocazioni di sapienza
- Come intendo vivere questa vigilia?
- Che spiritualità dell’attesa posso esprimere?
- Cosa cambia nella vigilia di quest’anno?
Preghiera alla Sapienza da leggere all’accensione del lume, al suono delle campane alle ore 19.30
Signore Gesù,
vera sapienza e luce degli uomini.
Abbiamo cercato di vivere la sapienza dell’attesa.
Abbiamo cercato di vivere la sapienza dell’incontro con Te, che sei la fonte della Sapienza.
Donaci, Signore, di saperti accogliere come la luce che rischiara abbondantemente il cammino dell’esistenza,
come il calore che riscalda il cuore,
come il pane che sostiene il cammino,
come il Bimbo che accende la fede.
La Tua Sapienza che ha creato l’universo,
la Tua Sapienza che ti ha portato nel mondo,
la Tua Sapienza che lo ha redento,
la Tua Sapienza con la quale continui ad essere presente nel cammino di ogni uomo,
appaiano questa notte per noi e ci attirino a Te.
Signore, donaci un Natale di sapienza,
perché noi possiamo rivelare la Sapienza che sei Tu ad ogni uomo.
Signore, donaci la Sapienza perché sappiamo tornare a Te, con tutto il cuore, con tutta la vita.
Così sia.