Domenica 24 dicembre 2023

Domenica prenatalizia

Per introdurci

Quest’anno, come si vede, le domeniche di avvento sono 7! Una eccezione, un caso che si ripete quando la vigilia di natale capita in domenica. In questo caso, questa domenica che si “aggiunge” al tradizionale percorso, si chiama domenica prenatalizia ed ha un sapore già natalizio. Con le Messe vigiliari di questa sera, infatti, entreremo pienamente nel giorno di natale e nel tempo di Natale. Approfondiamo i testi biblici specie il vangelo.

Marana Thà! Vieni Signore Gesù!

Senza perdere, però, l’occasione di dire: “Marana thà! Vieni, Signore Gesù!”, come abbiamo cercato di ripetere ogni domenica di Avvento. Questa invocazione ci aiuta ad entrare proprio nel clima spirituale di oggi che deve essere clima di vigilia, cioè spiritualità di coloro che già avvertono la festa che si avvicina e vogliono gustarla.

La Parola di Dio 

LETTURA Is 62, 1-5
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: «Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te».

SALMO Sal 88 (89)

Canterò in eterno l’amore del Signore.

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R

Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele. R

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R

EPISTOLA 1Ts 5, 15b-23
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

Fratelli, cercate sempre il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.

VANGELO Mt 1, 1-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmo, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

Vangelo

Anzitutto il tema della genealogia. A noi dice poco, pochissimo, credo infatti che un vangelo come quello che abbiamo letto oggi sia sembrato arido, aridissimo. Cosa c’è da dire su un vangelo che è solo una sequenza di nomi? Di per sé molte cose!

Anzitutto noi siamo poco attenti al tema della genealogia, ma il mondo antico no. Era molto attento ed anche molto affezionato a questo tema, perché conoscere le radici significa conoscere una persona. Nel caso, poi, di Gesù Cristo, si trattava di dare pieno compimento alla comprensione che i profeti già avevano intuito, e cioè che il Messia si sarebbe completamente inserito nella genealogia di Davide e nella sua casa.

Una seconda sottolineatura è che, proprio per questo motivo, non conta troppo la precisione! È per questo che le genealogie dei vangeli non sono del tutto sovrapponibili. I nomi che ricorrono, per esempio, in San luca, sono diversi. Ma questo non conta per l’evangelista, che è più preoccupato di raccordare la nascita del Signore alla casa di Davide.

Questo è anche il motivo, un poco più complesso, per cui la genealogia secondo Matteo si divide in tre sezioni di 14 nomi ciascuna. Non è realistica la cosa dal punto di vista storico. Ma ciò non conta perché ciò che conta è dare attenzione al numero. Il popolo e soprattutto la sapienza di Israele sono molto attenti alla “gematria”, cioè alla corrispondenza numerica dei nomi. Il nome Davide contiene 3 consonanti “D, V, D” che hanno questa corrispondenza numerica: D= 4 V=6. 4+6+4 fa 14. Ecco perché le generazioni devono essere 14! Tra l’altro se andate a contare vi accorgerete che nell’ultima serie di nomi, i nomi sono 12. Per arrivare al 14 nome, che è quello di Gesù, ovviamente, l’evangelista aggiunge quello di Maria, perché è da lei che nasce il Cristo. È per questo che poi San Matteo è l’evangelista più attento a descrivere i sogni di Giuseppe, ovvero il suo modo di sentirsi chiamato a partecipare a quella nascita divina che è la nascita del Signore.

Una ulteriore sottolineatura meritano le donne. Ad eccezione di Maria che è la Vergine Santa che Matteo mette in primissimo piano, le altre hanno tutte una storia discutibile.

Tamar, la cui storia è avvincente ed è contenuta nel libro della Genesi è una donna che concepisce il figlio Fares con il suocero Giuda! Racab è la prostituta di Gerico, famosissima. Rut è una donna straniera, una Moabita, personaggio che conosce molto bene chi ha seguito in questi giorni le scritture delle ferie prenatalizie. Addirittura per la quarta donna, che è Bestabea, si preferisce descriverla piuttosto che nominare il suo nome: “quella che era stata la moglie di Uria”, dice il testo, dando così già il giudizio morale su di lei. Se tralasciamo Maria, come si vede, 4 donne, 4 poco di buono! 4 persone dalla moralità discutibile! La famiglia di Gesù è così. La famiglia umana nella quale si inserisce il Cristo è fatta di personaggi di questo genere ed è bellissimo che la scrittura ce lo ricordi. Come dire: anche la famiglia umana nella quale si inserisce Gesù non era una famiglia perfetta. Anche la famiglia del Signore ha avuto le sue pecche, le sue difficoltà, le sue questioni irrisolte! Potremmo proprio dire: ma che famiglia ha scelto il Signore? non poteva prenderne una un pochino più “in grazia di Dio”? la risposta bellissima del Vangelo è proprio questa: no, il Signore sceglie ciò che è imperfetto e perfino impuro perché è Lui la perfezione di ogni cosa, ed è lui che nella sua misericordia dona completezza ad ogni cosa.

Isaia

Con questa spiegazione credo che risulti molto comprensibile il profeta Isaia. Il profeta sapeva molto bene tutte queste cose, almeno quelle capitate fino alla sua epoca. Sa bene, il profeta, che il Messia sarebbe arrivato dalla discendenza di Davide, ma sapendo altrettanto bene come essa è fatta, non scusando nessuno, si impegna a dire cosa avrebbe fatto il Messia, come avrebbe portato a compimento la sua rivelazione, come avrebbe portato alla perfezione tutte quelle cose imperfette di cui è piena la storia degli uomini. Così capiamo il valore e la bellezza delle sue parole: “non ti concederò riposo finché non sorga come aurora la sua giustizia, la sua salvezza non risplenda come lampada”. Parole bellissime che ci dicono che il Signore davvero non si dà pace, non si dà tregua per portare a salvezza tutti gli uomini. “Come un giovane sposa una vergine, così gioirà per te il tuo creatore”, altra immagine bellissima con la quale il profeta descrive il suo attendere il Signore come salvatore. Dio stesso gioisce per la salvezza che porterà agli uomini. Immagini bellissime che ci introducono nel Natale del Signore con gioia. La gioia che viene dal sapere che quanto Dio aveva promesso è stato effettivamente realizzato.

Epistola

Così comprendiamo anche il carattere morale dell’epistola. Se tu sei un’anima che ha compreso che Dio viene per portare a perfezione quello che è imperfetto, se tu hai compreso che Dio viene per gioire della tua salvezza, della salvezza della tua anima, allora ecco l’impegno. “Non spegnete lo spirito che è dentro di voi”. È l’impegno preciso che si assume chi vuole accogliere il Signore, è la spiritualità della vigilia. Se uno ha capito che il Signore viene per gioire, se uno ha capito che il Signore viene per portare a perfezione, uno si dispone ad attendere questo compimento. Ancora diceva San Paolo: “tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore Gesù Cristo”. Altra raccomandazione fondamentale, perché ci ricorda che il natale non è altro che la festa nella quale ricordiamo che il Signore ha iniziato da lì la redenzione dell’umanità. Dio, assume tutta l’umanità in sé, assume un corpo, una mente, uno spirito, tutte le dimensioni della vita dell’uomo per redimerle. È per questo che ne deriva l’impegno ad essere irreprensibili, almeno quanto più uno riesce. Se il Signore viene per questo e gioisce per questo, ecco il motivo dell’impegno.

Per il nostro cammino

Comprendiamo così, alla luce della Parola che abbiamo appena ascoltato, che anche noi siamo chiamati, a dire ancora una volta con fede l’invocazione che abbiamo cercato di ripetere settimana dopo settimana, alcuni di voi giorno dopo giorno: marana thà, vieni Signore Gesù!

Credo che anzitutto diciamo questa preghiera per vivere bene questa spiritualità della vigilia. Noi sappiamo molto bene che anche la nostra storia è imperfetta. Abbiamo pregato, molti di voi hanno cercato di vivere bene il loro avvento e, tuttavia, sappiamo di essere sempre uomini dalla storia imperfetta, uomini che hanno dentro di sé il peccato e, poi, certamente, anche una serie di fragilità, di piccolezze, di imperfezioni che ci fanno assomigliare davvero a quei personaggi della storia della salvezza di cui ci ha parlato il vangelo. Eppure oggi, in questo giorno di vigilia, noi siamo qui per capire che Dio viene proprio nella nostra storia e proprio perché siamo bisognosi di un compimento, di una fine, di un’attesa di redenzione, noi, nonostante i nostri mezzi, nonostante le nostre cose belle, nonostante l’impegno, non possiamo certamente salvarci da soli. Abbiamo comunque bisogno del Signore, della sua presenza, del suo amore, della sua redenzione. Ecco un primo atteggiamento da vivere in questa vigilia: rimettiamo la storia della nostra imperfezione nelle mani di Dio.

Una seconda riflessione. Anche noi mettiamoci impegno. Vivere un natale cristiano non è solo partecipare alla festa, con i suoi riti, i suoi auguri, i suoi ritrovi, tutto quello che fa parte del contorno del natale. Nemmeno è solo prendere parte alla S. Messa di questa notte o del giorno di domani. Vivere il natale, percepire la sua spiritualità, è anche metterci davvero impegno, ricordando che il Signore chiede a ciascuno di noi di vivere quell’unità della persona di cui ci ha parlato l’epistola. Dio non salva solo la nostra anima! Dio salva la nostra vita. Che è fatta di pensieri, di gesti, di parole, di sentimento, di emozioni, di azioni… Dio viene a redimere tutto l’uomo, nella sua complessità. È questa la bellezza della festa del natale. Quindi cerchiamo di rimetterci davvero, come diceva San Paolo, di fronte al mistero della sua nascita chiedendo che tutta la nostra vita abbia un senso di fede e conosca un riscatto nella fede.

Infine, anche noi, cerchiamo di percepire qualcosa di questa gioia di Dio. Dio è contento di venire anche nel mondo di oggi perché è come quello del suo tempo: un mondo di imperfetti, un mondo di imperfezione. Piuttosto dovremmo girare la domanda: noi siamo contenti della venuta di Dio? ecco, il giorno della vigilia ci chiede di pensare un po’ a tutte queste cose!

Cerchiamo di vivere così questa domenica particolarissima, tutti protesi a comprendere che il Signore viene nel cuore di chi lo attende, nel cuore di chi lo invoca, nel cuore di chi lo ama!

Così anche noi, oggi, possiamo dire come in ogni domenica di Avvento:

Marana thà! Vieni Signore Gesù e aiutaci a riscoprire la gioia che viene dal sentirti vicino!

Marana thà! Vieni Signore Gesù e aiutaci ad accettare anche la nostra storia di imperfezione!

Marana thà! Vieni Signore Gesù e guidaci ad un Natale che sia veramente un momento in cui rimettere tutta la nostra vita nelle tue mani!

Marana thà! Vieni Signore Gesù e rendici ancora capaci di attendere, di vigilare di sperare in  queste ultime ore di attesa.

Provocazioni dalla Parola

  • Vivo queste ultime ore di attesa come una grazia?
  • Come entrerò in questa santa notte?
  • Metto le mie imperfezioni nelle mani di Dio?
2023-12-21T14:09:33+01:00