Martedì 27 dicembre

Ottava del Natale – giorno 3 – San Giovanni Evangelista

Per introdurci

Ripeto, come ho detto ieri, che siamo nell’ottava del Natale e che tutti siamo invitati a continuare a pregare contemplando il mistero del presepe. Lo facciamo oggi con San Giovanni, il discepolo amato dal Signore. Come pregava San Giovanni?

La Parola di questo giorno

LETTURA Gv 1, 1-10
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo

Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.

SALMO Sal 96 (97)

I tuoi amici, Signore, contempleranno il tuo volto.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R

EPISTOLA Rm 10, 8c-15
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, questa è la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore! », e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato». Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».

VANGELO Gv 21, 19c-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

La preghiera di San Giovanni

Parto dalla prima lettura che è quella che meglio può rispondere alla domanda che poniamo ai testi biblici.

La preghiera di San Giovanni nasce da una esperienza. La prima lettura ci ha detto questo. Giovanni è un uomo che ha visto, ha sentito, ha toccato il “verbo della vita”. Una esperienza unica, irripetibile, che ha coinvolto San Giovanni e tutti gli altri discepoli che hanno potuto effettivamente vedere, sentire e anche toccare il Signore. Giovanni ci dice di pregare perché è un uomo che ha fatto diretta esperienza di Cristo.

Giovanni prega ed opera perché questa esperienza si trasmetta. Giovanni ci dice anche di pregare con una intercessione particolare. Egli prega perché chi viene dopo di loro, dopo la generazione apostolica, e cioè tutti noi, possiamo fare la medesima esperienza. Ecco perché Giovanni mette a disposizione il suo ministero, ministero che è anche ciò che Giovanni scrive, nelle lettere, nel Vangelo e nell’Apocalisse. Quindi San Giovanni ci dice che la sua preghiera è anche perché altri facciano, in qualche modo, la medesima esperienza che ha coinvolto lui. Una preghiera di intercessione molto molto bella che ci spiega perché la Chiesa ci fa leggere questa pagina proprio in questo giorno dell’ottava di Natale.

“Perché voi siate in comunione con noi”. La preghiera di San Giovanni esprime, poi, anche un’altra intercessione di fondamentale importanza. Egli prega per la nostra comunione con Dio e con lui, o più in generale con gli apostoli che ci trasmettono la loro testimonianza di incontro con Cristo. Un’ulteriore sottolineatura importantissima, perché ci dice che la preghiera nasce sempre da un’esperienza di comunione. Anche la preghiera personale, anche la preghiera che coinvolge una singola anima, nasce sempre da una esperienza di comunione: quella che lega insieme chi ha trasmesso la fede e chi la riceve. La preghiera include anche questo pensiero.

“Perché la nostra gioia sia piena”. Giovanni prega perché i credenti facciano esperienza di gioia. Anzitutto la sua esperienza di Cristo, la sua esperienza di fede, la sua esperienza di preghiera è stata esperienza di gioia. La gioia che viene propriamente dalla Pasqua del Signore, come abbiamo appena letto anche nel Vangelo. È la gioia che viene dal sapere che Cristo è vivo e presente in mezzo agli uomini. Questa spiritualità è anche quella del Natale. Noi siamo qui proprio perché condividiamo e stiamo celebrando il mistero dell’Incarnazione, e, quindi, della presenza di Cristo. La gioia del Natale non è quella legata a riti, tradizioni, canti, e nemmeno celebrazioni. La gioia del Natale è quella che deve venire dal sapere che Cristo è qui, presente, vivo, con noi. Ecco quale gioia Giovanni vuol condividere ed ecco perché prega che questa gioia sia in tutti noi.

“Confessiamo i nostri peccati”. San Giovanni, infine, nella profondità della sua esperienza di fede, ci ricorda anche che tutti noi siamo chiamati a pregare per ottenere il perdono dei nostri peccati. Senza questa preghiera penitenziale, ci dice l’apostolo, diventa falsa anche l’esperienza di fede dei credenti. Ecco perché egli prega sempre perché la preghiera dei credenti sia anche esperienza della misericordia di Dio.

Il nostro cammino di fede

Se provate a pensare, queste sono anche le coordinate della nostra preghiera di questi giorni. Noi siamo qui, come sempre, a celebrare la presenza del Signore perché vogliamo continuare la nostra gioia. Noi siamo comunque qui per chiedere il perdono dei peccati, noi siamo qui perché l’esperienza di questi giorni vuole comunque essere anche esperienza di comunione e di comunità. Il ritrovarci anche più spesso in questi giorni, sta a sottolineare che non possiamo fare a meno di condividere il mistero che stiamo celebrando ed anzi che una maggiore e più profonda contemplazione del Natale del Signore, viene proprio dalla condivisione comunitaria del mistero che abbiamo celebrato.

Intenzioni di preghiera

Tra le varie cose che possiamo riprendere nella nostra preghiera personale, direi di non sottovalutare, oggi, una preghiera perché questi giorni siano giorni di gioia. La gioia che viene dal sapere che Cristo è con noi. Anche se avessimo problemi seri da affrontare, anche se nel cuore possiamo provare diverse afflizioni, anche se nel cuore possono pesare tante cose della vita, noi siamo qui a dire che siamo tutti uniti dallo spirito di preghiera in unione con il Signore, che ha voluto venire in mezzo a noi a condividere la nostra natura e a sostenere il cammino di ciascuno di noi. Se, come abbiamo detto, questi giorni servono per farci sostare davanti alla culla di Gesù bambino, credo che tutti, oggi, possiamo sostare chiedendo questo dono specifico e particolare. Siccome stiamo meditando sulla preghiera di intercessione dei grandi santi che sono attorno alla culla del Signore, direi di non perdere l’occasione per chiedere questo dono di gioia non soltanto per noi, ma per tutti coloro che ne sono privi. Non ci diventa difficile pensare che, per molti, anche questo Natale è stato un Natale senza gioia, un Natale di solitudine, un Natale di problemi, un Natale difficile. Intercediamo per loro. Chiediamo, per tutti costoro, la forza di continuare a vivere nonostante le difficoltà del tempo presente e chiediamo al Signore di essere loro vicini, permettendo così di sperimentare quella comunione tra gli uomini che rende più sopportabili i pesi e le ansietà della vita. Chiediamo questa grazia per essere tutti più colmi dello spirito del Natale.

2023-02-03T17:46:31+01:00