Settimana della 3 domenica di Avvento – giovedì
La spiritualità di Avvento per questo giorno
Anche oggi la requisitoria dei profeti, in particolare di Geremia, è molto dura e scuote la nostra coscienza.
La Parola di Dio per questo giorno
GEREMIA 7, 1-11
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: «Férmati alla porta del tempio del Signore e là pronuncia questo discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per prostrarvi al Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Rendete buone la vostra condotta e le vostre azioni, e io vi farò abitare in questo luogo. Non confidate in parole menzognere ripetendo: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!”. Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre. Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome? Anch’io però vedo tutto questo! Oracolo del Signore».
SALMO Sal 106 (107)
Liberaci, Signore, dalle tenebre
e dall’ombra di morte.
Nell’angustia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angosce.
Li guidò per una strada sicura,
perché andassero verso una città in cui abitare. R
Altri abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ferri,
perché si erano ribellati alle parole di Dio
e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo. R
Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li salvò dalle loro angosce.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini. R
PROFETI Zc 8, 10-17
Lettura del profeta Zaccaria
Così dice il Signore Dio: «Prima di questi giorni non c’era salario per l’uomo né salario per l’animale; non c’era sicurezza alcuna per chi andava e per chi veniva, a causa degli invasori: io stesso mettevo gli uomini l’uno contro l’altro. Ora invece verso il resto di questo popolo io non sarò più come sono stato prima. Oracolo del Signore degli eserciti. Ecco il seme della pace: la vite produrrà il suo frutto, la terra darà i suoi prodotti, i cieli daranno la rugiada: darò tutto ciò al resto di questo popolo. Come foste oggetto di maledizione fra le nazioni, o casa di Giuda e d’Israele, così, quando vi avrò salvati, diverrete una benedizione. Non temete dunque: riprendano forza le vostre mani. Così dice il Signore degli eserciti: Come decisi di affliggervi quando i vostri padri mi provocarono all’ira – dice il Signore degli eserciti – e non volli ravvedermi, così mi darò premura in questi giorni di fare del bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda: Non temete! Ecco ciò che voi dovrete fare: dite la verità ciascuno con il suo prossimo; veraci e portatori di pace siano i giudizi che pronuncerete nei vostri tribunali. Nessuno trami nel cuore il male contro il proprio fratello; non amate il giuramento falso, poiché io detesto tutto questo». Oracolo del Signore.
VANGELO Mt 16, 1-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. I farisei e i sadducei si avvicinarono per mettere alla prova il Signore Gesù e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.
Geremia
Il profeta dirige la sua invettiva contro coloro che si fermano sulla soglia del tempio, quasi in segno di religioso rispetto, ma poi non vivono nulla di quello che la spiritualità del tempio chiede. Il profeta dirige la sua parola contro coloro che, fuori dal tempio, falsificano con la loro vita quella fede che nel tempio si celebra. Furto, adulterio, mancanza di rispetto per gli altri uomini, sovvertimento della giustizia, non accoglienza del povero, del debole, dello straniero… sono questi i comportamenti che falsificano la fede di chi va al tempio per compiacersi della propria fede e dire, con ostentata sicurezza “siamo salvi!”. Questa non è assolutamente fede, ci spiega il profeta, anzi è una sfida a Dio, perché si va nella sua casa quasi per insultare il suo nome. È una falsa pace della coscienza quella che si procura chi va al tempio a pregare quando vuole, come vuole, mettendo nelle mani di Dio quello che crede e pretendendo la sua benedizione. Questa non può che essere una falsa fede. Il profeta, che vede questo comportamento, addita coloro che lo mettono in pratica, proprio per sottolineare come non ci sarà crescita spirituale in coloro che credono che la fede sia un tranquillante per la coscienza. La fede non tranquillizza affatto, anzi deve spronare!
Zaccaria
Il profeta Zaccaria ha una parola molto simile a quella di Geremia, ma proposta partendo da un altro aspetto. Il profeta richiamava tutti, ricordando che il compito di ciascuno è “gettare un seme di pace”. Cos’è un seme di pace? Un seme di pace corrisponde alla giustizia, un seme di pace corrisponde al rispetto delle sentenze pronunciate in conformità al diritto, un seme di pace nasce nel rispetto per gli altri, un seme di pace è il rispetto di Dio e dei suoi diritti. Chi getta un seme di pace, ottiene la benedizione di Dio, non chiede a Dio una protezione magica, scaramantica, direi quasi inutile, perché chi vive così non confida certo nella potenza e nell’aiuto di Dio! Getta un seme di pace chi ama pregare, chi ama il silenzio, chi ama concentrarsi su quella Parola di salvezza che rallegra il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Per costoro ci sarà sempre una benedizione da parte di Dio, dice il profeta con chiarezza e con forza.
Vangelo
Il Vangelo ci mostra un’altra dura requisitoria, quella di Gesù. Gesù insegna, ha appena moltiplicato i pani e i pesci per insegnare come la preghiera sia efficace ed importante; senza di essa tutta la vita dell’uomo rischia di diventare insignificante. Eppure, nonostante questo, egli ha di fronte persone che non lo cercano per i suoi insegnamenti di bene e nemmeno per approfondire la vita interiore. Piuttosto egli vede attorno a sé persone che reclamano miracoli, chiedono di essere tolti dalle difficoltà della vita, mettono nelle mani di Dio solamente ciò che ritengono loro, senza mettersi mai in discussione come persone singole, come fedeli. Gesù, con parole forti come quelle dei profeti, ma con un garbo decisamente diverso, aiuta a comprendere che vera fede è solo l’atto semplice di chi si affida a Dio, con la sua povertà, con le sue pochezze, con le sue difficoltà, con i suoi dubbi. Il Signore cerca cuori così. Cuori che non sappiano solo interpretare le cose della vita, ma che si interroghino sulle cose del cielo e su come vivere un ritorno a Dio costante, vero, significativo, profondo.
Il nostro cammino alla luce di queste immagini
La dura requisitoria di oggi si addice perfettamente al nostro tempo. A me pare di vedere persone che, spesso, pensano che la fede consista nell’andare in chiesa a prendere una benedizione – che non fa mai male – in alcune occasioni della vita: quando si nasce, quando si muore, quando si può fare festa per il proprio stato di vita (matrimonio). Soprattutto mi pare di vedere persone che non hanno alcuna voglia di fare un cammino di fede, ma semplicemente chiedono un servizio che deve essere dato nel tempo nel quale è richiesto e nelle modalità che ce lo fanno desiderare. Sono, poi, sempre più convinto del fatto che molti pensino che la vita è altra cosa. Un conto è andare in chiesa, un conto vivere! Ecco perché vivono come se Dio non esistesse, facendo le cose che fanno tutti, senza alcuna distinzione e senza alcuna prudenza. Poi, quando si ha bisogno, quando lo si crede opportuno, allora ci si rifugia in una chiesa, magari stando sulla soglia perché non si vuole sprecare né tempo né parole, per ottenere, però, ciò che si chiede! Una fede così non è fede. Ce lo hanno detto i profeti, ce lo ripete Gesù. Una fede così non scuote, non infiamma, non è cammino, non è niente! Dovremmo ricordarcelo noi, ma anche ricordarlo agli altri! Soprattutto a chi pensa così – i nostri figli e nipoti! Cominciando a mettere le mani avanti sul Natale: una Messa per tradizione, una volta all’anno, può salvare l’anima?
Intenzioni di preghiera
Preghiamo per noi, perché la nostra fede possa davvero e sempre essere un modo con il quale la nostra coscienza si scuote. Chiediamo al Signore di rinnovare, almeno in noi che siamo assidui alla sua Parola, quel fuoco originario che non deve mai venire meno.
Preghiamo per le coscienze degli uomini e delle donne che pensano che la fede sia come i profeti l’hanno descritta. Preghiamo perché anche loro sentano, qualche volta, qualche richiamo come quello dei profeti, richiamo che sprona, scuote, infiamma. Preghiamo perché tutti costoro sappiano capire bene a cosa ci chiama il Signore, senza lasciarsi abbindolare da false visioni della fede.
Infine, preghiamo per la Chiesa, perché, come ci chiede papa Francesco, sia sempre in uscita e pronta a vedere nell’umanità quel gregge senza pastore che attende una chiamata di salvezza.