Lunedì prima dell’Epifania
La spiritualità di questi giorni
Questi primi giorni della settimana hanno lo scopo di condurci al compimento delle feste del Natale: l’Epifania che celebreremo venerdì. In questi giorni leggiamo come filo conduttore il libro del profeta Daniele, che già abbiamo commentato. Leggiamo poi alcune pagine di Paolo e del Vangelo alle quali cercheremo di attingere per la nostra preghiera.
La Parola di questo giorno
LETTURA Dn 2, 26-35
Lettura del profeta Daniele
In quei giorni. Il re disse a Daniele, chiamato Baltassàr: «Puoi tu davvero farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua spiegazione?». Daniele, davanti al re, rispose: «Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi né da indovini, né da maghi né da astrologi; ma c’è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodònosor quello che avverrà alla fine dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto farti conoscere ciò che dovrà avvenire. Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte d’argilla. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma senza intervento di mano d’uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e d’argilla, e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciare traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta la terra».
SALMO Sal 97 (98)
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R
EPISTOLA Fil 1, 1-11
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
VANGELO Lc 2, 28b-32
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Vangelo
Come si attende la morte? Nella mia esperienza di prete vedo cose molto diverse.
C’è chi, magari ancora giovane, attende la morte come liberazione da alcune esperienze molto difficili, come quelle della malattia. Non di rado la morte è invocata anche in età molto avanzata, quando le condizioni di vita diventano pesanti a causa del progressivo disfacimento del corpo. Ci sono tante persone che si stancano di vivere, che temono di essere di peso con la loro vita e, allora, invocano la morte come una liberazione.
C’è chi attende la morte come l’ultimo evento della vita. Ci sono persone che attendono la morte come l’ultimo atto. Non credono a nulla dopo la morte e attendono, quindi, l’ultimo giorno come la fine di tutto. Ci sono persone che, semplicemente, attendono la fine del tempo della loro vita come una questione di fato, come una questione di destino, non invocando la morte ma semplicemente attendendo che essa arrivi come vorrà.
Ci sono persone che attendono la morte in senso cristiano, ovvero circondando le ultime esperienze e gli ultimi giorni con la preghiera. Ci sono persone che attendono la morte come una carezza di Dio, persone che vivono gli ultimi giorni della loro vita come un progressivo abbandono nelle mani del Signore.
Ci sono anche persone che non possono attendere e prepararsi alla morte, perché non ne hanno più la coscienza. Non ci hanno pensato nei giorni della memoria, dell’intelligenza, della possibilità e, ora, vivono in stato incosciente, non potendo più attendere né fare nulla.
Il Vangelo di oggi ci mostra un personaggio legato alla nascita del Signore e che noi celebriamo particolarmente nella festa della Presentazione: Simeone, un uomo di Dio, un uomo che ha vissuto con fede i giorni della sua esistenza ed ora attende la morte come un momento di immissione nel mistero di Dio. Simeone desidera morire così come ha vissuto, ovvero con il desiderio vivo, vivissimo, di vedere il volto di Dio. È per questo che ha vissuto, è per questo che si rimette nelle mani di Dio con serenità, quasi con desiderio. Poiché ha ricevuto anche la consolazione attesa, ovvero quella di vedere il Messia, ora non desidera attendere più niente. Sa bene che il Signore è la luce dei suoi giorni e si abbandona con serenità nelle sue mani. Per vivere questo, Simeone nutre di preghiera i suoi giorni, sostando nel tempio, invocando Dio, anticipando, per così dire, nella preghiera, il momento benedetto dell’incontro con Lui.
Il nostro cammino di fede
Può forse sembrare strano, ma anche noi, in questi giorni che sono ancora di festa, prima dell’Epifania, siamo chiamati a farci questa domanda e a vedere come viviamo il senso della vita e, in esso, il momento della morte. Che cosa è la morte per noi? Liberazione da un’esistenza diventata di peso? Un ultimo atto dell’esistenza? Un incontro con Dio?
Anche se non tutti siamo nell’ultima stagione della vita, trovo sensata la domanda e la riflessione che la Parola di Dio ci chiede di fare oggi. Intanto perché, come dice il Signore, “non sappiamo né il giorno né l’ora” e quindi ha senso vivere quell’invito: “state pronti” che il Vangelo ci rivolge anche con una certa pressione. In secondo luogo perché la morte non si improvvisa e, per gli incontri che ho l’occasione di fare, sono sempre più persuaso che uno muoia come ha vissuto. C’è chi muore bene, riconciliato con la vita, e c’è chi muore male, arrabbiato, nervoso, così come ha vissuto. Credo che la figura di Simeone ce lo dica con chiarezza: si muore desiderando quello che abbiamo atteso o maledicendo ciò che abbiamo vissuto male, o detestato, o non capito, o travisato.
Questi giorni ancora legati al Natale ma di senso minore di festa ci aiutino a comprendere che il Bambino Gesù che continuiamo a visitare in chiesa e a celebrare in questi giorni, ci chiama ad una vera e profonda relazione con Lui, tanto che tutti siamo invitati a cercare in Lui il senso profondo e vero dei nostri giorni. Chiediamo questa grazia per vivere bene non solo il nostro incamminarci verso la fine di queste feste natalizie, ma anche il nostro pensiero al momento dell’incontro con Lui che è venuto a salvare tutti.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo per vivere bene i nostri giorni con spirito di fede.
Preghiamo per incamminarci verso la morte sostenuti dalla grazia di Dio.
Preghiamo per ricordarci sempre che la nostra vita non è destinata al nulla, ma all’abbraccio benedicente di Dio.