Settimana della 3 domenica di Avvento – Mercoledì
Vangelo
Mt 15, 10-20
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Riunita la folla, il Signore Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».
La sapienza del puro.
Tutte le fedi, tutte le religioni, hanno un insegnamento particolare sul puro e sull’impuro, sia riguardo alle cose, che ai luoghi, che alle persone. Israele ha un insegnamento molto forte a proposito di questa sapienza. Sapienza che viene dai secoli antichi e che già al tempo di Gesù era ampiamente conosciuta ed osservata. Sapienza che era ridotta, per lo più, ad una casistica. Se frequentavi un luogo impuro, se toccavi una cosa impura, se ti rendevi impuro con qualche comportamento, ecco che avevi da “scontare” un periodo di “penitenza” perché il peccato fosse rimesso. La casistica era diventata il primo insegnamento dei dottori e degli scribi che, con sapienza e dedizione, si prestavano a questo genere di insegnamento, dimenticando, però, il valore della persona. Questo insegnamento era così importante da essere addirittura ritenuto superiore alla stessa Parola rivelata di Dio.
Quella di Gesù è una sapienza diversa. Non è la sapienza che destruttura un insegnamento, quanto, piuttosto, la sapienza che coglie il valore dell’insegnamento antico. Sapienza che insegna che al primo posto viene la persona. Sapienza che riesce a trarre dalla Parola di Dio i valori in base ai quali giudicare cosa è impuro e cosa no. Sapienza che sa insegnare che Dio guarda il cuore dell’uomo e che, davanti a Dio, conta l’intenzione. Una intenzione impura rende impura qualsiasi realtà; un’intenzione pura santifica ogni cosa. È per questo che Gesù raccomanda di avere grande attenzione per il cuore, perché è dal cuore che nascono e che fluiscono quelle intenzioni cattive che, poi, rendono impuro l’uomo.
Questo è il condensato della sapienza degli antichi, delle profezie antiche, dei sapienti antichi: custodisco il tuo cuore, fluisce dal cuore la vita (Pr 4,23).
Geremia
3, 6a; 6, 8-12
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Il Signore mi disse: «Lasciati correggere, o Gerusalemme, perché io non mi allontani da te e non ti riduca a un deserto, a una terra disabitata». Così dice il Signore degli eserciti: «Racimolate, racimolate come una vigna il resto d’Israele; stendi ancora la mano verso i tralci come un vendemmiatore». A chi parlerò, chi scongiurerò perché mi ascolti? Il loro orecchio non è circonciso, non sono capaci di prestare attenzione. La parola del Signore è per loro oggetto di scherno, non ne vogliono sapere. Perciò sono pieno dell’ira del Signore, non posso più contenerla. «Riversala sui bambini nella strada e anche sul gruppo dei giovani, perché saranno presi insieme uomini e donne, l’anziano e il decrepito. Le loro case passeranno a stranieri, insieme con i loro campi e le loro donne, perché io stenderò la mano sugli abitanti della terra». Oracolo del Signore.
La sapienza del profeta Geremia è tutta costruita attorno ad un’immagine che noi non conosciamo: l’immagine del “racimolatore”. Il “racimolatore”, al tempo del raccolto o al tempo della vendemmia, passava tra i campi o tra le viti dopo che erano passati i mietitori, i vendemmiatori, per raccogliere ciò che era stato lasciato indietro, magari perché non ancora frutto maturo. Questa immagine serve al profeta per descrivere la sapienza dell’uomo di fede. Chi crede deve divenire come un racimolatore, come uno che raccoglie tutti i piccoli semi, tutti i piccoli indizi di sapienza che riesce a trovare e riesce a fare, di tutte queste cose, un tesoro.
Il profeta aveva poi toni molto duri contro Israele: non vivere questa spiritualità del racimolatore, equivale ad una vera e propria insipienza. Tutti gli indizi della sapienza conducono, poi, alla conversione, ed è in questo atteggiamento che consiste la vera sapienza dell’uomo di fede. Non raccogliere l’invito alla conversione che la sapienza rivolge costantemente all’uomo, è causa di dannazione, di allontanamento da Dio, di perdizione. Un insegnamento molto forte che dovrebbe far pensare anche ciascuno di noi. Anche noi, nella nostra tradizione, abbiamo ricevuto molti insegnamenti su ciò che è giusto e su ciò che giusto non è, ma che fine hanno fatto tutti questi insegnamenti?
Zaccaria
Zc 8, 1-9
Lettura del profeta Zaccaria
In quei giorni. La parola del Signore degli eserciti fu rivolta in questi termini: «Così dice il Signore degli eserciti: Sono molto geloso di Sion, un grande ardore m’infiamma per lei. Così dice il Signore: Tornerò a Sion e dimorerò a Gerusalemme. Gerusalemme sarà chiamata “Città fedele” e il monte del Signore degli eserciti “Monte santo”. Così dice il Signore degli eserciti: Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle, che giocheranno sulle sue piazze. Così dice il Signore degli eserciti: Se questo sembra impossibile agli occhi del resto di questo popolo in quei giorni, sarà forse impossibile anche ai miei occhi? Oracolo del Signore degli eserciti. Così dice il Signore degli eserciti: Ecco, io salvo il mio popolo dall’oriente e dall’occidente: li ricondurrò ad abitare a Gerusalemme; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, nella fedeltà e nella giustizia. Così dice il Signore degli eserciti: Riprendano forza le vostre mani. Voi in questi giorni ascoltate queste parole pronunciate dai profeti quando furono poste le fondamenta della casa del Signore degli eserciti per la ricostruzione del tempio».
Assai diversa e molto più dolce l’immagine di sapienza utilizzata da Zaccaria: l’immagine dei vecchi con il bastone in mano che popolano le piazze di Gerusalemme e che entrano in dialogo con i giovani, trasmettendo loro la sapienza della fede. Un’immagine molto diversa dalla precedente che insegna la stessa cosa. Solo quando lo spirito di conversione è vivo, solo quando si accoglie quella sapienza del tutto particolare che viene dalla fede, si generano futuro e sicurezza. Solo nella trasmissione dei valori della fede sta la vera sapienza di un popolo, la vera sapienza di un insieme di credenti, la vera sapienza di chi vuole vivere un cammino di fede significativo.
La Sapienza ci invita a:
- lasciarci guidare per comprendere cosa è puro e cosa non lo è;
- cercare di avere la pazienza del racimolatore per scoprire i diversi segni di sapienza che Dio dona al suo popolo;
- allearsi con gli anziani, per attingere dal loro patrimonio di fede e di esperienza la sapienza della vita.
Provocazioni di sapienza
- Cosa è per me puro? Cosa non lo è? In che rapporto sta il “mio” criterio con quello della fede?
- Ho la pazienza del racimolatore?
- Vivo un’alleanza con gli anziani e con il loro mondo di sapienza?
Preghiera alla Sapienza
Concedimi, o Dio, la sapienza del cuore, perché io sappia cosa è conforme ai tuoi voleri e cosa ti è gradito. E così sia.