Martedì 01 dicembre

Settimana della 3 domenica di Avvento – Martedì

Vangelo

Mt 15, 1-9
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono al Signore Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: “Onora il padre e la madre” e inoltre: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».

La sapienza dei comandamenti.

La sapienza dei profeti che si incarna in Gesù è il tema per questa settimana. Il Vangelo di oggi ne è un esempio chiarissimo. Mosè è considerato anche un profeta. L’opera di Mosè è rimasta scolpita nei comandamenti. Essi non sono solo una legge, ma sono un costante richiamo per Israele come anche per l’uomo di fede, a quella sapienza che viene dalla parola di Dio che, in essi, è espressa. È lo spirito dei comandamenti ad essere fonte di sapienza. Gesù polemizza con i suoi accusatori proprio su questo. Il 4° comandamento non è il comandamento dei bambini, ai quali si cerca di insegnare il rispetto e l’obbedienza. Piuttosto è il comandamento degli adulti, ai quali si ricorda il dovere di pietà che la cura per i genitori divenuti anziani comporta. Accadeva spesso che molti figli, invece di curare i genitori, vincolassero il proprio patrimonio al tempio, in maniera tale da essere sgravati, a tutti gli effetti, dalla cura dei genitori, per poi riscattare il proprio patrimonio dopo la morte degli anziani. Un escamotage che, ovviamente, non piace al Signore. Sa di inganno, sa di falsità, non è certo espressione di quella sapienza che Egli incarna e che avvera lo spirito della predicazione dei profeti. Ecco la differenza che il Signore introduce tra il “precetto di Dio” e il “precetto degli uomini”. Mentre il precetto di Dio è rivelazione di sapienza, quello degli uomini è pura convenzione, spesso sa di ipocrisia, falsità, anche se è comunque rispettato per convenienza. Il Signore rende vera la parola dei profeti poiché incarna questo spirito di verità.

Geremia

3, 6a; 5, 25-31
Lettura del profeta Geremia

In quei giorni. Il Signore mi disse: «Le vostre iniquità hanno sconvolto quest’ordine e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere; poiché tra il mio popolo si trovano malvagi, che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell’orfano, non difendono i diritti dei poveri. Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Cose spaventose e orribili avvengono nella terra: i profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine?».

La sapienza rivelata dal profeta Geremia con queste parole forti che oggi ascoltiamo, sa, davvero, di rimprovero. Meritatissimo. Il profeta, infatti, spiega ciò che avviene in moltissimi casi. I profeti stessi, diceva, perdono il gusto per rivelare la sapienza di Dio e compiacciono gli uomini; i sacerdoti governano su consiglio di profeti falsi; nessuno si occupa veramente dei poveri e di chi rimane ai margini di una società. Questa sapienza profetica è quella incarnata dallo stesso Signore Gesù. Tutto il suo ministero è rivelazione della vicinanza di Dio al povero. Tutto il suo ministero è richiamo, come abbiamo anche sentito nel Vangelo, perché ogni uomo sia attento a chi ha accanto e non giustifichi nulla di quanto opprime l’uomo impoverendolo. Questa sapienza che richiama la giustizia è la sapienza dei profeti, ma è anche la sapienza del Signore. Egli incarna quell’anelito di riscatto del povero di cui tutti i profeti antichi avevano parlato.

Zaccaria

Zc 6, 9-15
Lettura del profeta Zaccaria

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prendi fra i deportati, fra quelli di Cheldài, di Tobia e di Iedaià, oro e argento e va’ nel medesimo giorno a casa di Giosia, figlio di Sofonia, che è ritornato da Babilonia. Prendi quell’argento e quell’oro e ne farai una corona che porrai sul capo di Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote. Gli riferirai: Dice il Signore degli eserciti: Ecco un uomo che si chiama Germoglio: fiorirà dove si trova e ricostruirà il tempio del Signore. Sì, egli ricostruirà il tempio del Signore, egli riceverà la gloria, egli siederà da sovrano sul suo trono. Un sacerdote siederà sul suo trono e fra i due regnerà una pace perfetta. La corona resterà come gradito memoriale nel tempio del Signore, in onore di Cheldài, Tobia, Iedaià e in onore del figlio di Sofonia. Anche da lontano verranno a riedificare il tempio del Signore. Così riconoscerete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Ciò avverrà, se ascolterete la voce del Signore, vostro Dio».

La sapienza rivelata da Zaccaria ne è un ulteriore esempio. Nel suo tempo difficile il profeta vede un “germoglio” che riscatterà il popolo di Israele da tutte le sue iniquità. Senza addentrarci nella storia ebraica, comprendiamo però che quella profezia non era rivolta solamente ad Israele e che quelle parole erano riferite non solo ad un giovane rampollo che avrebbe riscattato il popolo stesso, ma a Cristo, al Messia, che viene come germoglio e riscatta tutti gli uomini dal loro peccato, aprendo a tutti la strada per il ritorno a Dio. Il profeta, quindi, sa indicare una rivelazione di sapienza che trascende e che va ben oltre il suo tempo, per giungere a compimento solo nel tempo messianico, solo nel tempo di Cristo.

La Sapienza ci invita a:

  • considerare come il ministero di Cristo compie ed avvera tutta l’opera dei profeti;
  • considerare come la sapienza della fede chiede di saper tenere insieme rivelazione della gloria di Dio e anelito alla giustizia sociale;
  • considerare come il vero “germoglio giusto” è il Signore Gesù, a cui tutti i popoli si devono rivolgere se vogliono ottenere sapienza e stabilità.

Provocazioni di sapienza

  • Mi lascio provocare da questa sapienza rivelata o sono anche io uno che segue solo i precetti degli uomini?
  • Questo Avvento mi sta aiutando anche a scoprire le esigenze dei poveri?
  • Che anelito alla giustizia esprimo con la mia vita?

Preghiera alla Sapienza

Dio Padre Onnipotente, tu che riveli ogni giorno la tua sapienza, aiutami a vedere le esigenze dei poveri di oggi, perché anch’essi possano condurmi a Te, che sei la fonte di ogni bene e di ogni pace. Amen.

2020-11-27T08:29:39+01:00