Settimana della 3 domenica di Avvento – Lunedì – Sant’Andrea
In questa terza settimana di Avvento vogliamo rileggere le Scritture alla luce della “sapienza dell’accoglienza” che abbiamo meditato anche nella liturgia di ieri. Oggi il ricordo di Sant’Andrea ci aiuta a meditare su questo tema particolare.
Vangelo
Mt 4, 18-22
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
La sapienza di una chiamata.
C’è una sapienza che è tipica di un posto. Ci sono luoghi della terra, intendo, in cui è inevitabile vivere una determinata forma di sapienza, tanto essa è radicata nel luogo dove ci si trova. Così che fin da bambini si “beve” una sapienza della quale poi risulta intrisa tutta la vita. La Galilea è un luogo di passaggio, è un luogo di stranieri, è un luogo dove l’accoglienza era praticata da tutti. Un luogo dove non si negava a nessuno un’ospitalità calorosa, già tipica di Israele ma, poi, ancor più, di quel luogo.
Non deve essere stato difficile, quel giorno, accogliere il Signore Gesù sulla propria barca. Andrea, poi, aveva già ricevuto l’indicazione da Giovanni il Battista che, guardando a Gesù, aveva detto: “ecco l’agnello di Dio”. Tanto era bastato per mettersi già alla sequela di quel maestro che nessuno ancora conosceva e che Giovanni aveva indicato nel corso della sua predicazione al Giordano.
Andrea e Pietro si sentono accolti: “venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Frase sibillina, ma, forse per il tono di voce, forse per lo sguardo, forse per quel suggerimento ricevuto da Giovanni il Battista, tanto è bastato per fare sì che Andrea e Pietro si mettessero alla sequela di Gesù.
È da quel sentirsi accolti dal Signore che nasce anche un’altra forma di condivisione. Giacomo, Giovanni, gli amici, i soci di una vita. Perché non condividere con loro quella chiamata? Perché non chiedere anche a loro di accogliere il Maestro? Forse sarà stata una indicazione di Andrea e di Pietro, forse Gesù avrà agito di suo, ma è dato di fatto che un’altra accoglienza, sulle rive di quel lago, diventa inizio di un cammino di santificazione. Anche i due fratelli, i “boanerghes”, iniziano il loro cammino di maturazione e di fede.
Accoglienza del Signore che significa accoglienza di un cammino nuovo, accoglienza di una sapienza di vita nuova. Non più la sapienza del pescatore, di colui che si intende di acqua, di vento, di reti, di lune… ma la sapienza del “pescatore di uomini”, di colui che andrà ad annunciare il Vangelo, di colui che porterà molti popoli a Cristo, di colui che dovrà soffrire per il Signore… Questa è e sarà la sapienza di Andrea e degli altri. La sapienza di una chiamata.
1 Re
1Re 19, 19b-21
Lettura del primo libro dei Re
In quei giorni. Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.
E’ la sapienza di Elia, che non vuole rimanere un profeta solo in Israele. È la sapienza di Eliseo, che si lascia chiamare e che, subito dopo la chiamata, sapendo bene che cosa è successo in lui, si distacca dai suoi beni e dai suoi affetti. Il saluto alla famiglia è segno di una vocazione del tutto nuova e singolare. Senza rinnegare ciò che è stato, senza tagliare con le proprie radici, Eliseo si dispone ad accogliere una sapienza nuova: la sapienza del profeta.
Accoglienza, poi, che si esprime nel distacco dai beni riservati al povero. È così che Eliseo uccide i suoi buoi per darli ai poveri. Quando uno si lascia toccare il cuore da Dio entra in una sapienza del tutto singolare: la sapienza di chi condivide con gli altri ciò che ha.
Galati
Gal 1, 8-12
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Andrea, come poi dirà bene Paolo, ha avuto un grande desiderio del cuore, una grande sapienza lo ha ispirato: la sapienza che porta a desiderare di piacere a Dio. Paolo diceva che, nella sua vocazione, un unico ideale lo ha guidato, un’unica sapienza lo ha illuminato: la sapienza di chi vuol piacere a Dio. Così è stato anche per Andrea: la sapienza della sua vita è stata solamente quella di voler piacere al Signore. È per questo che anch’egli, come tutti gli apostoli, ha trasmesso il Vangelo con fede viva, con il desiderio di annunciare Gesù Cristo, la sua morte, la sua risurrezione. Se Andrea non avesse avuto questo desiderio nel cuore sarebbe rimasto solo un pescatore di cui nessuno avrebbe parlato. Poiché ha avuto la sapienza di piacere a Dio, è un santo di cui facciamo singolare memoria.
La Sapienza ci invita a:
- sentirci chiamati alla sapienza dell’accoglienza di Dio e, quindi, degli uomini;
- sentirci chiamati alla sapienza della condivisione della fede e delle cose;
- sentirci chiamati alla sapienza di chi vuol piacere a Dio.
Provocazioni di sapienza
- Come intendo riprendere, per la mia vita, questa sapienza dell’accoglienza?
- In questa settimana, quale sapienza di condivisione potrò vivere?
- Anche per me il “piacere a Dio” diventa tema di sapienza?
Preghiera alla Sapienza
Signore Gesù, tu che hai chiamato Andrea dall’arte del pescatore alla sapienza del discepolo, aiuta anche me ad attingere a quella sapienza che sa rinnovare la vita e sa donare senso alla propria esistenza. Amen