Lunedì della quarta settimana dopo l’Epifania
Questa settimana, dopo la festa di San Giulio, abbiamo molte celebrazioni di Santi: oggi San Biagio, molto forte nella nostra devozione popolare, mercoledì Sant’Agata, giovedì Sant’Andrea Miki e compagni martiri, venerdì le sante martiri cartaginesi Perpetua e Felicita, sabato San Girolamo Emiliani. Santi che ci aiuteranno a comprendere le scritture che ci vengono proposte, e cioè la continuazione dei testi del libro del Siracide e le scene del ministero di Gesù tra insegnamenti ai discepoli, attività di guarigione ed incomprensioni.
Siracide
Sir 24, 30-34
Lettura del libro del Siracide
Io, la sapienza, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, ho detto: «Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora, la farò brillare molto lontano. Riverserò ancora l’insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future. Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano.
La sapienza, impersonificata da “donna sapienza”, continua il suo insegnamento. Essa riconosce che dapprima la sapienza è stata apprezzata da pochi, quasi un piccolo rivo, quasi un ruscello insignificante. Poi la schiera di coloro che hanno saputo apprezzare la fede di Israele si è fatta più fitta, il ruscello si è ingrossato, fino a diventare un vero e proprio fiume e, poi, addirittura un mare. È un’immagine molto bella di come coloro che cercano Dio allargano il loro numero man mano che la testimonianza della fede diventa più forte. Di qui la frase finale, che è un pò il capolavoro della prima lettura: “non ho lavorato soltanto per me ma anche per coloro che cercano la disciplina”. Il sapiente intende dire che il lavoro degli uomini di fede, l’esempio di coloro che sono cercatori di Dio, non è mai fine a sé stesso e non è mai solo per la singola persona che vive questa ricerca, questo lavoro. Chi ama Dio, chi, appunto, “cerca la disciplina”, allarga il suo giro, entra in comunione con tutti coloro che, animati dalla buona volontà e dallo spirito di fede, cercano davvero il volto del Signore. Questa frase potrebbe essere applicata a tutti i santi, per esempio anche a San Biagio. L’esempio di un santo non passa mai inosservato. La sua fama, il suo cercare la via della fede, il suo vivere gli insegnamento del Vangelo sono testimonianza che apre ad altri la medesima via da percorrere.
Vangelo
Mc 5, 24b-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Molta folla seguiva il Signore Gesù e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
È questa anche la logica del Vangelo. c’è una donna che apparentemente pensa a sé stessa, alla sua salute. Ella soffre da molto tempo, ha perso tempo e soldi con i medici che non l’hanno guarita ed è così affranta che si rivolge con fede al Signore, senza volerlo nemmeno disturbare. Nel suo dolore ella mantiene tutta la sua umiltà: le basta toccare il lembo del mantello. Questa donna sa che basterà quel gesto, basterà anche solo toccare l’ultima frangia del mantello da ebreo di Gesù. È Gesù che vuole che questa donna esca allo scoperto, è il Maestro che vuole non tanto conoscere chi è – Egli già la conosce e già sa il motivo del suo toccarlo – ma vuole che sia di esempio anche per altri. Parafrasando le parole della prima lettura potremmo dire che Gesù vuole che la sapienza umile di questa donna che ha fede e che confida nella forza di Dio, divenga esempio anche per altre persone, per tutti coloro che cercano da Dio una grazia particolare, un incontro significativo… questa donna “non ha lavorato soltanto per sé ma per tutti coloro che cercano al disciplina”, è maestra di fede per tutti coloro che cercano con forza e con assiduità il volto di Dio.
Per Noi
Poiché la donna del Vangelo è una donna comune, una donna senza nome, una del popolo, potremmo pensare di metterci tutti al suo posto. Tutti noi potremmo essere coloro che “non lavorano soltanto per sé ma per tutti coloro che cercano al disciplina”! è il principio della testimonianza ecclesiale, è il principio del lavoro umile che si fa nelle nostre parrocchie, è il principio della fede. Se noi avremo fede sincera, se noi ci daremo ad un servizio disinteressato, gratuito, solidale, il nostro esempio verrà notato da qualcuno. È certo che qualcuno lo seguirà, esattamente come noi possiamo avere seguito l’esempio di altri. Anche noi, credo, siamo stati un giorno attratti dall’umile fede di qualcuno che ci ha preceduto, dal servizio generoso di qualcuno che abbiamo conosciuto e che ci è stato di testimonianza. Anche di tutti costoro si deve dire che hanno lavorato per tutti coloro che amano la disciplina, tra cui siamo anche noi. Non perdiamoci d’animo, ogni volta che ci sembra che la fede sia sempre incapace di radunare le folle! Se la nostra testimonianza sarà come quella descritta dal Vangelo, basterà a conquistare il cuore di qualcuno e a condurlo a Dio.
- Sono uno che intende vivere questa sapienza di fede?
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