Settimana della 2 domenica della dedicazione – venerdì – San Carlo Borromeo
Il tema del giorno
San Carlo e la preghiera
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA 1Gv 3, 13-16
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
Oppure:
LETTURA AGIOGRAFICA
Vita di san Carlo Borromeo, vescovo
Carlo nacque ad Arona il 2 ottobre 1538 dalla nobile famiglia Borromeo. Per le consuetudini dell’alta società del tempo, poiché era secondogenito, fu associato fin dalla fanciullezza allo stato clericale. Quando lo zio materno venne eletto papa con il nome di Pio IV, Carlo fu subito chiamato a Roma come il primo e più stretto collaboratore del pontefice. All’età di 22 anni ricevette la porpora cardinalizia, con l’incarico di sovrintendere agli affari più importanti della Chiesa. Poco dopo fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Milano, senza obbligo di residenza. Si impegnò coscienziosamente nel suo lavoro, soprattutto nell’ultimo periodo del Concilio di Trento e nella sua delicata fase conclusiva. Avvertì allora sempre più vivo il richiamo a una dedicazione più generosa al Signore. Gli incontri, le letture, le relazioni con personalità impegnate per la restaurazione della vita cristiana tracciarono il cammino verso una totale dedizione al ministero pastorale. Chiese di ricevere l’ordinazione sacerdotale, che gli fu conferita il 17 luglio 1563; e il 7 dicembre dello stesso anno, nel giorno dell’ordinazione di sant’Ambrogio, si fece consacrare vescovo. Ritenendosi, in forza dell’ordinazione, arcivescovo di Milano a tutti gli effetti, presentò al papa il 25 gennaio 1564 la richiesta del pallio: in realtà la nomina canonica ad arcivescovo gli giunse soltanto nel maggio di quello stesso anno. In obbedienza ai decreti del Concilio di Trento, decise di lasciare Roma e di trasferirsi a Milano per dimorare in mezzo al gregge che gli era stato affidato. Si consacrò totalmente al ministero episcopale, dando a tutti esempio di intensa preghiera, di ammirevole impegno pastorale, di austera penitenza. Attese con straordinaria energia all’opera della riforma, celebrando diversi concili provinciali e numerosi sinodi, visitando con assiduità la sua vasta arcidiocesi, istituendo i seminari per la formazione del clero, riconducendo le famiglie religiose alla giusta disciplina. Lasciò vari scritti, utili soprattutto ai vescovi per ben governare, e promosse la redazione del Catechismo dei parroci. Uomo di grande costanza e personalmente schivo, difese con fermezza i diritti e la libertà della Chiesa. Durante la peste organizzò l’assistenza ai malati e curò personalmente l’amministrazione dei sacramenti, giungendo a spogliare delle suppellettili la sua casa per dare sollievo all’indigenza. Mentre si trovava nella solitudine del Sacro Monte di Varallo per trascorrere alcuni giorni in profonda meditazione della passione di Cristo, fu assalito dalla febbre. Tornato a Milano, il male si aggravò: con gli occhi fissi al Crocifisso, morì il 3 novembre 1584. L’1 novembre 1610 papa Paolo V lo iscrisse nell’albo dei santi.
SALMO Sal 22 (23)
Il buon pastore dà la vita per le sue pecore.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia. R
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. R
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R
EPISTOLA Ef 4, 1b-7. 11-13
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
VANGELO Gv 10, 11-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Diceva il Signore Gesù ai farisei: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore».
San Carlo e la preghiera
La preghiera di San Carlo è la stella che ci deve guidare oggi, in questa annuale ricorrenza che si illumina dal tema generale che il Vescovo ci ha affidato per questo anno pastorale. Come pregava dunque San Carlo?
Secondo il suo biografo, San Carlo viveva in una sorta di preghiera continua. La preghiera di San Carlo non era un tempo della sua giornata, non era un’opera che coinvolgeva il santo in alcuni momenti del giorno. La sua mente era costantemente sprofondata in Dio, così che, anche quando doveva trattare degli affari più diversi, appariva chiaro che ciò che diceva nasceva da una attenta e profonda contemplazione del mistero di Dio.
San Carlo aveva poi alcuni momenti di preghiera personalissima e intensa, momenti che viveva nella notte per lo più. Nel palazzo arcivescovile si conserva ancora la cappella a lui intitolata, dove il santo era solito passare molte notti in orazione. La preghiera della notte era la preghiera del gemito. San Carlo pregava a voce alta e i suoi gemiti si sentivano nelle stanze attigue dove riposavano i membri della famiglia arcivescovile. Non si intendeva la voce distinta, ma si capiva che la sua preghiera era intensa e il biografo ce ne dà notizia.
La preghiera di San Carlo si alimentava a una forte pietà eucaristica. Sua è anche la costruzione o la ristrutturazione di moltissime chiese della Diocesi, dove il tabernacolo spicca per forma, grandezza, centralità. San Carlo riteneva che il centro di ogni sua giornata fosse proprio la spiritualità legata all’Eucarestia e insegnò, con la sua vita e con i suoi scritti, ad avere sempre in massima considerazione il Sacramento della presenza di Cristo.
La preghiera di San Carlo era profondamente mariana. Sua è l’attenzione a quei luoghi particolari che noi chiamiamo i Sacri Monti, luoghi di preghiera per lo più legati a Maria dove, anche attraverso l’arte ma, soprattutto, attraverso la preghiera del Rosario, San Carlo insegnava al popolo di Dio il valore della fede, della fedeltà a Dio, della preghiera.
Infine dobbiamo dire che la preghiera di San Carlo seppe essere sostenuta più volte dal digiuno, dalla penitenza, da qualche segno di rinuncia grande. San Carlo ebbe a cuore che la sua vita fosse sempre attenta ad essere tutta unificata in Cristo, per questo anche le forme di penitenza che sceglieva per sé o che dava ad altri, erano tutte volte a far risplendere la vita di fede sua o delle persone di cui si curava.
Infine la preghiera di San Carlo conosceva anche la forma del pellegrinaggio, così che, dovendosi spostare a lungo e per molti chilometri, San Carlo faceva anche del tempo degli spostamenti il tempo della preghiera e dell’unione spirituale a Dio.
Noi e la preghiera di San Carlo
Credo che tutti avvertiamo una grandissima distanza, una grandissima sproporzione tra la nostra preghiera e quella di San Carlo. Avvertiamo che, di fronte ad un gigante della preghiera come lo fu San Carlo, noi siamo poveri, soli. Avvertiamo che la nostra preghiera è poca cosa, che tutti siamo davvero lontani anni luce da tutto quello che fu il modo di pregare, di vivere il Vangelo, di unirsi a Dio di San Carlo.
Eppure questa festa non serve per farci capire la nostra piccolezza e la grandiosa statura di Carlo. Al contrario deve farci capire che noi siamo chiamati alla medesima meta e a vivere qualcosa di molto simile rispetto a quello che visse il Santo.
Intenzioni di preghiera
- Suggerirei, allora, di chiedere a San Carlo la sua preziosa intercessione per convincerci della forza della preghiera. Chiediamo a San Carlo di farci comprendere che la medesima forza di preghiera possiamo raggiungerla anche noi, se, diligentemente, attingeremo alla fonte del Vangelo, dell’Eucarestia, della preghiera mariana, della penitenza, della contemplazione, del gemito. Chiediamo a San Carlo di non farci mai abituare ad una sola forma di preghiera, ma di farci spaziare, per capire che sono diversi i modi con i quali noi possiamo parlare con Dio a seconda della situazione di vita che stiamo vivendo.
- Chiediamo a San Carlo di farci sentire il gusto per la santità. San Carlo, grazie alla sua preghiera intensa, vigile, forte, ha saputo gustare quella santità di vita alla quale si sentiva chiamato. Chiediamo anche noi, in questo anno tutto dedicato alla preghiera, la forza di sentire la bellezza della chiamata alla santità e di sapervi corrispondere.
Rivolgiamoci a San Carlo perché ci aiuti a vivere con fede questo giorno in onore del Signore che, nei suoi santi, ci chiama alla santità della vita.