Settimana della 2 domenica dopo la dedicazione – sabato
Il tema del giorno
Piccoli per il regno
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Dt 30, 1-14
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Quando tutte queste cose che io ti ho poste dinanzi, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate su di te e tu le richiamerai alla tua mente in mezzo a tutte le nazioni dove il Signore, tuo Dio, ti avrà disperso, se ti convertirai al Signore, tuo Dio, e obbedirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il cuore e con tutta l’anima, secondo quanto oggi ti comando, allora il Signore, tuo Dio, cambierà la tua sorte, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo da tutti i popoli in mezzo ai quali il Signore, tuo Dio, ti aveva disperso. Quand’anche tu fossi disperso fino all’estremità del cielo, di là il Signore, tuo Dio, ti raccoglierà e di là ti riprenderà. Il Signore, tuo Dio, ti ricondurrà nella terra che i tuoi padri avevano posseduto e tu ne riprenderai il possesso. Egli ti farà felice e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. Il Signore, tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore della tua discendenza, perché tu possa amare il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima e viva. Il Signore, tuo Dio, farà cadere tutti questi giuramenti imprecatori sui tuoi nemici e su quanti ti odieranno e perseguiteranno. Tu ti convertirai, ascolterai la voce del Signore e metterai in pratica tutti questi comandi che oggi ti do. Il Signore, tuo Dio, ti farà sovrabbondare di beni in ogni lavoro delle tue mani, nel frutto delle tue viscere, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo. Il Signore, infatti, gioirà di nuovo per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri, quando obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e quando ti sarai convertito al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».
SALMO Sal 98 (99)
Esaltate il Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. R
Invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. R
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R
EPISTOLA Rm 10, 5-13
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, Mosè descrive così la giustizia che viene dalla Legge: «L’uomo che la mette in pratica, per mezzo di essa vivrà». Invece, la giustizia che viene dalla fede parla così: «Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo?» – per farne cioè discendere Cristo –; oppure: «Chi scenderà nell’abisso? » – per fare cioè risalire Cristo dai morti. Che cosa dice dunque? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
VANGELO Mt 11, 25-27
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Deuteronomio
Il Deuteronomio, questa mattina, lascia un po’ i toni trionfalistici che normalmente ascoltiamo e ci fa leggere una verità grande. L’autore sacro afferma che Dio non avrebbe mai abbandonato il suo popolo. Intendendo: i piccoli che si rivolgono a Dio, gli uomini di fede; costoro non saranno mai abbandonati da Dio. Può accadere, come di fatto è accaduto, che il popolo nel suo insieme venga attaccato, distrutto, oppresso, annientato. Tutte cose che, nel corso della storia, si sono realizzate più volte. Ma non accadrà mai, dice il testo, che gli uomini di Israele saranno del tutto tolti dalla faccia della terra. I piccoli, gli uomini che si fidano di Dio, saranno sempre da Lui condotti, radunati, richiamati, riunificati. Precisando anche chi sono questi uomini di fede, i piccoli che si fidano di Dio. Sono coloro che non dicono che la fede è qualcosa di estremamente difficile, complesso. Al contrario, sono coloro che sentono viva la voce di Dio che, attraverso le cose della vita, chiama alla conoscenza del volto dell’Altissimo.
Vangelo
Questa è la fede di Gesù, questa è la sua consapevolezza. Gesù è ben conscio di quanto affermava il Primo Testamento tanto da ribadire, ampliando, il concetto. Gesù “esulta nello spirito”, cioè si rallegra con il Padre perché nel mondo ci sono sempre dei “piccoli”, ovvero uomini, donne che sanno cogliere il vero senso della fede, che sanno proclamare il nome di Dio rispettandolo, che sanno pregare. La preghiera che abbiamo sentito dalla viva voce del Signore è il fondamento di ogni preghiera di lode. Anche di quella lode che dovremmo elevare noi a Dio per tutti i benefici che riceviamo o per le cose belle di cui Dio ci rende partecipi. All’esultanza di Gesù si dovrebbe unire anche la nostra, ogni volta che vediamo qualcosa di bello accadere tra noi, o qualche cosa di bello che ci circonda, ci sorprende, ci allarga il cuore.
Romani
La fede di Israele che si unisce alla predicazione di Gesù è il contenuto centrale del passo della lettera ai Romani che abbiamo ascoltato. San Paolo, mentre è nel vivo della predicazione del Vangelo ai pagani, comprende che quello che l’Israele antico affermava per sé stesso, grazie alla venuta del Signore, è applicabile a tutti i popoli e, per questo, anche Paolo pronunciava parole di lode a Dio che non si stanca mai di chiamare a sé uomini. Uomini che, da ogni parte della terra, pur appartenendo a tradizioni diverse, si convertono, dando così lode a Dio e magnificando i suoi benefici. Questa lode universale è ciò che rimane sempre come tesoro prezioso presso ogni generazione. È un inno all’universalità della fede, è un invito a contemplare come i benefici di Dio non conoscono confini. Tutto è dono suo e, in qualsiasi parte della terra, sarà possibile lodare il nome di Dio proprio perché tutti siamo invitati a conoscere il mistero che si rivela.
Intenzioni di preghiera
- Preghiamo per noi. Chiediamo per noi, anzitutto, la capacità di vedere i benefici di Dio, di magnificare il suo nome per essi. Chiediamo al Signore la forza di rimetterci davanti a Lui sempre in atteggiamento di contemplazione per saper vedere le grandi cose che Dio crea sempre per tutti gli uomini. In questo anno dedicato alla preghiera, chiediamo anche di saper riscoprire la preghiera di lode, che spesso dimentichiamo o facciamo assai raramente.
- Preghiamo per la Chiesa universale. Preghiamo anche per avere il respiro di Paolo, il respiro di chi sente che tutto l’universo dà lode a Dio, tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza. Spesso siamo un po’ rinchiusi nei nostri piccoli schemi, nelle nostre piccole cose. San Paolo ci ha fatto respirare il bello dell’essere Chiesa universale. Chiediamo al Signore che non venga mai meno in noi questo respiro di universalità.
- Preghiamo per la pace. Preghiamo infine per la pace. La prima lettura ci ha ricordato che la storia degli uomini è fatta di oppressione, di mancanza di rispetto, di soprusi, di guerre. Anche noi vediamo assai bene che, nel nostro tempo, non mancano queste cose terribili che l’uomo è in grado di rinnovare sempre nel corso della sua storia. Preghiamo per la pace e di fronte alle nuove minacce cerchiamo di non tacere e di pregare il Dio della pace perché doni questo bene preziosissimo a ciascuno di noi.