Ferie prima dell’Epifania – Martedì
Questo giorno è già tutto rivolto a questa sera, quando, con la solenne liturgia vigiliare, entreremo nella Solennità dell’Epifania. Nella Chiesa antica era quella l’unica Messa che si celebrava, con il concorso di tutto il popolo e che si protraeva per gran parte della notte. La data dell’Epifania era una delle due date dell’anno in cui la Chiesa battezzava tutti coloro che si erano lungamente preparati attraverso l’itinerario catecumenale proposto. Ecco perché questa mattina siamo educati dalle Scritture, a ripensare al Battesimo.
Vangelo
Gv 1, 29a. 30-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Giovanni, vedendo il Signore Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Lo dice bene il Vangelo, che ci ha riproposto, ancora una volta, la figura di Giovanni il Battista che abbiamo già abbondantemente incontrato e commentato nel tempo di Avvento. Il Battesimo di Giovanni rimanda, però, a colui che battezza in “Spirito Santo e fuoco”. Il Battesimo per la conversione e per la remissione dei peccati lascia spazio al Battesimo che anche noi abbiamo ricevuto diventando figli di Dio, come ci è stato abbondantemente detto e ripetuto in questi giorni.
Tito
Tt 3, 3-7
Lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Anche la lettura ci parlava del Battesimo “nell’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo che Dio ha effuso abbondantemente su di noi per mezzo di Gesù Cristo salvatore nostro, perché, giustificati per la sua grazia, diventassimo nella speranza eredi della vita eterna”. Riconosciamo, in queste parole di San Paolo, il nostro Battesimo, il Battesimo che noi tutti abbiamo ricevuto nella sapienza e nella tradizione della Chiesa, evento che ci ha resi figli di Dio e operatori di misericordia in tutto il popolo santo di Dio.
Per noi
Credo che tutti faremmo bene ad avvicinarci alla festa che celebreremo a partire da stasera, cercando di fare memoria spirituale del nostro Battesimo. Che eredità devono lasciare in noi le feste natalizie che stiamo celebrando? Che eredità deve lasciare in noi il Natale che abbiamo celebrato quest’anno? Io credo che debba lasciarci in eredità questa sapienza: la sapienza di chi rinnova la propria coscienza battesimale e si rende strumento di Dio per l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della sua misericordia in mezzo al mondo. Se comprenderemo questa sapienza che è alla nostra portata e che ci permette di realizzare pienamente la nostra vocazione battesimale, renderemo un buon servizio alla Chiesa di Dio di cui facciamo parte.