Venerdì 05 marzo

Settimana della seconda domenica di Quaresima – Venerdì

Il venerdì, come dicevo la scorsa settimana, riprendiamo il cammino con le belle letture che il Vespero ci dona di leggere.

La liturgia del vespero – i testi

VESPRI
Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

oppure:

Signore ascolta la nostra preghiera.

E il nostro grido giunga fino a te.

RITO DELLA LUCE
Come nube d’incenso,

la mia preghiera, Signore, s’innalzi.

Guarda le mani a te levate, o Dio,

sacrificio di lode nella sera.

A te grido, soccorri,

ascolta questa voce che ti implora.

Guarda le mani a te levate, o Dio,

sacrificio di lode nella sera.

Poni la tua custodia alle mie labbra,

non ceda il cuore al fascino del male.

Guarda le mani a te levate, o Dio,

sacrificio di lode nella sera.

Come nube d’incenso,

la mia preghiera, Signore, s’innalzi.

Guarda le mani a te levate, o Dio,

sacrificio di lode nella sera.

 

INNO
Cristo, che a nostra salvezza

disponi il santo digiuno,

vieni e conforta il tuo popolo

che celebra la Quaresima.

Ispira il pentimento,

poni sul labbro la supplica

che mitighi la giustizia

e muova il Padre al perdono.

La grazia tua ci liberi

dal passato colpevole

e un futuro innocente

pietosa a noi propizi.

L’annuo fervore ci doni,

purificando i cuori,

di tendere ancora una volta

alla beata Pasqua.

O Trinità, potente unico Dio,

l’universo di adori

e, liberato dal male,

ti canti un cantico nuovo. Amen.

RESPONSORIO Cfr. Gb 31, 33; Sal 50 (51), 11

Ho nascosto la mia colpa come se fosse un tesoro,

ho tenuto segreta l’iniquità del mio cuore.

Ho peccato: Signore, abbi pietà.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,

cancella tutte le mie colpe.

Ho peccato: Signore, abbi pietà.

 

I LETTURA Dt 5, 1-22
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè convocò tutto Israele e disse loro: «Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggi io proclamo ai vostri orecchi: imparatele e custoditele per metterle in pratica. Il Signore, nostro Dio, ha stabilito con noi un’alleanza sull’Oreb. Il Signore non ha stabilito quest’alleanza con i nostri padri, ma con noi che siamo qui oggi tutti vivi. Il Signore sul monte vi ha parlato dal fuoco faccia a faccia, mentre io stavo tra il Signore e voi, per riferirvi la parola del Signore, perché voi avevate paura di quel fuoco e non eravate saliti sul monte. Egli disse: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato. Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai testimonianza menzognera contro il tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo. Non bramerai la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il

suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”. Sul monte il Signore disse, con voce possente, queste parole a tutta la vostra assemblea, in mezzo al fuoco, alla nube e all’oscurità. Non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede».

Oppure (Anno B)

I LETTURA Es 20, 1-24

Lettura del Libro dell’Esodo

In quei giorni. Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e noi ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!». Mosè disse al popolo: «Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore sia sempre su di voi e non pecchiate». Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura dove era Dio. Il Signore disse a Mosè: «Così dirai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo! Non farete dèi d’argento e dèi d’oro accanto a me: non ne farete per voi! Farai per me un altare di terra e sopra di esso offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò far ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò”».

SALMELLO Cfr. Sal 33 (34), 10. 2

Temete il Signore, suoi santi,

nulla manca a coloro che lo temono.

Benedirò il mio Signore in ogni tempo,

nella mia bocca sempre la sua lode.


ORAZIONE
Concedi, Padre, alla Chiesa perfetta fedeltà dell’animo alla tua legge, perché possa sempre più impreziosirsi della divina ricchezza della grazia. Per Cristo nostro Signore.

II LETTURA 1Sam 2, 26-35
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Il giovane Samuele andava crescendo ed era gradito al Signore e agli uomini. Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: «Così dice il Signore: “Non mi

sono forse rivelato alla casa di tuo padre, mentre erano in Egitto, in casa del faraone? L’ho scelto da tutte le tribù d’Israele come mio sacerdote, perché salga all’altare, bruci

l’incenso e porti l’efod davanti a me. Alla casa di tuo padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuoco, offerti dagli Israeliti. Perché dunque avete calpestato i

miei sacrifici e le mie offerte, che ho ordinato nella mia dimora, e tu hai avuto più riguardo per i tuoi figli che per me, e vi siete pasciuti con le primizie di ogni offerta d’Israele mio popolo? Perciò, ecco l’oracolo del Signore, Dio d’Israele: Sì, avevo detto alla tua casa e alla casa di tuo padre che avrebbero sempre camminato alla mia presenza. Ma ora – oracolo del Signore – non sia mai! Perché chi mi onorerà anch’io l’onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo. Ecco, verranno giorni in cui io troncherò il tuo braccio e il braccio della casa di tuo padre, sì che non vi sia più un anziano nella tua casa. Vedrai un tuo nemico nella mia dimora e anche il bene che egli farà a Israele, mentre non ci sarà mai più un anziano nella tua casa. Qualcuno dei tuoi tuttavia non lo strapperò dal mio altare, perché ti si consumino gli occhi e si strazi il tuo animo, ma tutta la prole della tua casa morirà appena adulta. Sarà per te un segno quello che avverrà ai tuoi due figli, a Ofni e Fineès: nello stesso giorno moriranno tutti e due. Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele, che agirà secondo il mio cuore e il mio animo. Io gli darò una casa stabile e camminerà davanti al mio consacrato, per sempre”».

SALMELLO Cfr. Sal 12 (13), 4. 1
Guarda, rispondimi,

Signore, mio Dio.

Fino a quando continuerai a dimenticarmi,

fino a quando mi nasconderai il tuo volto?


ORAZIONE
Dio, che ci salvi solo perché sei pietoso, fa’ che sperimentiamo sempre la tua misericordia, così da evitare la severità di quel giudizio, che nessuno può affrontare sereno e sicuro se la tua grazia non lo conforta. Per Cristo nostro Signore.

III LETTURA Lv 25, 1-2a; 26, 3-13
Lettura del libro del Levitico

In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai e disse: «Parla agli Israeliti dicendo loro: “Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li metterete in pratica, io vi darò le piogge al loro tempo, la terra darà prodotti e gli alberi della campagna daranno frutti. La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; mangerete il vostro pane a sazietà e abiterete al sicuro nella vostra terra. Io stabilirò la pace nella terra e, quando vi coricherete, nulla vi turberà. Farò sparire dalla terra le bestie nocive e la spada non passerà sui vostri territori. Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. Io mi volgerò a voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò e confermerò la mia alleanza con voi. Voi mangerete del vecchio raccolto, serbato a lungo, e dovrete disfarvi del raccolto vecchio per far posto al nuovo. Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e non vi respingerò. Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete mio popolo. Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, perché non foste più loro schiavi; ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare a testa alta”».

SALMELLO Cfr. Sal 79 (80), 19. 2
Da te, Signore, più non ci allontaneremo,

ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.

Ascolta, tu, pastore d’Israele,

tu che guidi Giuseppe come un gregge.


ORAZIONE
Accogli, o Dio clemente, la preghiera che ti innalziamo con umile gioia perché, conoscendo che tu ci sei padre, dal tuo amore paterno ci sentiamo ascoltati e soccorsi. Per

Cristo nostro Signore.

IV LETTURA 1Re 18, 21-39
Lettura del primo libro dei Re

In quei giorni. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo

non gli rispose nulla. Elia disse ancora al popolo: «Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due

giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il

fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».

Elia disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco». Quelli

presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non vi fu voce, né chi

rispondesse. Quelli continuavano a saltellare da una parte all’altra intorno all’altare che avevano eretto. Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell’offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d’attenzione. Elia disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi a me!». Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: «Israele sarà il tuo nome». Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all’altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: «Riempite quattro anfore d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero. Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Fatelo per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta

Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola.

Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna,

le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!».

SALMELLO Cfr. Sal 102 (103), 1-2
Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tanti suoi benefici.

 

ORAZIONE
Creatore eterno dell’universo, donaci di confessare il tuo nome nel mondo con la parola e con la vita, perché tu sia da tutti invocato come l’unico vero Dio. Per Cristo nostro Signore.


SALMODIA
Salmo 114

 

Ant. 1 Oppressi dalla tristezza e dall’angoscia ti invochiamo ogni giorno, Signore: * abbi pietà di noi.

Amo il Signore perché ascolta *

il grido della mia preghiera.

Verso di me ha teso l’orecchio *

nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte, †

ero preso nei lacci degli inferi,*

ero preso da tristezza e angoscia.

Allora ho invocato il nome del Signore: *

«Ti prego, liberami, Signore».

Pietoso e giusto è il Signore, *

il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge i piccoli: *

ero misero ed egli mi ha salvato.

Ritorna, anima mia, al tuo riposo, *

perché il Signore ti ha beneficato.

Si, hai liberato la mia vita dalla morte, †

i miei occhi dalle lacrime, *

i miei piedi dalla caduta.

Io camminerò alla presenza del Signore *

nella terra dei viventi.

Gloria al Padre, e al Figlio *

E allo Spirito Santo.

Come era in principio e ora e sempre *

Nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1 Oppressi dalla tristezza e dall’angoscia ti invochiamo ogni giorno, Signore: *

abbi pietà di noi.

Salmo 120

 

Ant. 2 La tua destra, Signore, ci venga in aiuto.

Alzo gli occhi verso i monti: *

da dove mi verrà l’aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore, *

egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede, *

non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà, non prenderà sonno, *

il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode, †

il Signore è la tua ombra *

e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole, *

né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male: *

egli custodirà la tua vita.

Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, *

da ora e per sempre.

Gloria al Padre, e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

Come era in principio e ora e sempre *

Nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2 La tua destra, Signore, ci venga in aiuto.

ORAZIONE
Conserva ancora, Signore Gesù, verso di noi la divina attitudine a perdonare: tu che hai redento l’uomo immeritevole non permettere che il frutto della tua misericordia si perda a causa della nostra arroganza.  Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

ACCLAMAZIONI A CRISTO SIGNORE

A Cristo, sacerdote eterno, eleviamo le nostre invocazioni:

L Tu che mondi la Chiesa da ogni bruttura, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

L Tu che estingui la sete di chi ti chiede l’acqua della vita, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

L Tu che ai credenti elargisci lo Spirito di sapienza, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

L Tu che in questo tempo di salvezza rinnovi i nostri cuori, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

L Tu che guidi il tuo popolo nel deserto dell’esistenza, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

L Tu che dalle tenebre dell’errore ci hai chiamato alla luce della fede, Kyrie, eleison.

T Kyrie, eleison.

PADRE NOSTRO

CONCLUSIONE
Il Signore ci benedica e ci custodisca.

Amen.

oppure:

La santa Trinità ci salvi e ci benedica.

Amen.

Benedizione con la reliquia della Santa Croce

Il sacerdote che presiede si reca al luogo dove è custodita la reliquia della Santa Croce e la porta all’altare, dove viene incensata al canto della sallenda:

Adoriamo la tua croce, o Signore,

Adoriamo il mistero della tua croce

E la salvezza che viene da te crocifisso.

Gloria al Padre e al Figlio

E allo Spirito Santo.

Come era nel principio e ora e sempre

Nei secoli dei secoli. Amen.

Adoriamo la tua croce, o Signore,

Adoriamo il mistero della tua croce

E la salvezza che viene da te crocifisso.

ORAZIONE

Il sacerdote che presiede canta:

Preghiamo (pausa di preghiera silenziosa)

O Dio, che ci hai redento con il tuo sangue prezioso del tuo Unigenito, liberaci dalle catene dei peccati, poiché adoriamo la croce, da cui ci venne la vita.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Oppure:

Il sangue prezioso del tuo Figlio unigenito

ha reso sacro, o Dio, l’emblema della croce

e ne ha fatto un simbolo di salvezza;

a quanti signorino di seguire questo santo vessillo

concedi sempre la tua protezione.

Per Cristo Nostro Signore.

Amen.

 

Il sacerdote che presiede prosegue cantando:

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito.

Kyrie Eleison, Kyrie Eleison, Kyrie Eleison.

Diamo lode al Signore.

Rendiamo grazie a Dio.

 

Si intona l’inno Vexilla Regis, durante il quale la reliquia della Santa Croce viene incensata.

Del Re il vessillo sfolgora,

la Croce appare in gloria,

ove il Creator degli uomini

è appeso a un patibolo.

I chiodi lo trafiggono,

Gesù sospeso sanguina:

s’immola qui la vittima

che il mondo vuol redimere.

Spietata poi la lancia

trapassa il cuore esanime;

l’acqua e il sangue sgorgano

che i nostri errori lavano.

Veraci ora si adempiono

le profezie di Davide:

dal legno del patibolo

regna il Signor dei secoli.

Albero degno e fulgido,

del Re il sangue sfolgora;

il solo eletto a reggere

le membra tue santissime.

Beata Croce, simile

a mistica bilancia!

Tu porti, appesa vittima,

chi ci salvò dagli inferi.

Il sacerdote che presiede imparte la benedizione cantando:

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

 

Dopo averla incensata, il sacerdote che presiede ripone la reliquia della Santa Croce nel luogo dove è custodita, mentre l’assemblea conclude l’inno.

Croce, speranza unica,

la Chiesa oggi ti celebra:

ai buoni aggiunge grazie,

ai rei cancella i crimini.

O Trinità ti adorino

i tuoi credenti unanimi:

la Croce ebbe a redimerli,

con la tua Croce salvali.

Amen.

La celebrazione si conclude, secondo l’opportunità, con un canto.

 

Deuteronomio

La lezione del Deuteronomio si connette direttamente alla prima lettura di domenica scorsa. Abbiamo riascoltato, anche questa sera, il dettato del decalogo, secondo la versione del Deuteronomio. La Quaresima ci riporta a leggere i comandamenti proprio per ricordarci qual è la matrice della nostra fede e per dirci, con il linguaggio sempre suggestivo delle due tavole, cosa il Signore chiede al suo popolo. Per il tema che prenderà proprio questa catechesi, mi soffermo brevemente sulle parole a commento del 1° comandamento. “Il Signore tuo Dio è un Dio geloso”. È una frase che ricorre molto spesso nell’Antico Testamento, specialmente nel Pentateuco. Questa dizione ci ricorda che il Signore chiede fedeltà. Dio si rivela al suo popolo, chiede di essere accolto nella sua rivelazione e chiede di essere fedeli al cammino di fede. Fedeli, cioè, nonostante le stanchezze, nonostante le difficoltà che il cammino di fede ha, da sempre, ieri e oggi, di andare avanti. Credere in Dio non è un’attività che può essere intrapresa e può essere sospesa. Credere in Dio è un cammino e, per questo, uno procede nel cammino che sta facendo. Magari tra alti e bassi, ma continua a camminare. Questa la bellezza della prima parola, del primo comandamento. Il Signore ti chiede di avere cura della tua fede, di avere cura della tua fedeltà, di avere cura del tuo rapporto con Dio, ieri e oggi, nella antica alleanza, così come nella nuova alleanza. Come dire: i comandamenti, ovvero la via della libertà, possono essere compresi, possono essere ritenuti solo dall’anima fine che sa essere attenta alle cose di Dio.

Samuele

La seconda lettura insiste in questo argomento di catechesi, la fedeltà alla legge di Dio. Lo fa in negativo, mostrandoci gli esempi deviati di sacerdoti che non hanno custodito per sé la via dei comandamenti e sono risultati, così, infedeli. “Perché avete calpestato i miei sacrifici e le mie offerte?”. È una requisitoria molto dura, è un rimprovero davvero molto forte, che intende dire una verità assoluta: se i sacerdoti, coloro che sono deputati al culto, non stimano, non considerano preziose le cose di Dio, come potranno i credenti essere attratti dalla vita di fede? Una requisitoria durissima che però ci aiuta a capire che chi rimane fedele a Dio sperimenta i suoi benefici, chi si allontana da Dio, poiché non conserva e non rinnova più il suo essere immagine e somiglianza di Dio, si incammina su strade che potranno portarlo molto lontano dalla  felicità. Anche se lo schema con il quale viene costruita la seconda lettura assomiglia moltissimo allo schema della retribuzione – al bene corrisponde il bene e al male il male – il linguaggio dell’Antico Testamento sta cercando di dirci questo: ogni volta che un uomo rinnega la sua identità non può che andare di male in peggio. Dovremmo rileggere proprio così molte cose del nostro tempo, molti eventi della nostra storia, e capire che non è per castigo che capitano alcune cose, quasi che Dio, stufo di noi, ci colpisse con ogni sorta di flagello. Piuttosto è vero che Dio che vede allontanarsi l’uomo non può fare altro che richiamarlo. Ma se la  libertà dell’uomo va in una direzione contraria alla sua rivelazione, egli non potrà che lasciar andare l’uomo verso il suo baratro. Queste cose si addicevano a quel tempo, tempo nel quale proprio i figli di Samuele avevano dato scandalo, e si addice al nostro tempo. Tempo di difficoltà non meno grandi e tempo di scandali che, pure, coinvolgono molti uomini di Dio. È chiaro però il contenuto: se ti allontani da Dio, perdi la tua immagine, rimani solo e sei perduto.

Levitico

La terza lettura torna sul tema della fedeltà, torna sul tema della osservanza della legge di Dio come momento di luce, come  momento di fedeltà al cammino che Dio ci vuole proporre, indicando i benefici che sono connessi al rispetto, all’osservanza della stessa legge di Dio. “Camminerò in mezzo a voi, voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. Queste parole sono note come “formula dell’alleanza”, cioè come fonte di benedizione su tutto il popolo. I credenti fanno questo: rimanendo fedeli a Dio, attirano la benedizione di Dio non solo su di loro, sulle loro famiglie, ma su tutto il popolo. Come dire che, per un credente fedele, Dio elargisce benedizione su benedizione a tutti coloro che fanno parte di quel popolo, senza distinzioni né confini. La benedizione che il giusto attira su di sé non è soltanto per sé: è per tutti. Di qui l’efficacia della preghiera di intercessione, che noi conosciamo meglio dalle pagine evangeliche; di qui il richiamo ad essere “santi”, a rimanere nell’osservanza dei comandamenti, unica fonte di bene, di pace e di amore. Una lettura bellissima che richiama il valore della fedeltà a Dio.

Re

La quarta lettura è certamente la più nota e la più bella di quelle che ci sono state presentate oggi, ed è la famosissima “ordalia del Carmelo”. È una scena di confronto quella che ci viene proposta: il confronto tra coloro che si sono convertiti agli idoli, rifiutando il Dio vivo e vero di Israele, e il profeta Elia, che è sempre stato vicino a Dio ma anche al suo popolo. La prima parte della narrazione è fantastica: vengono messi in ridicolo i falsi profeti, che invocano un dio che non può salvare. Degli dei si dava questa descrizione: magari dormono, sono in viaggio, sono presi da qualche affare più importante… una descrizione molto “umana”. Come dire: se tu ti fidi solo del lavoro delle tue mani, se tu vai verso una esistenza senza Dio, ricordati che le cose che per te sono importanti, che sembrano appagarti, sono idoli senza vita e che non possono dare la vita. Elia, che si presenta, invece, come il modello di fede, come il profeta che rimane fedele a Dio, chiede al cielo proprio questo segno: un segno di  presenza, di forza e di vita. Ed è esattamente quello che accade nel sacrificio che viene consumato dal fuoco divino di Dio che scende su una materia che, assolutamente, non può prendere fuoco. Il fuoco, segno della presenza di Dio, è con Elia, il profeta che non ha deviato, il profeta che ha sancito la sua alleanza con Dio ed è rimasto ad essa fedele. Elia è l’esempio di massima fedeltà alla Parola di Dio.

Esercizio quaresimale

Cosa dicono le quattro letture a noi? Noi che non vogliamo leggerle solo con senso storico, noi che vogliamo leggerle come catechesi, cosa possiamo trarre dai testi che abbiamo ascoltato e meditato? Io credo che ci stiano provocando a riflettere sul tema della nostra fedeltà al cammino di fede. Siamo fedeli a Dio? Siamo fedeli al cammino che abbiamo deciso di percorrere? Perché la scelta cristiana è esattamente questo: una decisione di camminare con fedeltà. Fedeltà che possiamo misurare anche nei giorni della Quaresima.

Impegno per suscitare la sapienza in noi

Di qui la domanda per noi:

  • siamo fedeli a questo cammino giorno per giorno?
  • Che impegno mi son preso per questo tempo forte? Come lo vivo?
  • Fedeltà che possiamo misurare sulla scala degli anni della nostra vita: come ho vissuto la mia vita? Con quale fedeltà?
  • Quali gli ostacoli che ho trovato?
  • Quali i benefici che ho sperimentato dalla mia fedeltà?
  • Mi accorgo che il Signore è sempre accanto a me, se io lo cerco, se io lo invoco, se io lo desidero?

Ecco alcune semplici proposte per vivere bene questo secondo venerdì di Quaresima. Davanti alla croce preghiamo perché possiamo ottenere il dono della fedeltà, garanzia di santità del nostro cammino di fede. Rinnoviamo poi il nostro proposito di digiuno, tralasciando tutto quello che corrompe e abbruttisce la nostra moralità, come i giorni della settimana ci hanno già permesso di comprendere e di capire.

2021-03-01T16:02:30+01:00