Venerdì 05 agosto

Settimana della 8 domenica dopo Pentecoste – venerdì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 1Sam 28, 3-19
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su di lui; poi l’avevano seppellito a Rama, sua città. Saul aveva bandito dalla terra i negromanti e gli indovini. I Filistei si radunarono e andarono a porre il campo a Sunem. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gèlboe. Quando Saul vide il campo dei Filistei, ebbe paura e il suo cuore tremò. Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose, né attraverso i sogni né mediante gli urìm né per mezzo dei profeti. Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri gli risposero: «Vi è una negromante a Endor». Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: «Pratica per me la divinazione mediante uno spirito. Èvocami colui che ti dirò». La donna gli rispose: «Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dalla terra i negromanti e gli indovini. Perché dunque tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?». Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda». Ella disse: «Chi devo evocarti?». Rispose: «Èvocami Samuele». La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!». Le rispose il re: «Non aver paura! Che cosa vedi?». La donna disse a Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». Le domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e s’inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Allora Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato evocandomi?». Saul rispose: «Sono in grande angustia. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me: non mi ha più risposto, né attraverso i profeti né attraverso i sogni; perciò ti ho chiamato, perché tu mi manifesti quello che devo fare». Samuele rispose: «Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico? Il Signore ha fatto quello che ha detto per mezzo mio. Il Signore ha strappato da te il regno e l’ha dato a un altro, a Davide. Poiché non hai ascoltato la voce del Signore e non hai dato corso all’ardore della sua ira contro Amalèk, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo. Il Signore metterà Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore metterà anche le schiere d’Israele in mano ai Filistei».

SALMO Sal 49 (50)

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio.

Al malvagio Dio dice:
«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle? R

Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. R

Capite questo, voi che dimenticate Dio,
perché non vi afferri per sbranarvi
e nessuno vi salvi.
A chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio».
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio. R

VANGELO Lc 10, 38-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre erano in cammino, il Signore Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Samuele

Oggi è evidentissima l’unione tra le due Scritture: entrambe, infatti, insistono sull’ascolto della Parola del Signore.

Da un lato abbiamo Saul. Un uomo politico, un re. Il suo compito è la custodia di Israele ma egli, vinto dai richiami del mondo del potere, ha smesso da tempo di essere un uomo credente. Non ha più ascoltato la Parola in modo serio. Non ha più voluto ascoltare ciò che Samuele prima, e i suoi successori dopo, avevano tentato di dirgli. La sua fede è, ormai, solo una fede di comodo, una fede apparente. Certo anche ora, ormai vecchio e in preda al panico – il suo stato sta per essere invaso dai nemici – ricorre ad una negromante per consultare il regno dei morti, apparentemente in uno slancio di fede: egli vuole ascoltare il profeta. Israele, però, da sempre ha in abominio l’arte della negromanzia, il tentare, in qualche modo, di consultare l’aldilà. Così che quello di Saul risulta essere proprio un gesto di non fede. Il re si dà a quegli atti di superstizione che, per assurdo, lui stesso, ancora credente, aveva messo fuori legge. Il primo ritratto, il primo quadro, è per un uomo che non ascolta la Parola di Dio e che finisce male.

Vangelo

Il medaglione del Vangelo è duplice, ha due soggetti.

Due donne, due donne che vivono la dimensione della casa, potremmo dire due donne qualsiasi. Ma sono molto diverse tra loro, benché siano sorelle. Da un lato abbiamo Marta. Ella è una donna di fede, certamente, è una donna buona, è una donna che crede anche nel Signore. Con i suoi fratelli apre la sua casa per ospitare il Signore. Dunque il suo animo è buono. Eppure anch’ella, pur in questa motivazione buona e giusta, perde, poi, il riferimento alla Parola di Dio e si lascia prendere dalle cose, dai mille servizi, tanto da non capire più nulla rispetto a quello che deve fare. Si lascia prendere così tanto dalle opere dell’accoglienza che, alla fine, rimane lei stessa schiacciata da tutto questo e perde quella Parola che, invece, avrebbe dato senso anche al suo operare.

A differenza della sorella, che non si sottrae alle opere di casa, alle opere dell’accoglienza, ma fino ad un certo punto. Maria sa mettere un limite, sa non opporre le opere alla fede e sceglie. Sceglie quell’ascolto della Parola di Gesù che, poi, dà senso anche al suo operare.

Per noi

Il dilemma di cosa fare in ogni situazione in cui c’è il minimo confronto tra fede ed opere, l’abbiamo provato e lo proviamo tutti. Credo che un po’ tutti ci lasciamo prendere la mano, in qualche modo, dalle cose da fare, da quell’operatività che, prima o poi, rischia davvero di farci perdere tutto, perché non diamo il giusto peso e il giusto valore alle cose. È esattamente quello che è accaduto a Saul e a Maria, profili diversi, vite diverse che, però, hanno avuto lo stesso esito. Così la Parola di Dio ci dice che tutti, da chi governa gli stati alla massaia di casa, rischiamo, per diversi versi, di lasciarci opprimere dalle cose da fare. Quando accade questo perde senso tutto, perché si esce dalla logica del servizio e si entra in quella del potere. Il potere personale, il potere che viene dall’essere un uomo riconosciuto, potente, in vista, come pure il piccolo potere della casa, dove si acquista un ruolo che si ritiene indispensabile. Possiamo applicare al nostro modo di vivere, al nostro ruolo, alla nostra vita questa verità e possiamo tutti verificare come, spesso, tutti cadiamo in questa cattiva interpretazione delle cose che ci spinge a vivere male qualsiasi cosa dobbiamo fare.

  • Quando mi capita di cadere nell’errore descritto?
  • Quando anch’io mi distolgo da quella Parola che, invece, mi dà la giusta misura del tutto?
  • Come posso reagire?

Chiudiamo questa settimana liturgica, prima di celebrare la festa della Trasfigurazione, cercando di vivere bene il rapporto con quella Parola che, sola, dà senso compiuto ai nostri giorni.

2022-07-28T12:14:33+02:00