Venerdì 06 maggio

Settimana della 3 domenica di Pasqua – venerdì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA At 9, 10-16
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

SALMO Sal 31 (32)

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia. R

«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio».
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R

VANGELO Gv 6, 22-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. La folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che il Signore Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo ». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Vangelo

Anche oggi le due pagine hanno qualcosa in comune. Da un lato c’è la conclusione del discorso sui pani, sulla moltiplicazione che è stata oggetto della nostra meditazione l’altro giorno. La folla cerca il Signore. Questa ricerca, tuttavia, non è motivata dall’amore per Gesù e nemmeno dal tentativo di esprimere a lui la propria fede. Piuttosto la gente è alla ricerca del Signore perché crede che Lui possa risolvere tutti i problemi. Poiché il problema del cibo era serio, molti pensavano che, ogni giorno, il Signore avrebbe potuto provvedere, togliendo così ciascuno dalla fatica e dalla responsabilità del lavoro. Il Signore rimanda, invece, ad una duplice responsabilità dell’uomo: quella che tutti condividono rispetto all’esistenza, ma anche quella rispetto alla fede. “Datevi da fare per il cibo che non perisce”. Un chiarissimo invito a ricordare che la vita non è fatta solo di cose materiali, di cose che servono, di cose alle quali occorre provvedere. La vita è fatta anche di respiro in Dio, è fatta di cose spirituali che danno il senso anche alla ricerca di ogni giorno, è fatta anche di cose che non hanno un riscontro diretto, una praticità immediata, eppure sono il senso di ogni giorno, il senso della vita. Frase che indica non solo qual è il compito dell’uomo, ma anche quale immagine di Dio occorre cercare: non un Dio tappabuchi che risolve ogni problema, ma quella di un Dio che ama e, a nostra volta, da amare. Emerge così anche una precisa idea di fede: la fede è un cammino che costa anche fatica, un cammino che richiede attenzione, impegno, ricerca di profondità personale.

Atti

Proprio questo è il cuore della prima lettura. Ad Anania, un cristiano di Damasco che diventerà il vero “protettore” di Paolo nel suo diventare cristiano, la visione del Signore dice: “egli è per me strumento eletto e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome”. Rivelazione che dice immediatamente che la fede non è solo gioia, pace interiore, calma… La fede è anche lotta, la fede è anche sopportazione del male, la fede è anche confronto serrato con chi, pensando diversamente, vorrebbe mettere a tacere l’uomo di Dio. Il passaggio cruciale della vita di San Paolo è anche questo: da uomo rispettato, serio, profondo, San Paolo diventa uomo di Cristo che viene deriso, che deve affrontare odio e persecuzione rivolti contro di sé, uomo che perderà tutta la sua importanza, tutta la sua fama. Il sinedrio e tutto l’ebraismo gli saranno ostili e, almeno nei primi anni, i cristiani non si fideranno di lui, come emergeva dalle parole dello stesso Anania. Una vita difficile, che testimonia come la fede non sia semplicità di vita ma, caso mai, una “complicazione” in più! Eppure l’unica “complicazione” in grado di svelare un senso. Quel senso di Dio che illumina la vita e che dà significato ad ogni altra cosa e che si ritrova quando ci si dà da fare per il cibo che non perisce.

Per noi

Possiamo ripensare oggi a tutta la settimana. Anche un breve richiamo serve per capire che i Vangeli di tutti i giorni ci hanno permesso di ripensare alla vita e all’opera di almeno tre apostoli, Filippo, Giacomo, Paolo e di guardare al centro della vita spirituale di ogni uomo: l’Eucarestia.

  • Cosa abbiamo appreso dal confronto con questi tre uomini?
  • Come viviamo l’Eucarestia?
  • Come ci diamo da fare per il cibo che non perisce?

Credo che la conclusione dell’itinerario spirituale di questi giorni ci porti proprio a questo culmine. Noi vogliamo pensare a come viviamo il nostro itinerario interiore per capire che, senza una vita di fede che sia incontro con Cristo e senza rinnovamento di questo incontro nella Santa Eucarestia, il nostro cammino è fermo e non progredisce. Diventa, al massimo, ripetizione di qualcosa che tenderà sempre più a scolorirsi nel tempo. Siamo tutti avvisati: perdere il contatto con Cristo e ridurre la fede a una serie di cose da fare, spegne in noi il desiderio di Dio e di quel cibo che non perisce che ci fa coltivare il desiderio di una vita di fede.

In tutti questi giorni abbiamo pensato poi a Maria, alla quale vogliamo sempre guardare con profonda fede, ma soprattutto in tutti i giorni del mese di maggio.

Dalla profezia di Simeone in poi anche la vita della Vergine è stata una scoperta di quanto dolore ci sarebbe stato nella sua vita, mentre si disponeva ad accompagnare Cristo nei suoi giorni. È a lei che dobbiamo chiedere la forza di sopportare e di superare queste difficoltà e dolori, se vogliamo anche noi risplendere nella vita eterna come uomini e donne del Vangelo. A lei chiediamo questa protezione e questa forza.

2022-04-28T15:36:39+02:00