Lunedì 06 giugno

Settimana dopo Pentecoste – lunedì – Maria Madre della Chiesa

Inizia una nuova sezione del tempo, la più lunga, quella del tempo dopo Pentecoste che con le sue sezioni, ci porterà fino all’inizio dell’Avvento prossimo. Questo tempo è stato pensato perché possiamo rileggere tutta la storia della salvezza. Per quanto riguarda la lettura, in questa prima sezione, rileggeremo molte pagine del Primo Testamento, che si accompagneranno alle pagine del Vangelo di Luca, quello che aiuta più da vicino ad approfondire la vita di Cristo. I giorni feriali di questo tempo cominciano con una memoria, che viene sempre celebrata il lunedì dopo Pentecoste: la memoria di Maria Madre della Chiesa. Fu San Paolo VI, con tutti i venerabili Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, a definire questo titolo della Vergine Maria. Lasciamo che sia allora il Concilio a parlare, rileggendo le parole dell’allocuzione pronunciata da San Paolo VI alla fine del Concilio medesimo.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Gen 3, 9-15. 20
Lettura del libro della Genesi

In quel tempo. Il Signore Dio chiamò Adamo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Oppure
LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quel tempo. Dopo che il Signore Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

SALMO Sal 86 (87)

Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!

Sui monti santi egli l’ha fondata;
Il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. R

Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». R

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R

EPISTOLA Rm 5, 12-15. 19-21
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La Legge poi sopravvenne perché abbondasse la caduta; ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia, mediante la giustizia, per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

VANGELO Gv 19, 25-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Il Concilio

22 Venerabili Fratelli, non possiamo cioè fare a meno di volgere il pensiero, con animo sincero e grato, come conviene a figli, anche alla Beatissima Vergine Maria, ossia a colei che volentieri consideriamo protettrice di questo Concilio, testimone delle nostre fatiche, consigliera amabilissima: al celeste patrocinio suo e di San Giuseppe sono state affidate dall’inizio le riunioni del Concilio (AAS 53 (1961), pp. 37s., 211ss; 54 (1962), p. 727).

24 Ma quest’anno l’onore che il Concilio desidera renderle è molto più solenne e significativo: infatti possiamo affermare che con questa Costituzione sulla Chiesa oggi promulgata, il cui capitolo che tratta della Beata Vergine Maria rappresenta come il vertice, la presente Sessione si conclude con un inno incomparabile nel quale si celebrano le lodi della Vergine Madre di Dio.

25 Per la prima volta avviene – e dicendolo siamo profondamente commossi nell’animo – che un Concilio Ecumenico concentra in un’unica e così ampia sintesi la dottrina cattolica sul posto che si deve attribuire alla Beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa.

26 Questo collima pienamente con ciò che è stato proposto a questo Concilio, che era cercare di manifestare il volto della santa Chiesa, alla quale la Madre di Dio è intimamente legata e della quale è “la parte più eccelsa, la parte migliore, la parte preminente, la parte più eletta”, come qualcuno ha egregiamente affermato (RUPERTO, In Apoc. 1, VII, c. 12: PL 169, 1043).

29 Ripensando questi stretti rapporti con cui sono collegati tra loro Maria e la Chiesa, che vengono così lucidamente esposti in questa Costituzione del Concilio, esse Ci inducono a ritenere che questo momento è il più solenne e il più opportuno per adempiere il voto cui abbiamo accennato alla fine dell’ultima Sessione e che moltissimi Padri hanno anche fatto proprio, chiedendoci con insistenza che durante questo Concilio fosse dichiarata in termini espliciti la missione materna che la Beata Vergine Maria adempie nel popolo cristiano. Per questo motivo Ci sembra necessario che in questa pubblica seduta enunciamo ufficialmente un titolo con il quale venga onorata la Beata Vergine Maria, che è stato richiesto da varie parti del mondo cattolico ed è a Noi particolarmente caro e gradito, perché con mirabile sintesi esprime la posizione privilegiata che nella Chiesa questo Concilio ha riconosciuto essere propria della Madre di Dio.

30 Perciò a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima; e stabiliamo che con questo titolo tutto il popolo cristiano d’ora in poi tributi ancor più onore alla Madre di Dio e le rivolga suppliche.

31 Si tratta di un titolo, Venerabili Fratelli, non certo sconosciuto alla pietà dei cristiani; anzi i fedeli e tutta la Chiesa amano invocare Maria soprattutto con questo appellativo di Madre. Questo nome rientra certamente nel solco della vera devozione a Maria, perché si fonda saldamente sulla dignità di cui Maria è stata insignita in quanto Madre del Verbo di Dio Incarnato.

32 Come infatti la divina Maternità è la causa per cui Maria ha una relazione assolutamente unica con Cristo ed è presente nell’opera dell’umana salvezza realizzata da Cristo, così pure soprattutto dalla divina Maternità fluiscono i rapporti che intercorrono tra Maria e la Chiesa; giacché Maria è la Madre di Cristo, che non appena assunse la natura umana nel suo grembo verginale unì a sé come Capo il suo Corpo mistico, ossia la Chiesa. Dunque Maria, come Madre di Cristo, è da ritenere anche Madre di tutti i fedeli e i Pastori, vale a dire della Chiesa.

33 È questo il motivo per cui noi, benché indegni, benché deboli, alziamo tuttavia gli occhi a lei con animo fiducioso ed accesi dell’amore di figli. Lei che ci ha dato un giorno Gesù, fonte della grazia soprannaturale, non può non rivolgere la sua funzione materna alla Chiesa, specialmente in questo tempo in cui la Sposa di Cristo si avvia a compiere con più alacre zelo la sua missione salutifera.

Per riflettere

Credo che le parole del santo Papa ci facciano molto bene. Anche noi abbiamo una solida fede mariana. Abbiamo appena terminato il mese di maggio, che è espressione del culto popolare e dell’amore che viene tributato alla Madre di Dio nella Chiesa da moltissimi milioni di fedeli in tutto il mondo. La pietà della gente previene quello che la teologia ha espresso nel corso dei secoli e dopo riflessioni lunghissime che, tuttavia, non hanno fatto desistere il culto e l’amore per la Madre di Dio che si è autonomamente sviluppato in moltissime parti del mondo. Questo è già un segno della grazia che opera nei fedeli ispirati da Dio. Chiamare Maria con il titolo di Madre della Chiesa, come ci ha detto il santo Papa, ci aiuta a guardare a lei con occhi di speranza. Sapendo che Lei è la Madre del Figlio di Dio che si fa carne per noi, come non potremo sperare ogni bene da una tenera Madre? È per questo che oggi dobbiamo pregarla per la Santa Chiesa. Credo che sia utile rimettere nelle mani di Maria almeno queste preghiere:

  • La preghiera per le vocazioni, di cui oggi avvertiamo più che mai il bisogno. Chiediamo il dono di nuovi, numerosi e santi sacerdoti, che edifichino la Chiesa qual essa è, ovvero come corpo di Cristo.
  • La preghiera per l’unità. La situazione di guerra emersa ha fatto luce anche sul problema dell’ecumenismo e sui rapporti tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. A Lei, invocata e onorata da entrambe queste Chiese, chiediamo la grazia di una maggiore unione e di una maggiore coesione.
  • Un’ultima intenzione “locale”. Alla Madre di Dio chiediamo di farci costruire una unità vera tra le nostre parrocchie, così che la comunità pastorale non sia solo un raggruppamento di chiese per la scarsità del clero, ma una vera opportunità di crescita nell’amore del Signore, datore di ogni bene e di ogni grazia.

Preghiamo ora con le parole che furono pronunciate proprio al Concilio.

Preghiamo con il Concilio

41 O Vergine Maria, Madre di Dio, Madre augustissima della Chiesa, a te raccomandiamo tutta la Chiesa e il Concilio Ecumenico.

42 Tu che con soave appellativo sei invocata “aiuto dei Vescovi”, custodisci i sacri Pastori nell’adempiere la loro missione e sii con loro e con i sacerdoti, i religiosi, i fedeli laici, e chiunque li coadiuva nel sostenere le ardue fatiche del loro ministero pastorale.

43 Tu che dal Divin Salvatore tuo Figlio, morente sulla croce, sei stata data in Madre amatissima al discepolo che egli prediligeva, ricordati del popolo cristiano che a te si affida.

44 Ricordati di tutti i tuoi figli; avvalora presso Dio le loro preghiere con il tuo personale prestigio e la tua autorità, conserva integra e costante la loro fede, corrobora la speranza, accendi la carità.

45 Ricordati di quelli che si dibattono nelle tribolazioni, nelle necessità, nei pericoli, e prima di tutto di coloro che soffrono persecuzioni e sono tenuti in catene per la fede cristiana. Ad essi, Vergine Madre, impetra fortezza d’animo ed affretta il sospirato giorno della dovuta libertà.

46 Rivolgi i tuoi benignissimi occhi ai nostri fratelli separati, e degnati di concedere che finalmente ci riuniamo come un tempo, tu che hai generato Cristo, ponte ed artefice di unione tra Dio e gli uomini.

47 O tempio di luce incorrotta e mai oscurata, prega il tuo Figlio Unigenito, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione con il Padre (Cf. Rm 5,11), perché abbia misericordia dei nostri errori, tenga lontano ogni genere di disgregazione, infonda nelle nostre menti la gioia di amare i fratelli.

48 Al tuo Cuore Immacolato, o Vergine Madre di Dio, raccomandiamo tutto il genere umano; conducilo a riconoscere Cristo Gesù, unico e vero Salvatore; preservalo dalle sventure che i peccati attirano e donagli la pace, che si fonda nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore.

49 Concedi infine a tutta la Chiesa che, celebrando questo grande Concilio Ecumenico, possa cantare un inno solenne di lode e di ringraziamento al Dio delle misericordie, un inno di gioia e di esultanza perché grandi cose ha fatto per mezzo tuo l’Onnipotente, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria (AAS 56 (1964), pp. 1007-1018).

2022-06-03T14:32:30+02:00