martedì 06 dicembre

Settimana della 4 domenica di Avvento – martedì 

La spiritualità di Avvento per questo giorno

La spiritualità di questo giorno si nutrirà sempre delle immagini della Scrittura, soprattutto dei profeti, ma ci aiuterà anche a capire che per vivere fino in fondo il cammino che ci siamo proposti, abbiamo anche bisogno di una vera contemplazione del volto di Dio.

La Parola di Dio per questo giorno

GEREMIA 10, 11-16
Lettura del profeta Geremia

In quei giorni. Geremia disse: «Direte loro: “Quegli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra spariranno dalla faccia della terra e da sotto il cielo”. Il Signore ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha dispiegato i cieli. Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento. Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. Sono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno. Non è così l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome».

SALMO Sal 113B (115)

Da’ gloria al tuo nome, Signore.

Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie. R

I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano. R

Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!
Israele, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Voi che temete il Signore, confidate nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo. R

PROFETI Zc 9, 11-17
Lettura del profeta Zaccaria

Così dice il Signore Dio: «Quanto a te, per il sangue dell’alleanza con te, estrarrò i tuoi prigionieri dal pozzo senz’acqua. Ritornate alla cittadella, prigionieri della speranza! Ve l’annuncio oggi stesso: vi ripagherò due volte. Tendo Giuda come mio arco, faccio di Èfraim la mia arma; ecciterò i tuoi figli, Sion, contro i tuoi figli, Iavan, ti renderò come spada di un eroe. Allora il Signore comparirà contro di loro, come fulmine guizzeranno le sue frecce; il Signore darà fiato al corno e marcerà fra i turbini che vengono dal mezzogiorno. Il Signore degli eserciti li proteggerà: divoreranno e calpesteranno le pietre della fionda, berranno il loro sangue come vino, ne saranno pieni come bacini, come i corni dell’altare. Il Signore, loro Dio, in quel giorno li salverà, come gregge del suo popolo; come gemme di un diadema brilleranno sulla sua terra. Che ricchezza, che felicità! Il grano darà forza ai giovani e il vino nuovo alle fanciulle».

VANGELO Mt 19, 23-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Geremia

Geremia continua la predicazione che abbiamo ascoltato ieri sugli idoli. Aggiunge, però, un richiamo nuovo. Israele non si fida degli idoli delle nazioni perché sa bene che Dio è il creatore del cielo e della terra, colui che ha fatto ogni cosa, colui che ha permesso ad ogni cosa di esistere. Israele fa questa professione di fede, vive in questa dimensione di verità, non si lascia turbare da niente. Dio è il creatore e Padre di ogni cosa. Per questo il pio ebreo loda per il sole, ma loda Dio anche quando piove. L’uomo di fede ringrazia per ogni cosa che vede, avendo più a cuore il voler lodare Dio che il sapere come funzionano le cose. Israele ha anche la consapevolezza di essere “sua tribù, sua eredità”, quindi, dovremmo dire, la lode a Dio è anche per il fatto che Egli si è rivelato ad un popolo della storia ed ha fatto bene ogni cosa a suo tempo.

Zaccaria

Il profeta Zaccaria aveva un’immagine bellissima e molto rincuorante. Come le gemme di una corona che risplendono al chiarore della luce, così Dio brillerà in mezzo al suo popolo, quando ci sarà un vero spirito di conversione in tutti. Parole davvero profonde, che ci ricordano che il Signore, che comunque interviene a favore degli uomini, farebbe anche molto di più in presenza di uno spirito di fede maggiore. Dove non c’è fede il Signore non può operare i suoi “prodigi”. Condizione necessaria per osservare i prodigi di Dio, appunto, è la fede. Con un’espressione ancora più bella il profeta diceva che l’uomo di fede è come un “prigioniero della speranza”. Credo che sia un’immagine molto forte, e molto preziosa, anche perché mi sembra un richiamo perfetto per questo tempo di Avvento. Tutti noi dovremmo sentirci come dei prigionieri della speranza, perché siamo tutti e sempre istruiti da Dio e chiamati a far brillare la sua presenza in mezzo a noi.

Vangelo

Questo Vangelo chiude la predicazione dei giorni scorsi sul tema della povertà e della sobrietà. Vorrei però rileggere l’immagine bella che il Signore dona ai discepoli, insegnando loro che, alla fine dei giorni, sarebbero stati chiamati a “giudicare le 12 tribù di Israele”. Un’immagine che non intende dire né l’onore né la potenza riservata agli apostoli, cosa pur vera. Piuttosto questa immagine intende ricordare che l’uomo di fede diventa un esempio. Nel tempo presente, perché richiama a scoprire la presenza di Dio. Nei tempi ultimi perché gli uomini e le donne di fede risplenderanno nel mistero di Dio come coloro che hanno seguito il Signore e diventano il criterio, il termine di paragone anche del giudizio finale. Per dirla con il profeta Zaccaria, tutto questo accadrà a chi è stato un “prigioniero della speranza”. Gli apostoli sono stati questo: dei prigionieri della speranza che hanno fatto tutto per amore di Dio.

Il nostro cammino alla luce di queste immagini

Il nostro cammino è fortemente rinfrancato da queste immagini e da queste parole. Sarebbe davvero molto bello se anche noi potessimo definirci prigionieri della speranza, uomini e donne che sanno andare avanti perché si sentono sorretti da Dio, capiti quello che capiti! Questo è veramente il compito che spetta a ciascuno di noi. Noi viviamo in un tempo che, di per sé, non offre molti segni di speranza. Molti uomini e donne, anche di fede, rimangono perplessi di fronte a quello che succede e non sono pochi coloro che, forse più deboli per certi aspetti del cammino, si domandano dove sia Dio in mezzo a quello che succede. Il mondo, proprio per questo, ha bisogno dei prigionieri di speranza, ovvero di anime che, confidando nella risurrezione di Cristo, siano sempre pronti a cercare ovunque la presenza di Dio. Questo è ciò che accende luce di speranza anche nel nostro tempo. Tutto questo può accadere solo se viviamo un vero spirito di contemplazione e solo se sappiamo vedere Dio nelle cose che accadono, nelle cose che ci capitano, non disperando mai, ma domandandoci sempre dove il Signore ci vuole attirare con ciò che ci comunica.

Intenzioni di preghiera

In una prima intenzione di preghiera, chiederei al Signore il dono dello Spirito di contemplazione, potremmo tutti ringraziare il Padre per ciò che vediamo, per ciò che abbiamo, per ciò a cui assistiamo… proviamo a lasciarci coinvolgere in una preghiera che sia davvero occasione per dire a Dio quanto vogliamo essere a Lui vicini e quanto vogliamo comprendere che la sua presenza è davvero un beneficio e una grazia.

In una seconda intenzione di preghiera, vorrei che ci domandassimo tutti se siamo davvero prigionieri della speranza. Anche il Natale che stiamo preparando deve essere un segno di speranza. Anche il Natale che si avvicina deve essere un segno che ci porta a comprendere che il Signore c’è, ci è vicino, ci aiuta, ci sostiene, occorre solo che noi lo invochiamo.

In una terza intenzione di preghiera chiederei al Signore di comprendere davvero il valore dell’esemplarità a cui siamo chiamati. Chiediamo al Signore di saper riconoscere che questa è la grazia alla quale ci chiama e per la quale è lui stesso ad infonderci tutti quei doni che sono necessari perché il cammino si compia secondo il suo volere.

2023-02-03T17:54:40+01:00