Venerdì 07 gennaio

Ferie del tempo di Natale

Per introdurci

Abbiamo solo due ferie dopo l’Epifania, oggi e domani, prima di celebrare il Battesimo del Signore, chiudendo così il tempo natalizio e vivendo quella sezione dell’anno liturgico che saranno le settimane “dopo l’Epifania”. Oggi e domani leggiamo, come ho già spiegato gli anni scorsi, il Cantico dei Cantici, unito a pagine di Vangelo che ci richiamano ancora la spiritualità propria di questo tempo.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Ct 1, 1; 3, 6-11
Lettura del Cantico dei Cantici

Cantico dei Cantici, di Salomone. Chi sta salendo dal deserto come una colonna di fumo, esalando profumo di mirra e d’incenso e d’ogni polvere di mercanti? Ecco, la lettiga di Salomone: sessanta uomini prodi le stanno intorno, tra i più valorosi d’Israele. Tutti sanno maneggiare la spada, esperti nella guerra; ognuno porta la spada al fianco contro il terrore della notte. Un baldacchino si è fatto il re Salomone con legno del Libano. Le sue colonne le ha fatte d’argento, d’oro la sua spalliera; il suo seggio è di porpora, il suo interno è un ricamo d’amore delle figlie di Gerusalemme. Uscite, figlie di Sion, guardate il re Salomone con la corona di cui lo cinse sua madre nel giorno delle sue nozze, giorno di letizia del suo cuore.

SALMO Sal 44 (45)

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,
o Figlio di Davide.

Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce. R

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
perciò Dio ti ha benedetto per sempre. R

O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto,
e avanza trionfante.
Cavalca per la causa della verità,
della mitezza e della giustizia. R

VANGELO Lc 12, 34-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».

L’immagine nuziale

L’immagine comune ai due testi biblici e molto facilmente rintracciabile in essi, è l’immagine nuziale.

Il Cantico dei Cantici ci propone questa visione del corteo di Salomone, che dev’essere stato qualcosa di incredibilmente bello. Possiamo immaginare la sua portantina, scortata da sessanta uomini. Portantina intagliata nel legno, con colonne di argento, schienale d’oro, tettuccio di porpora. Un oggetto di inestimabile valore non solo per il lavoro che sarà occorso per realizzarla, ma per la commovente testimonianza di affetto che i sudditi hanno voluto offrire a Salomone, donandogli cose preziose. Immagine che parla in modo chiaro: il vero re sapiente di Israele non è in realtà Salomone, ma Cristo. È lui la vera Sapienza, mentre Salomone è stato un sapiente tra tanti. Sebbene la sua sapienza fosse immensa, non è Salomone colui che è stato destinato da Dio a grandi cose: è Cristo, colui che si muove sempre ricco della sapienza di Dio e forte della sua presenza.

Anche il Vangelo lavorava su questa immagine, ma da tutt’altro punto di vista! Gesù racconta una parabola che riporta in primo piano la scena dei servi, di coloro che devono attendere il padrone che torna dalle nozze ed occorrerà essere pronti al servizio. Il Vangelo di oggi è ancora un richiamo alla vigilanza come nella spiritualità di Avvento.

Vigilanza che, come richiede l’Apostolo Pietro, è raccomandata a tutti. Non esiste anima che non debba vigilare. Non esiste anima che non debba essere continuamente attenta a questa dimensione di vita e di fede. Senza la vigilanza, infatti, tutto si spegne e torna alla sua monotonia. È l’essere desti, il rimanere svegli che permette di non assopirsi attratti da tante cose della vita e spegnendo quel richiamo ad avere fede che deve caratterizzare tutta la vita dell’uomo.

L’insegnamento di questa feria

Questo giorno, allora, sia ancora giorno di vigilanza. Non di attesa, perché la festa è appena stata celebrata, ma di vigilanza perché sia il nostro Battesimo a parlare, sia il nostro Battesimo a fornirci quei contenuti di fede di cui abbiamo bisogno.

Così ci dirigiamo verso la chiusura di queste ferie del tempo di Natale e di questo ciclo legato al Natale. Non siano le preoccupazioni a parlare in noi, ma il desiderio di mantenere vivo il ricordo del Natale celebrato.

Chiudiamo questo tempo nella certezza che il Signore ci accompagna e che solo nella forza del nostro Battesimo è già racchiuso il segreto della forza della nostra fede.

Per noi

Credo che, se abbiamo ben compreso questi testi biblici e se abbiamo meditato sul loro significato spirituale, ci dirigiamo verso una celebrazione della festa dell’Epifania che non è solo la chiusura del ciclo del Natale, ma la festa che ci immette nella vita ordinaria sorretti dalla grazia di Dio che abbiamo rinnovato nella celebrazione dei misteri del Natale.  Così dovremmo credere noi tutti e così dovremmo pregare, se non vogliamo lasciare che anche questo Natale sia trascorso invano e senza quella grazia di cui, invece, Dio vuole che approfittiamo per vivere bene il tempo presente.

2021-12-30T21:55:56+01:00