Mercoledì 07 aprile

Ottava di Pasqua – Mercoledì

La sapienza di chi si mette in cammino

  • Chi era il discepolo che camminava con Cleopa?
  • Dov’è realmente Emmaus?
  • Perché San Luca ha scritto questo racconto?

Non ci è dato di sapere. Non sappiamo chi fosse il secondo discepolo, non sappiamo dove è Emmaus, difatti ci sono almeno tre località che potrebbero essere identificate con i riferimenti evangelici! Non sappiamo bene perché questi due se ne andassero da soli, e nemmeno sappiamo bene come andarono le cose.

Sappiamo però la cosa più importante. Sappiamo quale atteggiamento di sapienza era dentro di loro.

Atti

At 5, 12-21a
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti. Si levò allora il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.

Romani

Rm 6, 3-11
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Vangelo

Lc 24, 13-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quello stesso giorno due discepoli del Signore Gesù erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

La sapienza del ricordo

Anzitutto la sapienza del ricordo. I due che si stanno allontanando sono gente che ha vissuto un cammino di fede, sono gente che ha aderito alla proposta del Signore, sono persone che hanno messo il proprio cuore a disposizione di Dio. Ricordo che adesso è divenuto pesante. Ricordo che sembra fare a pugni con la realtà: il Signore Gesù è morto.

Ricordo che diventa perfino ingombrante: meglio lasciare Gerusalemme, non si sa mai cosa può succedere a chi ha seguito Gesù!

La sapienza della condivisione

Anche la sapienza della condivisione è presente in questi due. Intanto perché stanno condividendo un cammino. Poi anche perché quando arriva il Signore Gesù scambiato per un viandante, non temono di aprire i cuori per dire cosa è dentro di loro e nemmeno temono di lasciarsi coinvolgere in quel dialogo di fede che si apre con quel viandante non ancora riconosciuto ma in grado di far palpitare il loro cuore. Condivisione unica, profonda, perché, senza saperlo, è la condivisione che apre il cuore a Dio! Questa è la sapienza di questi due discepoli che, quasi inconsapevolmente, hanno lasciato che fosse proprio il Signore Gesù in persona a consolare il loro dolore e a colmare la loro sete di verità.

La sapienza di una mensa

Tutte queste forme di sapienza si fondono insieme attorno alla mensa eucaristica. Il momento di verità massimo della narrazione avviene proprio intorno ad una mensa: la mensa del pane spezzato. Quel gesto è il cuore del racconto perché permette a quei due uomini, che erano presenti anche nel cenacolo, di riconoscere finalmente quel misterioso viandante e di scoprire in quella presenza amica, la presenza stessa del Signore Gesù che ha guidato i loro passi ed ha portato a termine il loro cammino di chiarificazione interiore. Fraternità, condivisione, gusto per la ricerca, passione per l’ascolto si fondono insieme in un unico percorso di vita e di fede che rende vero il cammino di quei due uomini come anche quello di coloro che avrebbero seguito le loro orme.

La nuova sapienza per noi

  • Cosa suggerisce a noi questa forma di sapienza?
  • Quale sapienza di cammino mettiamo nei nostri giorni?
  • In che senso l’Eucarestia diventa il centro di verità per i nostri passi?

Credo che anche a noi sia proposta la medesima possibilità di fare del nostro cammino di fede un tempo, o forse un luogo, dove si rende presente il Signore Gesù che aiuta ciascuno di noi a fare verità e a trovare un ardore di fede mai provato. Questo “luogo”, questa “occasione” di verità per migliorare il cammino, è la Santa Eucarestia. Anche a noi, nel Sacramento, è offerto un pane di verità, un pane di comunione che genera la sapienza del discepolo di Emmaus che possiamo essere tutti noi. La sapienza di un cuore che arde può essere trovata solo dove c’è un cuore che si lascia riempire dalla Parola di verità. La forza di una decisione che muta il cammino, può essere trovata solo dove ci si ciba di un pane che può sostenere questo cammino. Il desiderio di incontro con Dio si placa solamente lì dove è possibile accedere a quella proposta di verità e di forza che Dio stesso realizza per l’uomo. Il cammino di sapienza di questi giorni in albis è, dunque, quello di continuare ad accedere alla S. Eucarestia, unico pane di forza che sostiene il cammino. A Maria, presente in quei giorni santi nelle vicende che la Scrittura ci narra, affidiamo il nostro cuore, perché possiamo continuare ad avere la sapienza di chi si sente perennemente in cammino.

2021-04-04T21:36:43+02:00