Ottava di Pasqua – Martedì
La sapienza di chi guarda le cose con verità
Mi sembra che il confronto che ci propone oggi il Vangelo per continuare a cercare atteggiamenti di sapienza per la nostra settimana in albis, stia tutto nel confronto tra la sapienza della verità e l’insipienza di chi non guarda alle cose con spirito di ricerca del vero.
Atti
At 3, 25 – 4, 10
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Pietro disse al popolo: «Voi, fratelli, siete i figli dei profeti e dell’alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità». Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato».
Corinti
1Cor 1, 4-9
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Vangelo
Mt 28, 8-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.
Ancora sulla sapienza delle donne
Ancora ci attira la sapienza delle donne che non solo hanno ricevuto la visita e l’annuncio dell’Angelo, come abbiamo sentito ieri, ma hanno anche la grazia di vedere il Signore risorto che indica loro il luogo dove dovranno recarsi insieme agli 11: la Galilea. Lì dove tutto è iniziato, lì dove tutto è cominciato ci sarà la possibilità di una nuova comprensione del mistero di Dio e del mistero di Cristo. Questa è la verità che viene prodotta, questa è la verità che deve illuminare anzitutto loro, i discepoli e le donne che hanno seguito il Signore, per poi illuminare tutti quanti. È una sorta di “nuovo principio” quella che indica il Signore. Occorrerà andare distanti da Gerusalemme, dove ci sarà clamore e continuo vociare; occorrerà riprendere una dimensione di silenzio e di meditazione, occorrerà prendere una dimensione di maggiore attenzione al Mistero. Questo permetterà di comprendere la verità del mistero di Cristo, la verità della Rivelazione, prima di essere di nuovo sospinti in tutto il mondo ad annunciare quello che è accaduto. È la sapienza di chi guarda con verità ed attenzione al mistero.
La mancanza di verità
Verità che è molto più facile da negare, che da cercare. Ecco la menzogna che viene messa in circolazione: “dite: i suoi discepoli sono venuti di notte ed hanno portato via il cadavere”; menzogna che viene comprata con la corruzione. Pagare per non dire il vero è, da sempre, uno dei comportamenti che gli uomini mettono in campo quando manca il gusto per la verità, la fatica della ricerca e si preferiscono comode scorciatoie che, si sa, non portano da nessuna parte ma, per lo meno, danno la parvenza di vero. La sapienza del vero deve, da sempre, combattere con l’atteggiamento privo di sapienza di chi cerca di costruire menzogne verosimili. Perfino la notizia della risurrezione di Cristo è stata messa in relazione a questo atteggiamento. Una soluzione davvero incredibile che mostra come l’uomo, da sempre, cerca di controllare e di manipolare la verità.
La nuova sapienza per noi
Così credo che anche noi siamo chiamati a chiederci:
- Come ci mettiamo di fronte alla verità?
- Vogliamo conoscere la verità o manipolarla?
- Cosa facciamo per essere cercatori di verità senza fermarci alla superficialità delle cose?
Credo che tutti abbiamo sentito il fascino, qualche volta, di cadere nell’errore di chi vuole manipolare la verità a proprio vantaggio. Di per sé questo accade ogni qual volta noi cerchiamo di costruire menzogne che depongano a nostro favore. Capita sempre così ogni volta che noi temiamo di perdere qualcosa con la verità e, quindi, costruiamo un modo di dire le cose che porti ad un modo di intendere la realtà diverso da quello che la verità in sé è stata.
La Parola di Dio di oggi ci richiama ad un percorso di chiarificazione utile e profondo. Il credente che celebra la Pasqua di Cristo non teme mai la verità, nemmeno quando il “dire”, il “cercare”, il “fare” la verità depone a proprio svantaggio. Il credente non ha di mira di salvare sé stesso, la propria immagine, il proprio tornaconto, ma cerca sempre di costruire percorsi che portino al vero. Qualsiasi piccola verità della vita, anche quella che apparentemente non c’entra nulla o quasi con il mondo della fede, è, comunque, in relazione con la verità di Dio e qualsiasi operazione di verità nasce da Dio e porta a Dio.
Chiediamo al Signore, alla luce della Pasqua, di essere sempre illuminati dalla Sua Verità perché possiamo sempre, in ogni situazione e in ogni momento, cercare la verità delle cose della vita, quelle che capitano e quelle che dobbiamo sopportare. La sapienza delle donne che hanno conosciuto la verità della risurrezione ed hanno aiutato altri a cercarla e a farla propria, sia anche la sapienza del nostro cammino pasquale.