Ultima settimana dell’anno liturgico – lunedì
Entriamo in una settimana molto particolare: l’ultima dell’anno liturgico, quella che ci immetterà direttamente nel tempo di Avvento e in un nuovo anno liturgico. Questa settimana avremo la festa della dedicazione della Basilica Lateranense e le memorie di San Leone Magno e di San Giosafat e, soprattutto, di San Martino, come momenti salienti del cammino.
Il tema del giorno
Il giorno e l’ora
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Ap 20, 1-10
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell’Abisso e una grande catena. Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po’ di tempo. Poi vidi alcuni troni – a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare – e le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi quelli che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per mille anni. Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l’accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
SALMO Sal 148
I cieli e la terra cantano la gloria di Dio.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R
Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. R
VANGELO Mt 24, 42-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Vangelo
“Non sapete né il giorno né l’ora quando il figlio dell’uomo verrà”. Potrebbe quasi sembrare una minaccia, una frase piuttosto terroristica. Perché, invece, queste parole non lo sono? Perché, anzi, sono parole con le quali si esprime la sapienza increata che è Gesù? La risposta è molto semplice. Gesù non sta terrorizzando nessuno ma, semplicemente, sta invitando al discernimento. Ogni tempo è tempo di Dio, giacché tutto è nelle sue mani. Tuttavia c’è tempo e tempo, c’è modo e modo per seguire il Signore e ci sono molti modi con cui non si segue il Signore. Molti tempi sono più inclini ad una generale sequela, altri lo sono molto meno. In alcuni tempi è più facile che la gente viva alla ricerca del mistero di Dio, in altri è molto meno presente tutto questo. Come si comporta il cristiano? Accettando il tempo nel quale vive, non rimpiangendo altri tempi né desiderandone altri. Piuttosto il credente cerca sempre, in ogni tempo, di vedere come Dio si manifesta, a cosa Dio chiama, come Dio cerca di spronare il suo popolo. Così, semplicemente, il credente attende. Attende “la piena manifestazione del Signore che è la sua beata speranza”.
Apocalisse
Si capiscono, allora, anche le immagini della prima lettura. Il libro dell’Apocalisse testimonia chiaramente che, come in ogni tempo è all’opera la grazia di Dio, così è all’opera anche il divisore, il demonio, che agisce attraverso le tentazioni con le quali provoca l’uomo. Ci sono alcuni tempi in cui, quando la fede degli uomini è più forte, Satana è come incatenato. Ci sono momenti in cui la coscienza degli uomini è meno brillante, è meno vivace, è meno pronta ad accogliere i richiami di Dio e, in questi tempi, Satana imperversa nel mondo. Il credente vive, attraversa questi tempi, convinto solamente che il Signore si manifesterà di nuovo e, per questo, attende. Attende la piena manifestazione non venendo meno alle sue convinzioni e non venendo meno ai suoi impegni.
Intenzioni di preghiera
Raccolgo da queste letture alcune intenzioni.
- Preghiamo per noi. Noi viviamo il nostro tempo che, come tutti i tempi, è fatto di segni che richiamano la presenza di Dio e di segni contrari che fanno vedere l’imperversare del demonio e delle sue astuzie. Spesso noi ci lasciamo vincere da questi segni contrari, ci lamentiamo, rimpiangiamo altri tempi… preghiamo perché riusciamo a comprendere il nostro tempo. Preghiamo perché riusciamo a vivere bene il nostro tempo. Preghiamo perché tutti possiamo riconoscere, nel nostro tempo, tutti i richiami di Dio alla fede. È solo questa che ci salva ed è solo questa che ci potrà guidare fino all’incontro con Dio.
- Preghiamo per avere la virtù della fortezza. Le Scritture ci hanno ampiamente detto che senza la virtù della fortezza, diventa impossibile la vigilanza. Preghiamo perché possiamo avere questa virtù. Preghiamo perché le cose che capitano nel mondo non spengano in noi la fede. Preghiamo perché possiamo sentire la consolazione di Dio che opera anche nel nostro tempo.
- Preghiamo per saper valorizzare le opere della vigilanza. Opera fondamentale della vigilanza è la preghiera. Preghiamo perché, nel cammino di preghiera che stiamo percorrendo quest’anno, tutti possiamo trovare quella forza che sprona ciascuno di noi a credere, a rendere più profonda la nostra fede, a incamminarci più speditamente verso una professione di fede più vera e più coraggiosa.
- Preghiamo per un buon uso del tempo. Anche noi abbiamo tempo a disposizione. Preghiamo perché sappiamo viverlo bene, per le cose più belle della vita e per quelle più profonde. Preghiamo perché oggi non ci sia un uso vuoto del tempo. Preghiamo per essere tutti più attenti a come incontriamo il Signore nel tempo che viene donato a ciascuno di noi.