Lunedì 08 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – lunedì

La spiritualità di questa settimana

Torniamo al tempo “normale”. Dopo le feste si ha sempre l’impressione della normalità che ricomincia. Non dovrebbe essere così per il cristiano. Ce lo dirà tutto questo tempo dopo l’Epifania: chi ha contemplato il Signore nella sua nascita, continua a capire la sua presenza nel mondo, quella presenza che, nel tempo della sua vita, fu segnata dai miracoli. Ecco il senso delle “epifanie” che celebreremo domenica dopo domenica in questo tempo.

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 24, 1-2. 13-22
Lettura del libro del Siracide

La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: «Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata. Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d’incenso nella tenda. Come un terebinto io ho esteso i miei rami e i miei rami sono piacevoli e belli. Io come vite ho prodotto splendidi germogli e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza; eterna, sono donata a tutti i miei figli, a coloro che sono scelti da lui. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele. Quanti si nutrono di me avrànno ancora fame e quanti bevono di me avrànno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà».

SALMO Sal 135 (136)

Il Signore ha creato ogni cosa con sapienza e amore.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Rendete grazie al Dio degli dèi,
perché il suo amore è per sempre.
Rendete grazie al Signore dei signori,
perché il suo amore è per sempre. R

Lui solo ha compiuto grandi meraviglie,
perché il suo amore è per sempre.
Ha creato i cieli con sapienza,
perché il suo amore è per sempre.
Ha disteso la terra sulle acque,
perché il suo amore è per sempre. R

Ha fatto le grandi luci,
perché il suo amore è per sempre.
Il sole, per governare il giorno,
perché il suo amore è per sempre.
La luna e le stelle, per governare la notte,
perché il suo amore è per sempre. R

VANGELO Mc 1, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Vangelo

Non sono però solo le domeniche a suggerirci questa meditazione, ma anche i giorni feriali. Ce lo dice, per esempio, la liturgia di oggi. Leggiamo ancora di Giovanni il Battista, leggiamo ancora della sua predicazione nel deserto. Potremmo e forse dovremmo anche chiederci perché? Perché se le abbiamo appena lette in Avvento, dobbiamo rileggerle di nuovo? Perché, se le abbiamo appena lette nel tempo dell’attesa, dobbiamo rileggerle ancora pochi giorni dopo?

La risposta è molto semplice: perché cambia la prospettiva. Mentre in Avvento leggiamo questi brani facendo di essi un invito a guardare avanti, a proiettarci nella dimensione dell’accoglienza, ecco che in questo tempo le rileggiamo come credenti che hanno contemplato la venuta del Signore. Poiché, però, per noi il cammino è ancora lungo, poiché non siamo nel tempo della contemplazione ma in quello della temporalità, noi vogliamo rileggere queste parole per capire che il cammino deve continuare alla luce di quello che abbiamo contemplato. Chi ha cercato di far nascere Gesù nel suo cuore, non può, ora, non ricordare le sue parole. Queste parole sono vita, sono pace, sono incentivo al cammino.

Siracide

Questa è propriamente la sapienza del cristiano. Cosa fa il cristiano? Come vive il credente? Vive come uno che è sempre in cerca di oasi. Il viandante antico che percorreva Israele, sapeva bene quanto fossero necessari punti di sosta, oasi. Luoghi studiati perché il cammino non diventasse troppo lungo e potesse concludersi nel peggiore dei modi. Questa immagine viene usata dallo scrittore antico per dire che è così anche nella vita di fede. Il credente di ogni tempo cerca di fare tesoro degli insegnamenti di fede che recepisce. Il credente di ogni tempo e di ogni luogo cerca di fare propria la sapienza di Dio che è giunto fino ad incarnarsi. Forte di questa rivelazione, il credente fa tesoro di ciò che Dio rivela di sé stesso e continua il proprio cammino cercando le oasi che sostengono, nel tempo, il suo ritorno a Dio.

Per noi e per il nostro cammino

  • Quali sono le tue oasi?
  • Quali sono i punti fermi del tuo cammino?

Credo che la provocazione di questo primo giorno feriale sia forte. Anche noi, che usciamo dalle feste natalizie, cosa abbiamo fatto in questi giorni? Abbiamo solo celebrato alcune feste? Abbiamo solo vissuto alcuni riti? Abbiamo solo scambiato auguri e incontrato persone? Oppure ci siamo riempiti del mistero di Dio che abbiamo celebrato e allora, adesso, abbiamo una sapienza in più per tornare alle cose della vita? Credo che sia difficile entrare in questa prospettiva. Noi credenti, molto spesso, celebriamo sì le grandi feste dell’anno liturgico, ma le celebriamo, appunto, come un momento di festa, di canto, di partecipazione per poi tornare alla vita di sempre. Anzi, credo che in molti di noi ci sia un po’ il pensiero che, passato il Natale, attendiamo la Pasqua. Poi attenderemo l’estate… e così via. Così facendo rimaniamo sempre gli stessi! Ma non è questo ciò che la fede ci chiede! La fede ci chiede di cambiare, di mutare, di fare in modo che tutta la vita cristiana sia cammino. Cammino forte, sollecito, intenso. Cammino di speranza, cammino di luce, cammino di ritorno al Padre. Cammino da fare passo dopo passo, fermandosi di volta in volta nelle oasi che sono punto di riferimento. Per noi oasi dovrebbe essere la Parola di Dio. Oasi dovrebbe essere l’Eucarestia. Oasi dovrebbe essere tutto quello che ci aiuta a vivere meglio.

Siamo pronti a fare questo?

Vogliamo vivere la nostra fede così?

Credo che valga davvero la pena di riflettere, per dire che siamo noi quelli che dobbiamo camminare, passo dopo passo, verso l’Altissimo.

2024-01-23T03:22:42+01:00