Martedì 08 febbraio

Settimana della 5 domenica dopo l’Epifania – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 28, 13-22
Lettura del libro del Siracide

Maledici il calunniatore e l’uomo che è bugiardo, perché hanno rovinato molti che stavano in pace. Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti, li hanno scacciati di nazione in nazione; hanno demolito città fortificate e rovinato casati potenti. Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, privandole del frutto delle loro fatiche. Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, non vivrà tranquillo nella sua dimora. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le ossa. Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per colpa della lingua. Beato chi è al riparo da essa, chi non è esposto al suo furore, chi non ha trascinato il suo giogo e non è stato legato con le sue catene. Il suo giogo è un giogo di ferro; le sue catene sono catene di bronzo. Spaventosa è la morte che la lingua procura, al confronto è preferibile il regno dei morti. Essa non ha potere sugli uomini pii, questi non bruceranno alla sua fiamma.

SALMO Sal 30 (31)

Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto.

Signore, che io non debba vergognarmi
per averti invocato;
si vergognino i malvagi,
siano ridotti al silenzio negli inferi.
Tacciano le labbra bugiarde,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo. R

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi a chi in te si rifugia.
Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda. R

Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore. R

VANGELO Mc 7, 31-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, il Signore Gesù venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Vangelo

Cosa prova un uomo quando è isolato dal mondo? Cosa può provare un uomo quando non può interfacciarsi con gli altri, quando non ha alcuna possibilità di dialogo, quando non ha alcuna possibilità di ascolto? Difficile dirlo. Forse possiamo provare qualcosa del genere quando iniziamo a perdere l’udito, o quando intervengono quei problemi della salute che possono portare a perdere la parola e la capacità di interagire con gli altri. Ecco la prima difficoltà che proviamo nel rileggere questo Vangelo: facciamo fatica ad entrare fino in fondo nella situazione che ci viene proposta dal Signore. Facciamo fatica a capire il problema di quest’uomo. Ripensando al Vangelo di ieri possiamo capire lo scandalo del gesto di Gesù. Egli tocca un uomo malato. Tocca un uomo che non è puro! Ma lo scandalo è molto ridimensionato dalla situazione nella quale ci troviamo: siamo nella regione di Tiro e di Sidone, fuori dai confini di Israele. Qui la gente non ha tutte quelle categorie di pensiero e di morale tipiche del giudaismo. Gesù però, con questo gesto intende proprio prendere parte alla situazione di quest’uomo che è una situazione difficile, è una situazione compromessa, è una situazione già persa in partenza. La sua vicinanza, il suo cercare di far comprendere che quell’uomo non è impuro, è solo stato sfortunato, passa proprio dal riabilitare i sensi di quest’uomo. Permettendo a lui di parlare, permettendo di ascoltare, “apre” non solo i canali di quest’uomo perché senta e parli, ma apre a quest’uomo orizzonti di vita nuovi, sconosciuti, unici. Quest’uomo diventa un soggetto, si apre alla vita, inizia a relazionarsi con le altre persone. È questa la vera novità di vita che è dentro quest’anima. È questo l’insegnamento al quale Gesù vuole conquistare tutti. Se si smette di pensare e di giudicare la realtà con le categorie di puro e di impuro, si apre un mondo nuovo, fatto di relazioni, di amicizie, di dialogo.

Siracide

Cosa simile quella insegnata dal Siracide. Abbiamo sentito che il sapiente antico prendeva di mira le dicerie, il pettegolezzo, le false notizie che rovinano la vita delle persone. Il sapiente ci ha detto senza mezzi termini, che la parola falsa, il pettegolezzo fatto circolare per invidia o con malizia, la diceria falsa, la calunnia, hanno rovinato un quantitativo enorme di persone. Meglio morire di spada, meglio morire per una guerra, meglio avere delle lividure provocate da una frusta, diceva con paragoni molto forti il sapiente! Noi potremmo commentare con le immagini del Vangelo. Meglio essere sordi piuttosto che dover sentire calunnie e falsità. Meglio essere muti piuttosto che correre il rischio di dire cose false che rovinano le persone.

Per noi

La meditazione è quanto mai attuale per noi.

  • Quali sono le dicerie che rilanciamo?
  • Quale falsità non fermiamo?
  • Quale morte provochiamo con l’invidia, la calunnia, il mancato rispetto per la verità?

Perché è vero che, anche se ci impegniamo personalmente, noi veniamo spesso in contatto con cose di questo genere ed è vero che, forse, non siamo abbastanza fermi nel porre dei limiti precisi a tutto questo mondo di falsità.

Il Vangelo, invece, ci chiede di porre attenzione a coloro che sono come isolati dal mondo. Può darsi che non siano sordomuti, ma persone che odono e parlano benissimo ma che a causa di relazioni poco intense, a causa di un isolamento prodotto o magari anche cercato, rischiano di essere ai margini della società. Il Papa ci richiama spesso questa attenzione e credo che tutti noi conosciamo persone che vivono così: umanità più povere di altre proprio a causa di una mancata interazione con gli altri.

  • Cosa facciamo quando incontriamo questa umanità “povera”?
  • Come aiutiamo gli altri ad uscire da questo genere di povertà interiore?

Chiediamo aiuto anche a San Girolamo Emiliani, il fondatore dei Padri Somaschi, un ordine religioso molto attento all’istruzione, all’educazione, alla carità che consiste nel tenere vicini coloro che rischiano di non farcela, coloro che la società emargina. Solo così anche noi erediteremo quel carisma di vicinanza ai più deboli che è il vero motore di ogni società e di ogni chiesa che cerca di essere sorella e madre di ogni uomo.

2022-02-08T08:46:27+01:00