Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – Lunedì
La settimana che apriamo è caratterizzata dalla memoria della Madonna di Lourdes, che ci fa celebrare anche la giornata mondiale del malato. Per il resto ci immergiamo in questa penultima settimana prima della Quaresima che ci introduce, pian piano, al tempo della Quaresima. In questa settimana si legge il libro della Sapienza.
Sapienza
Sap 8, 17-18. 21 – 9, 5. 7-10
Lettura del libro della Sapienza
Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità e grande godimento vi è nella sua amicizia e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza e fama nel conversare con lei, andavo cercando il modo di prenderla con me. Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo, se Dio non me l’avesse concessa – ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono –, mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il mio cuore: «Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l’uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie; mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora, immagine della tenda santa che ti eri preparata fin da principio. Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito».
Il confronto tra le due Scritture di oggi è molto curioso. Nella prima lettura, infatti, abbiamo la preghiera di un uomo molto influente e potente, nientemeno che Re Salomone. Un uomo di comando, un uomo di potere, un uomo che era considerato un grandissimo sapiente. La sua preghiera è per chiedere la sapienza nell’arte del governare. Egli sa di succedere ad un re, suo padre Davide, molto amato e molto stimato dal popolo, che gli ha lasciato un regno potente, ricco, in espansione. Sa che mantenere tutto questo sarà molto difficile, per questo egli chiede la sapienza a Dio per avere la capacità di ben governare il suo popolo. Una preghiera che ha una intensità del tutto particolare. Salomone riconosce che il vero pastore del popolo di Israele è Dio: il suo è solo un servizio. Per questo osa chiedere quel dono di sapienza che è necessario per governare, a nome di Dio, un popolo grande, poco coeso, difficile da governare. Gli atti del governo di Salomone che seguono questa preghiera, sono tutti atti di buon governo, atti nei quali risplende quella sapienza che Salomone ha cercato di fare propria nei giorni della sua vita di fede, prima di deviare da quel cammino che si era proposto, a causa degli idoli stranieri che le sue mogli venute dall’estero introdussero anche a corte. Salomone ci dice che è possibile avere la sapienza di Dio, è possibile seguire il progetto di sapienza che viene da Dio Padre, ma occorre essere fedeli e perseveranti nel cammino. Solo questa è vera sapienza.
Vangelo
Mc 10, 35-45
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Dall’altro lato abbiamo la preghiera, la richiesta di due uomini che, sebbene con grandissime qualità, non contano poi molto. Sono due uomini di Galilea, due uomini che di mestiere hanno fatto i pescatori, che hanno anche messo da parte qualche ricchezza, hanno una piccola società con Simone, ma non sono certo due uomini influenti, non sono certo due uomini che contano. Che peso può avere nel mondo un pescatore che si mette alla sequela di un maestro di Galilea? Nessuno! Eppure questi due uomini chiedono una cosa importante, grandissima, inaudita! Chiedono di stare nella gloria di Dio nientemeno che alla destra e alla sinistra di Gesù! Come se fosse cosa da poco! Come se fosse facile! Richiesta che, come abbiamo sentito e come sappiamo, irrita moltissimo gli altri discepoli del collegio apostolico, che non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere, una richiesta così grande.
Gesù risponde direttamente sulla questione, ricordando che quel posto è già stato preparato per qualcuno, se è vero, come è vero, che tutti i nostri nomi sono custoditi fin dall’eternità in Dio. Piuttosto Gesù indica a tutti la strada per giungere a quel posto che è preparato per noi nell’eternità, qualsiasi esso sia. La via è quella del servizio, la via è quella dell’ascolto, quella del mettersi a disposizione degli altri, del cercare il bene degli altri, non certo quella del cercare il prestigio personale e il proprio tornaconto.
Questa è la via per tutti, per ottenere la sapienza della vita e la speranza della vita eterna.
Per noi
- Quale via di santificazione vogliamo seguire?
- Quale posto vogliamo occupare nella vita eterna?
Credo che oggi tutti siamo caldamente invitati a confrontarci con la Parola di Dio per vedere se stiamo seguendo un progetto nostro o se stiamo pian piano crescendo nella logica della donazione e del servizio, nella logica di chi cammina umilmente per ottenere non un posto di rilievo, ma il posto preparato per noi nella vita eterna dal Padre misericordioso e fedele.
È questa la grazia che vogliamo chiedere man mano si avvicina la Quaresima e il tempo che dedicheremo, insieme, alla conversione.