Settimana della 2 domenica di quaresima – mercoledì
La spiritualità di questo giorno di quaresima
La strada della Quaresima si complica. L’itinerario verso la Santa Pasqua è in salita, come lo è stato per il Signore Gesù. Concentriamoci sulle due antitesi di oggi.
La Parola di questo giorno
GENESI 17, 18-23. 26-27
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!». E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l’anno venturo». Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto. Allora Abramo prese Ismaele, suo figlio, e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comprati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro prepuzio in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto. In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele, suo figlio. E tutti gli uomini della sua casa, quelli nati in casa e quelli comprati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
SALMO Sal 118 (119), 41-48
Guidami, Signore, sulla via dei tuoi precetti.
Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
A chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola. R
Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre. R
Camminerò in un luogo spazioso,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti
e non dovrò vergognarmi. R
La mia delizia sarà nei tuoi comandi,
che io amo.
Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo,
mediterò i tuoi decreti. R
PROVERBI 6, 6-11
Lettura del libro dei Proverbi
Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio. Essa non ha né capo né sorvegliante né padrone, eppure d’estate si procura il vitto, al tempo della mietitura accumula il cibo. Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire? Quando ti scuoterai dal sonno? Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposare, e intanto arriva a te la povertà, come un vagabondo, e l’indigenza, come se tu fossi un accattone.
VANGELO Mt 5, 38-48
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Il discorso della montagna
Parto dalla prima: “avete inteso che fu detto agli antichi occhio per occhio e dente per dente… ma io vi dico di non opporvi al malvagio…”. Questa volta sembra proprio che il Signore abbia sparato un po’ troppo in alto. Come non opporci al malvagio? Dove finiremmo se non ci opponessimo alla malvagità? Non si perderebbe forse completamente l’orizzonte, così come potremmo dire per alcune cose di cui siamo testimoni nella nostra epoca? Come sempre il Signore ci aiuta a capire e a distinguere. Certo che bisogna opporsi alla malvagità, certo che qualsiasi forma di male deve essere indicata con forza come male. Perderemmo, altrimenti e davvero, ogni riferimento, cosa che renderebbe peggiore qualsiasi uomo. Tuttavia non bisogna opporsi all’uomo malvagio! Ecco cosa dice il Signore: anche il malvagio deve, in qualche modo, avere una possibilità di recupero. Come si recupera un malvagio? Stupendolo! Appunto, se chiede una tunica lasciamo anche un mantello, se chiede di fare un miglio con lui, facciamone due! Lo stile che converte il malvagio è quello della gratuità e, se vogliamo, anche dell’esagerazione. Solo così si recupera la persona. Chiarezza sui principi, fermezza nelle situazioni, generosità, misericordia, abbondanza con le persone. Ecco la regola base di questa antitesi matteana.
“Avete inteso che fu detto agli antichi odierai il tuo nemico… ma io vi dico, amate i vostri nemici…”. Così si capisce anche la seconda delle antitesi che ci sono proposte oggi. Un nemico, da che mondo è mondo, è nemico. L’umanità divide gli amici dai nemici, sa di chi fidarsi e chi deve combattere. È il principio di ogni guerra, in ogni tempo e in ogni popolazione. Gesù invita ad andare oltre questo principio, altrimenti non si fermerà mai la spirale di odio e di violenza che, da sempre, insanguina il mondo. Per superare questa logica Gesù chiede un atto di contemplazione nei confronti di Dio Padre, “che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Alla base di ogni cambiamento non sta la buona volontà, ma la fede, la contemplazione, la preghiera. Solo chi si riempie di Dio sa agire poi come Dio. Il discorso della montagna chiede, quindi, un atto di fede personale dal quale far discendere un codice di comportamento etico incisivo e alternativo.
È proprio su questo tema che chiude il Signore Gesù. “Se fate come i pagani…”. È chiaramente il nostro problema. Noi siamo pagani, nel modo di pensare, nel modo di fare e, poi, viviamo alcuni momenti di celebrazione, alcuni momenti liturgici, alcuni momenti di fede, come se fossero una pausa in una vita che va palesemente da un’altra parte. Il Signore ci provoca: che merito avremo se viviamo così? A cosa serve la fede cristiana se, poi, tutto rimane uguale a quello che fanno gli altri? Se la fede ha perso il suo fascino, forse è anche per questo: abbiamo reso la fede un abito da indossare ogni tanto e non, invece, un modo di essere e di vivere diverso da quello di chi non ha fede. Il compito, oggi, non è solo quello di una revisione di vita, ma è proprio quello di un cambiamento di mentalità.
Il nostro cammino di fede
È proprio su questo tema che vorrei insistere per il nostro cammino. Quando un cammino di fede è vero? Quando scomoda! Qual è la garanzia che noi stiamo camminando dietro al Signore? La fatica che ci fa fare questo cammino di fede. Oggi, credo proprio tutti, avvertiamo la fatica di queste parole, la fatica di questi comportamenti che ci vengono descritti. Non distacchiamoci da questa Parola di Dio! Non chiudiamo il cuore al suo approfondimento dicendo: tanto è impossibile! Cerchiamo di percepire la fatica come un dono, cerchiamo di capire che ciò che ci viene chiesto è impensabile, se noi lo giudichiamo da un puro punto di vista umano, ma diviene veramente importante se noi lo guardiamo da un punto di vista di fede. In quest’ottica credo che tutti siamo invitati a mettere ordine nel delicatissimo tema delle relazioni.
- Chi sono i malvagi a cui vorremmo opporci?
- Chi sono i nemici da cui vorremmo guardarci?
- Cosa possiamo fare per recuperare terreno?
Credo che siano queste le domande da trattenere nel cuore, lasciando che il ragionamento non sia generale, non sia sulla società in cui viviamo, ma miri dritto a noi, al nostro cuore, al nostro modo di comportarci… il cambiamento non partirà in generale, nella società… partirà da noi. E partirà se avremo fede. Se contempleremo il Padre che manda la pioggia e il sole sui giusti e sugli ingiusti.
Intenzioni di preghiera
Non vi segnalo particolari intenzioni di preghiera, oggi, ma solo un modo di pregare. Mettiamoci tutti davanti al Crocifisso. Cominciamo a parlare con il Crocifisso, lasciamo che sia Lui a farci capire che, se è lì con le braccia aperte sulla Croce, lo è per coloro che si erano resi nemici, cioè per tutti gli uomini. Ricordiamoci che il Signore snida, illumina i nostri peccati, ma mostra sempre la sua misericordia per i peccatori, i primi dei quali siamo proprio noi. Lasciamo che sia il silenzio ad avvolgerci, lasciamo che sia la meditazione del Crocifisso a parlare e a lasciare che tutti noi possiamo comprendere che con lo schema dell’ “occhio per occhio e dente per dente” non si va da nessuna parte, se non ad alimentare la spirale di odio e violenza che c’è nel mondo. Si cambia solo se noi cambieremo il cuore e se vivremo la fede non come una manifestazione liturgica, ma come un modo di pensare che cambia il cuore.