Settimana della 5 domenica di Pasqua- lunedì
La spiritualità di questo giorno
Pienamente di quaggiù, pienamente di lassù!
La Parola di questo giorno
LETTURA At 15, 1-12
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè». Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro». Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
SALMO Sal 121 (122)
Andiamo con gioia alla casa del Signore.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore. R
Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. R
VANGELO Gv 8, 21-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Di nuovo il Signore Gesù disse ai Giudei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Atti
Le due letture di oggi, nel loro insieme e nel loro accostamento, sono bellissime. Anzitutto gli Atti che ci dicono come la Chiesa delle origini ebbe sia problemi all’esterno, con il fenomeno delle persecuzioni, sia all’interno, con le discussioni dottrinali. La Chiesa è fatta da uomini, come tutti sappiamo bene. Ecco che gli uomini decidono come far procedere il cammino comune. Lo fanno con quello che papa Francesco chiama il metodo sinodale. Lo abbiamo sentito. Gli apostoli avvertono un problema, ma non risolvono da soli la questione. Preferiscono che tutti si trovino insieme a decidere cosa fare e, soprattutto, a discernere cosa dice Dio nella concreta situazione in cui si trovano. È l’idea del concilio o, se vogliamo, del sinodo, intesa anche nella accezione moderna di uomini di Dio che si ritrovano insieme per pregare, riflettere, discernere, decidere. L’efficacia del metodo è quella del coinvolgimento comunitario. Senza questo non ci sono soluzioni per la Chiesa che siano conformi a ciò che Dio chiede. È il cammino comune la miglior garanzia dell’ortodossia, ovvero della corretta interpretazione della fede.
Vangelo
Il Vangelo, con questa predicazione del Signore, è molto più profondo e ci richiama cosa deve sempre essere alla base di ogni soluzione ecclesiale. Alla base di tutto ci deve essere il pensiero dell’eternità. La Chiesa deve avere sempre attenzione ai problemi concreti dell’uomo, ma mai schiacciata da essi, perché sempre costantemente rivolta all’eternità. Come Gesù nel suo ministero. Egli vive le cose degli uomini, si occupa delle cose degli uomini, ma il suo pensiero è sempre e costantemente rivolto al Padre. Questo sguardo sull’eternità è la garanzia ultima per non essere mai schiacciati dal peso delle cose, travolti dal corso degli eventi, angustiati oltremisura quando capitano avversità. Inoltre il richiamo costante alla vita eterna dice la ragione per cui si fanno le cose nella Chiesa. Non solo nella Chiesa come comunità: queste cose valgono anche per il nostro cammino di cristiani come singole persone. Questo è il cuore e il dato più importante che sempre dobbiamo osservare. Anche noi, nel sostenere pesi, fatiche, ma anche nel condividere gioie, dobbiamo sempre avere in mente il richiamo ultimo per cui ogni cosa acquista, nella luce di Dio, il giusto peso e il giusto spessore.
Il nostro cammino di fede
Credo davvero che oggi tutti noi possiamo dare forma al nostro cammino di fede proprio partendo da queste considerazioni generali. Tutti comprendiamo che questa è la verità profonda nella quale anche noi siamo inseriti. Per chi facciamo tutte le cose che facciamo? Per chi viviamo tutte le realtà della vita, comprese quelle pastorali? Cosa motiva il nostro impegno personale e comunitario? La risposta che viene non solo dalle Scritture, ma da tutto questo tempo pasquale che stiamo vivendo è una sola: noi facciamo tutto per Dio, rivolti a Dio, in attesa della sua manifestazione ultima. Questa è la verità cristiana! Ma, come sappiamo tutti benissimo, questa verità spesso va perduta, si annebbia… è questo il momento nel quale, sia a livello personale che a livello comunitario, perdiamo il senso per cui facciamo le cose. È proprio in questo momento che nascono i pericolosi personalismi, è proprio in questo momento che si annidano i peggiori rischi per tutta una comunità e non solo per i singoli credenti. Ecco perché tutti dobbiamo avere molto a cuore, anzitutto, di verificare sempre il motivo per cui noi facciamo o non eleggiamo determinate cose e proposte. Il richiamo ci spinge poi ad apprezzare questa Chiesa sinodale sulla quale il Papa punta così tanto. Oggi dovremmo tutti pregare perché la forma sinodale della Chiesa acquisisca sempre più importanza, a tutti i livelli. A partire dal nostro livello parrocchiale, per arrivare poi, via via, al livello più ufficiale, importante, gerarchico, se vogliamo usare questo termine.
Preghiera a Maria
Maria, tu eri presente, quel giorno, a Pentecoste, nel quale nacque la Chiesa. Tu eri con i discepoli di tuo Figlio, riuniti, ancora una volta, nel cenacolo. Fu quella la prima espressione di comunione. Comunione benedetta da Dio, da tuo Figlio e dalla presenza stupefacente dello Spirito Santo. Aiuta anche noi, Maria, a recuperare il vero volto sinodale della Chiesa. Aiutaci a capire che le nostre comunità hanno bisogno di questo, per vivere come tuo Figlio ci ha chiesto di fare. Insegna anche a noi, Maria, come singoli fedeli, ad avere sempre chiaro in mente l’orizzonte nel quale ci muoviamo e grazie al quale le cose del tempo acquisiscono importanza. Maria, Madre della sinodalità, prega per noi.