Settimana della 5 domenica di Pasqua- martedì
La spiritualità di questo giorno
Farsi prossimo degli uomini per essere come Dio.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 15, 13-31
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Quando Bàrnaba e Paolo ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre”. Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe ». Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!». Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.
SALMO Sal 56 (57)
Sei tu la mia lode, Signore, in mezzo alle genti.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora. R
Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà. R
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria. R
VANGELO Gv 10, 31-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Il Signore Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Vangelo
La questione teologica sottesa al Vangelo è molto complessa. Proviamo a semplificarla per capire bene. Gesù nel suo ministero proclama la sua identità: Egli è Dio e si è fatto uomo per abbracciare tutta quanta l’umanità e per redimere l’umanità. I Giudei lo accusano di essere semplicemente un uomo che si dice Dio. Gesù per rispondere a questa accusa e per spiegare il mistero della sua identità ricorre ai salmi, ovvero a quelle preghiere che ogni pio Giudeo conosceva bene perché erano la base, la traccia della preghiera quotidiana, pubblica e spesso privata. Più in generale Gesù cita anche la legge di Mosè, altro cardine della fede ebraica. È proprio a partire dai testi sacri, dice Gesù, che gli uomini possono capire la sua opera. La sua parola e, soprattutto, i suoi “segni”, vale a dire i suoi miracoli, sono l’esatto attuarsi di ciò che in quegli scritti era stato descritto come l’opera del Messia. Se, dunque, le sue opere sono l’attuarsi della Parola rivelata, perché non credere? Perché non capire che in Lui è proprio all’opera lo Spirito di Dio che sostiene il mondo? L’invito chiaro è quello di saper leggere la storia alla luce della Parola di Dio. È da qui che possono poi nascere quelle opere buone che diventano, nel tempo, continuo segno della presenza di Dio e continuo richiamo alla ricerca del suo volto.
Atti
Così è anche negli Atti. Entriamo nel vivo di quella “Chiesa sinodale” di cui parlavamo ieri. Entriamo nel vivo della decisione che viene presa dagli apostoli. Come prendono la loro decisione gli apostoli? Ricorrendo al Primo Testamento, alla rivelazione della Parola di Dio e avendo nel cuore la parola di Gesù che al momento non è ancora parola scritta, ma che diventa, per noi, il Nuovo Testamento, la parola del Signore e quella dei suoi apostoli. È il riferimento a questa parola che rende possibile la decisione collegiale che diventa, per tutta la Chiesa, norma di comportamento, richiamo a ciò che deve essere fatto nel nome di Dio. È così che gli apostoli invitano poi ciascuno a compiere tutto il bene che si può fare, per dare slancio alla Chiesa che deve percorrere la sua missione e che deve sempre proclamare la vittoria di Cristo sulla morte. Questo è il servizio a cui è chiamata, questa è la missione alla quale deve mantenere fede.
Il nostro cammino di fede
La decisione apostolica, oltre che essere frutto della sinodalità e oltre che avere un riferimento costante alla Parola rivelata, è indice di quel servizio degli uomini che i discepoli, nel nome del Signore, vivono ed attuano. È per questo che la loro decisione è diventata una benedizione per la Chiesa di quel tempo e di tutti i tempi. Sia il modo con cui presero quella decisione, sia il contenuto di quella decisione, ricordano a noi che la Chiesa è fedele al suo mandato solo dove vive un vero servizio all’uomo. Il primo servizio da rendere agli uomini è quello in favore della verità. Il primo servizio che la Chiesa è chiamata a compiere per tutti, gratuitamente, senza nessuna remora, deve essere quello svolto a favore della proclamazione del Vangelo della Risurrezione di Cristo. Ogni altra opera buona che la Chiesa può compiere, dipende da questo annuncio che deve essere portato fino agli estremi confini della terra.
Credo che, al proposito, noi oggi facciamo un po’ di confusione. Spesso intendiamo come servizio all’uomo qualsiasi forma di aiuto concreto, immediato, tangibile che si riesce a fare. Se dimentichiamo l’origine di questo aiuto, esso non varrà a niente. Se non siamo più che consapevoli di quello che la Parola di Dio richiama a noi tutti costantemente, non saremo nemmeno in grado di essere attenti ai bisogni concreti dell’umanità. È il servizio alla verità che rende veri, pieni, belli tutti gli altri servizi. Senza questa radice il rischio è di scivolare pericolosamente su piani che immediatamente sembrano essere anche promettenti ma che, prima o poi, metteranno in luce tutto il fallimento in cui incappano tutte le cose senza la presenza di Dio. Il primo servizio e il vero annuncio, quindi, sono il servizio alla verità, al Dio che si fa carne, che patisce, muore e risorge per noi.
Preghiera a Maria
Maria, aiutaci a mettere al primo posto, in ogni cosa, l’annuncio della risurrezione del tuo Figlio. Aiutaci a capire che non esiste vera carità senza questa radice. Aiutaci a comprendere che, senza questo spessore, tutto rischia di essere senz’anima. Maria, tu che eri presente in quel tempo, aiuta il nostro tempo a conservare quelle intuizioni nella loro freschezza e nella loro importanza per la vita della Chiesa universale.
Così sia.