Mercoledì 10 maggio

Settimana della 5 domenica di Pasqua- mercoledì

La spiritualità di questo giorno

Se il chicco di frumento….

La Parola di questo giorno

LETTURA At 15, 36 – 16, 3. 8-15
Lettura degli Atti degli Apostoli

Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno ». Bàrnaba voleva prendere con loro anche Giovanni, detto Marco, ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro, in Panfìlia, e non aveva voluto partecipare alla loro opera. Il dissenso fu tale che si separarono l’uno dall’altro. Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s’imbarcò per Cipro. Paolo invece scelse Sila e partì, affidato dai fratelli alla grazia del Signore. E, attraversando la Siria e la Cilìcia, confermava le Chiese. Paolo si recò anche a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo. Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.

SALMO Sal 99 (100)

Il Signore è il nostro Dio e noi siamo il suo popolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. R

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. R

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione. R

VANGELO Gv 12, 20-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

Vangelo

Conosciamo quasi a memoria questo versetto del Vangelo che leggiamo nella liturgia e che cantiamo anche spesso. Questo versetto è davvero un’icona di Gesù. È lui il chicco di frumento che cade nel terreno per morire. La sua passione, morte e risurrezione sono il cadere, il morire e il dare vita nuova, come chicco generoso che germoglia e fa germogliare frutti per la vita eterna in tutti coloro che credono e sperano nel suo nome.

Tra coloro che vollero sentire questa predicazione, lo abbiamo sentito ricordare nell’incipit del Vangelo, c’erano alcuni Greci, vale a dire alcuni stranieri. Alcuni che, secondo la mentalità ebraica, non dovevano ricevere l’annuncio della fede, appunto perché stranieri. Invece abbiamo sentito del loro ardente desiderio e del loro chiedere una mediazione a quell’apostolo che aveva un nome greco: Filippo. Il Signore li accoglie e lascia che anche loro ascoltino questa parola, per imparare a donare la vita come egli sta insegnando. Quella di Gesù è, quindi, una predicazione molto semplice, che parta da un paragone con ciò che accade in natura, per dire a tutti come vivere.

Atti

Negli Atti abbiamo ascoltato come, anche dopo la Pasqua del Signore, non fu facile armonizzare le due anime della primitiva comunità cristiana: quella che proveniva dal mondo giudaico e che considerava ancora il segno di alleanza con Abramo come qualcosa di essenziale per la salvezza, e quella proveniente dal mondo greco, che, invece, non aveva di questi problemi. Abbiamo anche ascoltato di come è una visione a sbloccare ulteriormente la questione. Quando Paolo sogna questo Macedone, cioè un Greco, che lo supplica di passare in Macedonia, l’apostolo e poi i suoi compagni capiscono che la fede non può essere circoscritta e che deve essere annunciata davvero a tutti, compresi coloro che abitano un altro continente: l’Europa! È l’inizio di una nuova missione e di una nuova avventura secondo lo Spirito. Certo anche gli Atti, pur in una pagina così lieta e così bella, non mancavano di farci comprendere che le cose non furono idilliache nemmeno per loro. Lo abbiamo sentito a proposito dei rapporti tra Paolo, Barnaba e Giovanni detto Marco. Ci fu una forte discussione, tanto forte che Paolo si separò da Barnaba e Marco. Una questione non solo di carattere, ma anche teologica: mentre Barnaba comprende che la misericordia di Dio non ha limiti e che, quindi, nella missione ecclesiale può essere associato anche chi ha sbagliato, Paolo esprime una visione di maggior ristrettezza: chi si dedica alla missione non può avere paura, non può tergiversare, non può esprimere i suoi sentimenti reali né, tantomeno, lasciare che questi diventino una chiusura verso la missione. Posizione molto rigida, certo detta per la forza che Paolo sa esprimere.

Il nostro cammino di fede

Penso che queste indicazioni della Parola di Dio ci facciano bene. Anzitutto ci ricordano come vivere la nostra esistenza, come vivere i nostri giorni, e cioè spendendoci, morendo, lasciandoci consumare dalle esigenze degli altri nel nome del Signore Gesù. Questo è quello che ha fatto Gesù, questo è quello che hanno fatto gli apostoli, questo è quello che hanno fatto moltissimi testimoni della fede. È il principio generale dell’esistenza cristiana che ci viene nuovamente ribadito. Così che, in questo tempo pasquale, mentre stiamo cercando di ricevere quella forza dello Spirito che sarà pienezza nella Pentecoste, possiamo tutti chiedere allo Spirito di Dio la forza per diventare ciò che tutti i credenti dovrebbero essere.

Mentre riflettiamo su questo, ci viene al contempo detto che non dobbiamo lasciarci impressionare dalle cose degli uomini, dal nostro rapporto di amicizia o di tensione con altri… Tutti ci portiamo dentro tante cose che sono il frutto della vita, delle cose che sono accadute, del modo in cui abbiamo vissuto… Tutti risentiamo di alcune cose negative e tutti abbiamo tanti punti a favore… Tutto può essere messo a disposizione del Vangelo! Tutto può essere utile per la missione di evangelizzare.

Rimettiamoci così come siamo nelle mani di Dio. Egli saprà trarre qualcosa di buono da ciò che siamo!

Preghiera a Maria

Maria, anche Tu sei stata, secondo il detto di Tuo Figlio, seme che è morto per dare la vita. Non sappiamo nemmeno bene quante siano le tue donazioni, in un senso o nell’altro. Aiuta anche noi a donarci come Tuo Figlio ha detto. Aiuta anche noi ad essere quel seme buono che sa cadere in terra per realizzare poi molto frutto. Aiutaci a fare della vita un atto di volontaria donazione a Cristo, per il bene e la vita della nostra anima e della stessa Chiesa.

Così sia.

2023-05-05T15:51:27+02:00