Settimana della quinta domenica dopo Pentecoste – Mercoledì
Vangelo
Lc 8, 19-21
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
La “lectio continua” che questa settimana ci viene proposta ci aiuta a capire il Vangelo di oggi. Se un’anima accoglie la parola di Dio e diventa terreno per far fruttare il seme ricevuto, se un’anima riesce ad essere luce che risplende per tutti, allora si capisce perché non ci sono posti di privilegio, non ci sono “primi” posti e posti ultimi. Tutti coloro che accolgono, vivono e osservano la Parola, sono luce, esempio, punto di riferimento allo stesso modo. Maria ha un posto del tutto singolare nella storia della salvezza. È il posto che le viene dall’aver accolto la Parola, non solo nel cuore, ma anche fisicamente nel suo grembo: è la parola che si fa carne, è il verbo eterno che, in lei, diventa Figlio amato. Per questo ella è esempio, luce, punto di riferimento per tutti coloro che vogliono vivere di fede, per tutti coloro che vogliono accogliere la proposta della fede con rispetto, decisione, vigore. La Parola di Gesù, che, apparentemente, sembra dura e quasi ostile proprio nei confronti di Maria, in realtà è, ancora una volta, esempio anche per noi: è parola che indica la Madre come punto di riferimento per la propria fede, come luce che guida il cammino, come imprescindibile termine di paragone per chiedere le grazie necessarie per proseguire il cammino. La proposta di accogliere la Parola che si rivela come luce per la vita, del resto, era già ben chiara dalla parabola del seminatore.
Dt 30, 15-20
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».
È questa la medesima dinamica della fede che troviamo espressa anche nel Deuteronomio. Il popolo di Dio è invitato a scegliere come vivere una volta entrato nella terra della promessa. Il testo biblico è chiarissimo: si possono seguire due vie, una in contrasto con l’altra, una differente dall’altra, una di bene e una di male. È la fede che spinge a vivere un confronto con quelle realtà dell’uomo nelle quali si gioca la vita sorretti dalla fede. Senza questa illuminazione, senza che la fede abbia la possibilità di indicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tutto perde di consistenza. Con molta schiettezza e con molta forza l’autore sacro diceva che l’accettare la sfida di illuminare tutto con la propria fede fa ottenere la benedizione di Dio. Viceversa avere regole di comportamento contrarie rispetto a quelle della fede, spegna il dono depositato nella nostra coscienza dallo Spirito di Dio. C’è una benedizione che accompagna l’uomo che vuole vivere i valori della fede, sempre, comunque. Noi lo vediamo bene, perché tutti siamo in contatto con persone anche umili e semplici che hanno vissuto così e, sebbene nella loro vita non sia accaduto nulla di straordinario, vediamo come tutta la loro esistenza è stata, di fatto, benedizione.
Per noi.
Di qui la domanda centrale per noi:
- Lascio, come Maria, che la Parola di Dio plasmi il mio modo di vedere, di intendere le cose, di plasmare la società?
- Anche io divento portatore di luce in tutti i campi citati dalla pagina veterotestamentaria, perché porto i valori del Vangelo nel mondo del quale faccio parte e nel quale vivo?
Credo che solo Maria possa aiutarci a raccogliere questa sfida non facile, anzi molto complessa e difficile! Solo lei che ha accolto la Parola senza riserve e, per questo, diventa modello per ciascuno di noi, può aiutarci a vivere con fede anche il confronto con quei temi dell’esistenza che sono complessi, intricati, difficili ma che ricevono quella luce essenziale del Vangelo perché si possa giungere alla verità. A Lei ci rivolgiamo perché ci possa essere, per tutti, quella effusione di amore che rende possibile questo cammino per tutti.