Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – venerdì
La spiritualità di questa settimana
Oggi pensiamo alla famiglia canossiana, a Santa Bakhita, la schiava più volte venduta che venne in Italia portata dai suoi padroni e qui decise di farsi suora, contro tutte le convinzioni del tempo e contro tutte le convenzioni sociali del tempo.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sap 19, 1-9. 22
Lettura del libro della Sapienza
Sugli empi sovrastò sino alla fine una collera senza pietà, perché Dio prevedeva anche ciò che avrebbero fatto, cioè che, dopo aver loro permesso di andarsene e averli fatti partire in fretta, cambiato proposito, li avrebbero inseguiti. Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti e piangevano sulle tombe dei morti, presero un’altra decisione insensata e inseguirono come fuggitivi quelli che già avevano pregato di partire. A questo estremo li spingeva un meritato destino, che li gettò nell’oblio delle cose passate, perché colmassero la punizione che ancora mancava ai loro tormenti, e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario, essi incappassero in una morte singolare. Tutto il creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima, obbedendo ai tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento, terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba; coloro che la tua mano proteggeva passarono con tutto il popolo, contemplando meravigliosi prodigi. Furono condotti al pascolo come cavalli e saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore, che li avevi liberati. In tutti i modi, o Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo e non hai dimenticato di assisterlo in ogni momento e in ogni luogo.
SALMO Sal 77 (78)
Diremo alla generazione futura
le meraviglie del Signore.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. R
Divise il mare e li fece passare,
e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l’acqua a fiumi. R
Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. R
VANGELO Mc 11, 27-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre Gesù camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Vangelo
Il Vangelo di oggi è la logica conclusione dei due giorni precedenti. Soprattutto i sacerdoti, i grandi saggi del tempio, chiedono al Signore con quale autorità egli faccia queste cose, ovvero con quale autorità egli abbia compiuto quelle due azioni profetiche che abbiamo commentato nei giorni precedenti. Di per sé l’autorità dei sacerdoti e la presenza nel tempio sia loro che del Signore, rende la domanda lecita. Essi, custodi di quella casa, chiedono di sapere. Gesù risponde con una provocazione ulteriore che è un bellissimo momento di catechesi. Chiede esplicitamente di prendere posizione su Giovanni il Battista, dal momento che si chiacchierava molto di questo profeta e della sua azione nel deserto. Gesù non vuole solo insistere sul caso particolare che tutti hanno conosciuto, ma, piuttosto, insegnare che la fede è sempre un prendere posizione sulle cose. La fede non è per gli ignavi, la fede chiede sempre di saper rispondere alle cose con una posizione chiara, precisa, illuminata dalla preghiera. Così, come vedete, c’è un filo rosso che tiene insieme tutti i Vangeli di questa settimana.
Sapienza
Come pure nella lettura della Sapienza troviamo la conclusione del breve ciclo di letture di questo libro che, in questa settimana, abbiamo avuto l’occasione di meditare e di studiare insieme. L’autore sacro descrive, nella prima parte, la decisione insensata degli egiziani di inseguire Israele che “avevano pregato di partire” dopo la strage dei primogeniti. Un inseguimento insensato che sa solo di vendetta, di interesse: gli egiziani cercano di riprendersi i loro schiavi. La seconda parte della lettura descrive la notte di Pasqua degli Ebrei, ovvero il passaggio del mar Rosso che viene descritto come una nuova creazione. Come nella creazione, secondo la teologia della Genesi, tutto prende spunto dalla Parola di Dio, così, ora, tutto riprende vita proprio a partire dalla medesima Parola. Il mare che si apre, che obbedisce al comando di Dio che viene impartito per mezzo di Mosè, dice esattamente questa sottomissione di ogni cosa al Dio creatore. È così che si porta a compimento la liberazione di Israele, quella liberazione che diventa il centro e il cuore della fede ebraica. Di qui la professione di fede, splendida, dell’autore sacro: “Tu non hai dimenticato di assistere il tuo popolo in ogni tempo e in ogni luogo”.
Per noi e per il nostro cammino
- Noi crediamo che Dio ci assiste in ogni tempo e in ogni luogo?
- Sappiamo prendere una posizione di fede nelle cose della vita?
Credo che la figura splendida di Santa Giuseppina Bakhita ci dica proprio questo: Dio non si dimentica di prendersi cura di noi. Lei che aveva avuto una vita fatta di dolori, di umiliazioni, di sottomissione, vede fiorire la sua vita solo nell’ultima parte della sua esistenza. Lei è una di quelle sante che potrebbero dirci proprio così: Dio non si dimentica di prendersi cura in ogni tempo e in ogni luogo di noi! Credo che questa sia davvero la più bella espressione di fede che tutti noi possiamo avere.
Eppure, noi tutti, crediamo poco a queste parole e alla verità che contengono e, forse, ci lamentiamo spesso delle cose che ci capitano o che capitano nel mondo. Forse siamo troppo moderni o, forse, abbiamo troppa poca fede o, come i sacerdoti del tempio che spontaneamente critichiamo, abbiamo perso quella capacità di prendere posizione sulle cose della fede che, invece, è richiesta. Prendiamo esempio, allora, anche dalla santa che festeggiamo e lasciamo che queste espressioni di “Chiesa delle genti”, ci aiutino a prendere posizione sulle cose della vita, sulle cose dei nostri giorni, sulle cose che più ci stanno a cuore. Chiediamo a Dio questa forza della fede, perchè sappiamo non rimanere mai indifferenti alle cose che ci capitano o che capitano nel mondo. Il Signore sempre ci accompagni in questo itinerario di fede e di vita!