Mercoledì 10 febbraio

Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – Mercoledì

Sapienza

Sap 13, 1-9
Lettura del libro della Sapienza

Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice. Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce, la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo essi considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore. Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi facilmente s’ingannano cercando Dio e volendolo trovare. Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura e si lasciano prendere dall’apparenza perché le cose viste sono belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano

Uno sguardo di indulgenza e una provocazione. Ecco la sapienza che ci viene proposta oggi.

Lo sguardo di indulgenza è per l’uomo che si perde nelle cose della creazione, attratto dal loro fascino e dalla loro bellezza. Il sapiente diceva chiaramente che ogni cosa è stata creata con il suo fascino perché potesse portare a Dio. L’uomo, spesso, si ferma solo al fascino, senza arrivare al Creatore di ogni cosa. È molto umana questa “distrazione”. Pensate che lo stesso San Paolo VI, nel suo testamento spirituale, scrive di come qualche volta lui stesso si è lasciato distrarre dal panorama contemplato nella sua vita, talmente era bello! Chissà quante volte anche noi ci siamo soffermati sulle cose belle della vita senza lodare Dio, che è l’autore di ogni cosa bella e Colui che, con sapienza, accompagna ogni cosa.

Di qui il richiamo che diventa una provocazione. Come è possibile fermarsi e non andare oltre? Perché lasciare che ci invada la contemplazione di ciò che è bello senza arrivare a Dio Creatore? Il sapiente ci chiede di fare un passo oltre, perché se non si arriva a Dio Creatore, si compie come un viaggio a metà. Compito dell’uomo non è fermarsi alle cose della vita per contemplarne la bellezza, ma è andare oltre e giungere alla sapienza di Dio Creatore e Padre. Lieve è però il peccato di chi si lascia distrarre dal panorama! Questo, evidentemente, ci rincuora e ci sostiene!

Vangelo

Mc 11, 12-14. 20-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, il Signore Gesù ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Cosa significa giungere a Dio attraverso la contemplazione delle cose della vita? Qual è la meta alla quale si dovrebbe arrivare? Credo che sia ben specificato nel Vangelo. La meta alla quale si deve arrivare è quella della contemplazione del perdono di Dio. Perdono anzitutto rivolto a noi. Sapendoci e sentendoci peccatori perdonati, allora sarà possibile anche a noi guardare agli altri con quello sguardo di tenerezza e di misericordia che ci è necessario per non rimanere imbrigliati nelle cose della vita e per non soccombere sotto il peso delle cose dell’esistenza.

Il Vangelo ci fa ragionare anche in base all’azione simbolica prodotta dal Signore. Spesso noi guardiamo alle cose e soprattutto alle persone non in base a quello sguardo di misericordia che tutti siamo chiamati ad avere, ma solamente in base a quel criterio di giudizio che è il nostro giudizio! Questa prospettiva, ci dice il Vangelo, è molto limitante. Noi non possiamo e non dobbiamo mai fermarci a questo sguardo superficiale. È proprio del cristiano guardare, invece, con sguardo di misericordia e di perdono a tutti. Mettendo tutto e tutti sotto la luce di Dio e mettendo ogni cosa nel suo perdono, dal quale si riceve la forza per perdonare le cose della vita.

Ecco perché Gesù, con sapienza, conclude la sua predicazione chiedendo di saper compiere questo itinerario sapienziale, senza il quale non esiste nemmeno vera relazione con il Dio della vita, del perdono, della festa. È questa la logica con cui dovremmo non solo vivere questa settimana, o attendere la Quaresima che sta per iniziare, ma con la quale dovremmo vivere ogni giorno. Solo questo ci salva anche da quelle “distrazioni” che le cose belle della vita producono dentro di noi, come ci ha detto la prima lettura e il ricordo di San Paolo VI.

Per noi

  • Quali sono le realtà della vita che mi attraggono, ma che non mi permettono di risalire al Dio Creatore e Padre?
  • Quali “distrazioni” prodotte dall’esistenza e da ciò che in essa accade bloccano il mio cammino interiore e il mio desiderio di giungere fino a Dio?

Credo che sia sapienza per noi, oggi, fermarci un poco su questo pensiero e su questa meditazione, cercando, come sempre, di trovare quello sprone che ci porta ad andare più in là e a non fermarci mai a quelle considerazioni iniziali, sul mondo, sulla vita, sulle cose, che possiamo produrre.

Chiediamo questa sapienza per rientrare in noi dalle nostre distrazioni, per metterci alla scuola di quel Dio che ci vuole sempre felici e in cammino verso di Lui.

2021-02-05T08:18:44+01:00