Giovedì 11 febbraio

Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – Giovedì – Madonna di Lourdes –  Giornata Mondiale del Malato

Vangelo

Lc 1, 40-55
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Isaia

Is 55, 1-7
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona».

Efesini

Ef 1, 3-10a
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi.

La Madonna di Lourdes

La festa della Madonna di Lourdes ci porta, con il pensiero e con la fede, alla grotta di Massabielle, ma anche alla giornata mondiale del malato, intenzione per la quale stiamo celebrando questa Santa Messa e per la quale consacriamo questa giornata.

Rileggiamo insieme alcuni brani del messaggio del Papa per questo giorno.

Quando si riduce la fede a sterili esercizi verbali, senza coinvolgersi nella storia e nelle necessità dell’altro, allora viene meno la coerenza tra il credo professato e il vissuto reale. Il rischio è grave; per questo Gesù usa espressioni forti, per mettere in guardia dal pericolo di scivolare nell’idolatria di sé stessi, e afferma: «Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli»”. Credo proprio che anche noi vogliamo metterci alla scuola di Gesù, unico maestro, e sperimentare, anche in questo giorno, la comunione con tutti quei fratelli e sorelle che sono malati e che portiamo nel cuore. È un atto di condivisione quello che stiamo vivendo, presentando per loro la nostra intercessione.

Prosegue il Santo Padre: “Davanti alla condizione di bisogno del fratello e della sorella, Gesù offre un modello di comportamento del tutto opposto all’ipocrisia. Propone di fermarsi, ascoltare, stabilire una relazione diretta e personale con l’altro, sentire empatia e commozione per lui o per lei, lasciarsi coinvolgere dalla sua sofferenza fino a farsene carico nel servizio”. La fraternità che vogliamo offrire è quella che si vive in molte nostre case. Famiglie che ascoltano, famiglie che si rendono sostegno dell’anzianità, della fragilità, della malattia, ne abbiamo molte nella nostra comunità. Certo quest’anno tutto questo è stato molto più difficile e ne abbiamo pagato il prezzo e ne sentiamo ancora il peso. Avere diradato le visite, quando poi non siamo stati costretti a sospenderle; avere un contatto con gli anziani e con i malati solamente e puramente telefonico; aver sospeso molti dei gesti di condivisione e di comunione, anche in queste ultime feste di Natale, è stato pesante per tutti. Noi vogliamo rimetterci, insieme, alla scuola di Gesù Maestro, per vivere bene il richiamo del Santo Padre e per rendere, appena possibile, più intensa e più visibile la nostra comunione con chi è nel momento del dolore e della prova.

Un balsamo prezioso

Il Papa ci provoca ancora: “La malattia ha sempre un volto, e non uno solo: ha il volto di ogni malato e malata, anche di quelli che si sentono ignorati, esclusi, vittime di ingiustizie sociali che negano loro diritti essenziali. Agli anziani, ai più deboli e vulnerabili non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa”. Noi vediamo come tutto questo abbia colpito anche noi. Mentre pensiamo ai paesi più lontani, per i quali pure vogliamo intercedere, mentre pensiamo a quelle situazioni dove non è così facile avere cure e prestazioni mediche, questa volta dobbiamo pensare anche a noi e a tutti quei fratelli e sorelle che hanno vissuto con seria difficoltà il periodo di questo ultimo anno, anche a causa delle difficoltà a ricevere cure mediche ed assistenza. Soprattutto l’assistenza di parenti e amici che, in occasione di molti ricoveri come pure per gli ospiti di molte case di riposo, è stata sospesa. Ecco perché il Papa ci dice che il balsamo da cercare sempre per lenire le ferite è quello della fraternità. Senza questo balsamo, senza questa vicinanza, tutto risulta più pesante e complicato. È questo uno dei doni che vogliamo chiedere oggi alla Madonna. A Lei, donna della vicinanza, regina delle scelte di carità, a Lei che seppe farsi prossimo con Elisabetta nel momento del bisogno, rivolgiamo la nostra preghiera, perché anche per noi, presto, si possa tornare a donare balsamo di fraternità a tutti i malati e a tutte le persone sole che, in questo anno, hanno sentito ancora maggiormente il peso della solitudine, quasi fosse un abbandono.

Un patto

“Perché vi sia una buona terapia, è decisivo l’aspetto relazionale, mediante il quale si può avere un approccio olistico alla persona malata. Valorizzare questo aspetto aiuta anche i medici, gli infermieri, i professionisti e i volontari a farsi carico di coloro che soffrono per accompagnarli in un percorso di guarigione, grazie a una relazione interpersonale di fiducia (cfr Nuova Carta degli Operatori Sanitari [2016], 4). Si tratta dunque di stabilire un patto tra i bisognosi di cura e coloro che li curano”. Credo che quando il Papa ci dice che occorre “una relazione interpersonale di fiducia” abbia proprio ragione e ci chieda di essere noi per primi quelli che sanno mettere a tema questa dimensione. Anche noi, nel nostro piccolo, attraverso la pastorale dei malati, attraverso i ministri della Santa Eucarestia e attraverso tutti coloro che, in qualche modo, si occupano degli anziani, cerchiamo di estendere questo patto di corresponsabilità e di vicinanza ai malati, per una cura generale della persona.

Una proposta

“Cari fratelli e sorelle, il comandamento dell’amore, che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli, trova una concreta realizzazione anche nella relazione con i malati. Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno. Tendiamo a questa meta e facciamo in modo che nessuno resti da solo, che nessuno si senta escluso e abbandonato”. Infine il Papa scrive queste parole che sono per noi. Siamo noi quelli che devono aprirsi ad una relazione concreta con i malati. Questo deve essere un richiamo non per chi è già in una simile condizione, ma per i sani che non hanno malati nelle loro case e possono aprirsi alla visita, al dialogo, ad alleviare le sofferenze di chi si trova, spesso, alle prese con i malati e si sente solo, per non dire abbandonato. Credo che sia un appello agli adulti, perché possano dedicarsi a qualche operazione di sollievo di parenti e amici immersi in queste realtà; oppure un richiamo ai nostri giovani, per entrare in contatto con una situazione che, normalmente, è molto lontana dagli standard della loro vita.

Imparare a farsi prossimo per alleviare queste sofferenze, perché è dalla fraternità ritrovata che dipende la cura e la buona riuscita di essa per molti fratelli e sorelle nella malattia.

2021-02-05T08:25:26+01:00