Venerdì 10 giugno

Settimana dopo Pentecoste – venerdì – Santi C. Lwanga e compagni

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Es 19, 20-25
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Il Signore scese sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì. Il Signore disse a Mosè: «Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine! Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si santifichino, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!». Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertito dicendo: “Delimita il monte e dichiaralo sacro”». Il Signore gli disse: «Va’, scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!». Mosè scese verso il popolo e parlò loro.

SALMO Sal 14 (15)

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore. R

Non sparge calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R

VANGELO Lc 6, 12-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.

Esodo

Credo sia sempre molto bello ed anche utile rileggere le due Scritture in parallelo e lasciare che si illuminino l’una con l’altra.

In ambedue le letture è al centro il tema del monte. Nel Primo Testamento il monte è dichiarato “sacro” da Mosè per comando di Dio e, come abbiamo già visto, non è possibile avvicinarsi ad esso, pena la morte. Questa delimitazione vuole imporre il rispetto per le cose sacre ma, in un certo senso, anche togliere Mosè dal numero delle persone “normali”. Per via del suo compito, compito difficilissimo di mediazione, Mosè è in mezzo tra Dio e gli uomini. Egli deve ascoltare Dio e parlare agli uomini, obbedire a Dio e richiamare gli uomini alla medesima obbedienza della fede nella quale egli stesso è stato coinvolto. Non c’è, tuttavia, relazione di comunione. I ruoli sono ben marcati, ben distinti. I piani sono molto diversi. Dio sta sul piano dell’Altissimo, Mosè sta su quello degli uomini ma è “separato” da loro. Del resto questo è propriamente il concetto di “sacralità”, cioè c’è una separazione che toglie una realtà, una cosa, una persona, dall’ambito del profano per costituirlo nell’orizzonte della sacralità. Non c’è comunione, non c’è commistione, le cose sono molto chiare, distinte, precise.

Vangelo

Anche nel Vangelo c’è la medesima scena. Un monte è al centro della narrazione. La narrazione, però, è diversissima. Anzitutto non si parla della sacralità del monte, ma semplicemente di un “monte” sul quale il Signore sale a pregare, cosa che, tra l’altro, è abbastanza all’ordine del giorno in tutti i Vangeli. Al centro della scena c’è poi una duplice comunione. Anzitutto e principalmente quella di Gesù con il Padre. La sua preghiera è per attestare questa comunione, la sua preghiera è simbolo di quell’unione alla quale Gesù continuamente guarda e verso la quale anela. Gesù non fa mistero della propria comunione con il Padre e del suo essere immerso nel suo mistero.

In secondo luogo, da questa comunione, discende un’altra comunione, quella tra gli uomini. Disceso dal monte, dopo quella preghiera intensa, Gesù chiama i discepoli. Costituisce un gruppo, un collegio o, appunto, una comunione. Dalla comunione con il Padre nasce la comunione con gli uomini, quelli chiamati ad avere parte del suo ministero terreno per scoprire quella misteriosa identità che il Cristo va pian piano rivelando nel suo mistero. La logica, come ben vediamo, non è più quella della sacralità, dell’esclusione, della separazione ma, al contrario, quella della inclusività, della comunione, della comunicazione.

Per noi

Logica che, a noi, suona del tutto normale. Sembra quasi che il Signore ci stia dicendo delle cose “ovvie”. Percepiamo una distanza naturale rispetto al brano del Primo Testamento e non ci rivediamo assolutamente nel suo modo di descrivere le cose e di impostare le relazioni. Noi non viviamo così la nostra vita! Ecco perché percepiamo questa distanza. Eppure, a ben guardare, pur in una logica di inclusione, di vicinanza, di relazione che ci appartiene, noi viviamo secondo la logica dell’Antico Testamento. Fondiamo club “esclusivi”, parliamo di esperienze “uniche”, ci vantiamo di far parte del tal gruppo, o associazione, cosa che non è certo da tutti! Anche quando facciamo un viaggio poi andiamo dicendo che non è certo come quello che fanno tutti, perché abbiamo avuto la possibilità di fare un’esperienza unica, esclusiva… Gli esempi potrebbero essere molti. Noi, di fatto, viviamo così, creando situazioni singolari e vantandoci di esse, ad esclusione di altri. La Parola di Dio di oggi ci ricorda il dovere della comunione. Per il cristiano, per chi ha aderito al rinnovamento di fede e, quindi, di mentalità operato dal Signore, la comunione non è qualcosa che ci può non essere, ma è qualcosa che, sempre, deve accompagnare la sua vita. Provate a pensare quante volte, nel corso del suo altissimo magistero, papa Francesco ha pronunciato queste parole e ha cercato di rendere inclusive le manifestazioni della fede che non possono mai aderire ad una logica diversa da quella con la quale Cristo Signore e il Padre le hanno pensate. Oggi, insieme, facciamoci un serio esame di coscienza:

  • Sono uno che tende ad escludere?
  • Cosa faccio per includere gli altri nelle cose della mia vita?
  • Come reagisco quando vedo esclusioni mortificanti?
  • Opero sempre per la riconciliazione e la pace?

Ringraziamo il Signore per questa settimana dopo la Pentecoste e ancora non smarriamo il centro, il cuore del nostro cammino che è la comunione. Quella comunione che anche noi veniamo in Chiesa ad alimentare, quella comunione che, poi, deve essere manifestata tutti i santi giorni della nostra vita.

2022-06-02T18:43:29+02:00