Settimana della 4 domenica di Avvento – Sabato
Vangelo
Mt 21, 28-32
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
La sapienza dei pubblicani e delle prostitute.
Anche i pubblicani – gente non certo apprezzata al tempo del Signore – e le prostitute hanno una sapienza! Lo rivela Gesù. Certo faceva scalpore l’atteggiamento del Signore che non destava certo senso di sapienza. Come si fa a parlare con i pubblicani, che sono un po’ dei pubblici peccatori? Per non dire delle prostitute che il Signore ha accostato o dalle quali si è anche lasciato toccare. Atteggiamenti che, agli occhi del popolo, non indicavano certo una sapienza. Anzi. Erano l’esatto opposto. Invece Gesù insegna che c’è una sapienza anche in loro. C’è una sapienza anche in coloro che sono collusi con il potere politico ed anche con le donne di strada. La loro sapienza sta nell’essere stati in grado di riconoscere il momento favorevole della salvezza ed essersi convertiti, a differenza di coloro che non hanno nemmeno toccato con un dito taluni problemi e non si sono mai posti in un cammino di fede serio ed autentico. Meglio chi sbaglia di grosso e poi cerca la redenzione, che chi vive una fede di tradizione senz’anima.
Geremia
Ger 23, 1-8
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Geremia disse: «Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore. Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore. Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia. Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra».
Questa deve essere anche la sapienza del pastore. Anche il pastore deve sempre essere un uomo capace di trovare per sé la via della conversione, per poi proporla agli altri. Se il pastore non fa questo, il suo compito non è più quello di guida di tutto un popolo. Egli rinnega il suo pascolo, non si pone in ascolto delle pecore, non sa condurle al Pastore grande e supremo. È questa un’immagine molto usta da papa Francesco, che richiama a noi pastori il dovere di saper prendere la guida del gregge solo dopo che noi stessi abbiamo compreso la misericordia del Signore, il suo invito alla penitenza e alla conversione e i suoi richiami ad una vita più vera, più giusta e più santa.
Ebrei
Eb 11, 1-2. 39 – 12, 2a
Lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Tuttavia, tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento.
Così come il compito di tutti è quello di correre con perseveranza, approfittando dell’esempio, della vicinanza, dell’aiuto dei pastori che si alternano nella guida del gregge. L’autore della lettera agli Ebrei ci sta dicendo che c’è una vera sapienza nel voler imitare il comportamento di tutti coloro che sono stati uomini e donne di fede che hanno lasciato un segno. In ogni epoca della storia non manca qualcuno che, accogliendo l’invito di Dio, prende sul serio il richiamo a vivere bene il proprio cammino. Aiutati dall’esempio di tuti costoro, l’uomo di fede prende su di sé il peso del comune cammino e cerca di vivere con solidarietà il percorso proposto. Questa è già sapienza sufficiente per raggiungere la salvezza.
La Sapienza ci invita a:
- saper valorizzare la sapienza di chi sa convertirsi;
- richiamare i pastori ad un itinerario di conversione del cuore;
- valorizzare l’esempio di fede di chi ci guida verso Dio.
Provocazioni di sapienza
- Chi è per me esempio di conversione? Quali passi potrei seguire?
- Quale richiamo potrei proporre ai pastori? Come la sapienza potrebbe parlare attraverso di me?
- Quale esempio potrei valorizzare? Chi mi guida come esempio di fede?
Esame di coscienza settimanale
Riprendiamo le diverse forme di sapienza meditate:
giorno | Atteggiamento |
La sapienza di Sant’Ambrogio | |
Martedì | La sapienza dell’Immacolata |
Mercoledì | La sapienza dell’accoglienza |
Giovedì | La sapienza della preghiera |
Venerdì | La sapienza delle domande |
Sabato | La sapienza dei pubblicani e delle prostitute |
- Quale aspetto della sapienza approcciato in questa settimana mi ha più colpito?
- Gli esempi di Sant’Ambrogio e di Maria, come mi hanno sostenuto in questa settimana?
- Cosa potrei domandare al Signore, in vista del Natale?
Mentre entriamo nell’ultima vera settimana di Avvento, quella nella quale inizieranno anche le ferie prenatalizie, disponiamo il cuore e la mente a continuare il cammino in attesa della venuta del Signore.