Settimana della 4 domenica di Avvento – Venerdì
Vangelo
Mt 21, 23-27
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
La sapienza delle domande.
Saper porre delle domande vale più delle risposte. C’è una sapienza che si esprime proprio con il porre le domande giuste che suscitano quelle risposte che illuminano la fede degli uomini, ma anche la loro vita. Ce lo insegna anche il Vangelo di oggi, dove abbiamo due serie di domande importanti. Da un lato c’è la domanda degli oppositori di Gesù. È una domanda lecita anche se faziosa, posta male, aperta a mille problemi. Poi c’è la contro domanda di Gesù, la domanda che Gesù pone per far capire ai suoi interlocutori che non sono nella disposizione giusta né per fare domande, né, tantomeno, per avere risposte. Le loro domande e le loro risposte nascono non dall’interesse, non dal desiderio di capire, non dalla fede, ma sono solamente mossi da curiosità morbose o, peggio, da cattiva volontà. Il non voler rispondere alla domanda di Gesù è indice della falsità del loro comportamento. Sapevano benissimo rispondere alla domanda posta dal Signore, sapevano benissimo cosa dire di Giovanni il Battista, ma sapevano anche altrettanto bene che nessuno di loro si era mosso per ascoltare la voce del maestro del deserto, tantomeno gli aveva creduto. Ecco perché il Signore non risponde alla loro domanda. Sono troppo presi dalle loro cose, sono troppo chiusi nei loro pensieri, sono troppo ostinati nelle loro convinzioni. Tutti costoro avrebbero potuto, con le domande giuste, vivere un atteggiamento di fede consono. Non ci riuscirono perché non vollero! Purtroppo questa è anche la posizione di molti di noi. È la posizione di tutti noi quando non vogliamo fare passi di conversione, quando non vogliamo ascoltare, quando non pensiamo che ci sia un atteggiamento di sapienza e una conoscenza di sapienza alla quale possiamo attingere dalle domande che sappiamo fare. Quando mancano le domande giuste e quando manca attenzione a quello che è la risposta, non c’è atteggiamento sapienziale.
Geremia
17, 19-26
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Il Signore mi disse: «Va’ a metterti alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme. Dirai loro: Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e voi tutti Giudei e abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte. Così dice il Signore: Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal trasportare un peso in giorno di sabato e dall’introdurlo per le porte di Gerusalemme. Non portate alcun peso fuori dalle vostre case in giorno di sabato e non fate alcun lavoro, ma santificate il giorno di sabato, come io ho comandato ai vostri padri. Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio, anzi si intestardirono a non ascoltarmi e a non accogliere la lezione. Se mi ascolterete sul serio – oracolo del Signore –, se non introdurrete nessun peso entro le porte di questa città in giorno di sabato e santificherete il giorno di sabato non eseguendo alcun lavoro, entreranno per le porte di questa città re e prìncipi che sederanno sul trono di Davide, vi passeranno su carri e su cavalli insieme ai loro ufficiali, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme. Questa città sarà abitata per sempre. Verranno dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dalla terra di Beniamino e dalla Sefela, dai monti e dal meridione, presentando olocausti, sacrifici, offerte e incenso e sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore».
La sapienza del profeta Geremia ci dice la stessa cosa. I re, i principi e tutti coloro che ascoltarono il profeta avevano una domanda giusta da fare al profeta stesso: cosa dobbiamo fare per vivere bene ciò che dici? Cosa dobbiamo fare per rispettare il giorno del Signore? Cosa dobbiamo compiere per vivere bene l’oracolo che pronunci? Invece, come era scritto, nessuno si domandò cosa chiedesse, sul serio, la parola del profeta. Egli invocava solamente il rispetto di Dio, il rispetto del suo giorno, il rispetto dei comandamenti e, questo, per avere ancora maggiore stabilità. Atteggiamento che si ripropone ai nostri giorni. A noi che abbiamo cancellato il valore del giorno del Signore, a noi tutti che viviamo in un mondo dove Dio ha sempre meno spazio, a noi che non ci lasciamo coinvolgere nei segni che Dio ci dona per convertirci, è proposta la medesima sapienza: poniti le domande giuste per vivere un atteggiamento di seria ricerca del volto di Dio.
Zaccaria
Zc 10, 10 – 11, 3
Lettura del profeta Zaccaria
Così dice il Signore Dio: «Li farò ritornare dalla terra d’Egitto, li raccoglierò dall’Assiria, per ricondurli nella terra di Gàlaad e del Libano, e non basterà per loro lo spazio. Attraverseranno il mare d’Egitto, percuoteranno le onde del mare, saranno inariditi i gorghi del Nilo. Sarà abbattuto l’orgoglio dell’Assiria e rimosso lo scettro d’Egitto. Li renderò forti nel Signore e cammineranno nel suo nome». Oracolo del Signore. Apri, Libano, le tue porte, e il fuoco divori i tuoi cedri. Urla, cipresso, perché il cedro è caduto, gli splendidi alberi sono distrutti. Urlate, querce di Basan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta! Si ode il lamento dei pastori, perché la loro gloria è distrutta! Si ode il ruggito dei leoncelli, perché è devastata la magnificenza del Giordano!
Così anche la sapienza sottesa alla predicazione del profeta Zaccaria. Quando si sarebbero realizzate quelle parole? Quando si sarebbe realizzato il ritorno del popolo di Israele e l’affrancarsi dalle due superpotenze che, storicamente, lo hanno oppresso? Solo quando il popolo di Israele si fosse convertito, quando fosse tornato a fare domande giuste a Dio, solo quando avesse smesso di correre dietro agli idoli per convertirsi al Dio vivo e vero, al Dio unico, al Dio amore. Parola inascoltata e sapienza senza esito.
La Sapienza ci invita a:
- saper porre le domande giuste nella vita, agli uomini come anche a Dio;
- saper rispettare il giorno del Signore come giorno di lode e di conoscenza di Dio;
- confidare nella parola che, a suo tempo, si adempie.
Provocazioni di sapienza
- Quale domanda vorrei porre alla mia fede?
- Come vivo e rispetto il giorno del Signore?
- Quale risposta di fede vorrei avere?
Preghiera alla Sapienza
Signore, donami la sapienza di saper porre domande giuste a chi condivide con me il cammino di vita e di fede ed anche a Te. Solo con domande ampie nel cuore si va da qualche parte. Senza domande il cammino non si rischiara. Donami, Signore, la sapienza delle domande giuste. Amen