Martedì 14 Gennaio

Martedì della prima settimana dopo l’Epifania

Meditiamo insieme le Scritture.

Siracide

ir 42, 22-25; 43, 26b-32
Lettura del libro del Siracide

Quanto sono amabili tutte le sue opere! E appena una scintilla se ne può osservare. Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono. Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra, egli non ha fatto nulla d’incompleto. L’una conferma i pregi dell’altra: chi si sazierà di contemplare la sua gloria? Per la sua parola tutto sta insieme. Potremmo dire molte cose e mai finiremmo, ma la conclusione del discorso sia: «Egli è il tutto!». Come potremmo avere la forza per lodarlo? Egli infatti, il Grande, è al di sopra di tutte le sue opere. Il Signore è terribile e molto grande, meravigliosa è la sua potenza. Nel glorificare il Signore, esaltatelo quanto più potete, perché non sarà mai abbastanza. Nell’esaltarlo moltiplicate la vostra forza, non stancatevi, perché non finirete mai. Chi lo ha contemplato e lo descriverà? Chi può magnificarlo come egli è? Vi sono molte cose nascoste più grandi di queste: noi contempliamo solo una parte delle sue opere.

Il discorso sulla sapienza iniziato ieri ci permette di proseguire la nostra meditazione. Dio, afferma il Siracide, nella sua sapienza crea ogni cosa ed anche il suo contrario e solamente Dio riesce a tenere insieme le due cose. È una descrizione incredibilmente bella della fantasia di Dio, che sa creare ogni cosa al suo posto ma anche il suo opposto, come pure lui solo sa tenerle insieme. Il bello e il brutto, il giusto e l’ingiusto, il vero e il falso… come si compongono insieme? Solamente Dio può comporre insieme le cose, poiché egli è, al tempo stessi, l’origine e la fine di ogni cosa. Solamente in Dio tutto trova un senso, tutto trova un perché, tutto trova uno scopo. Per questo il sapiente si domandava: “chi si sazierà di contemplare la sua gloria?”. Una domanda bellissima, essenziale. Se affermiamo che Dio è tutto, se andiamo dicendo che Dio è l’origine di ogni cosa, come potremmo poi dire che qualcosa sfugge al suo controllo? L’autore del libro sapienziale sta facendo la sua professione di fede in Dio creatore di ogni cosa. L’autore sacro è particolarmente convinto che solamente Dio è la spiegazione di tutto, poiché è l’origine di tutto!

Diventa sapiente chi sa contemplare la sapienza di Dio. Diventa sapiente solamente chi sa rimettersi nelle mani di Dio e sa contemplare il suo disegno, man mano che riesce a scoprirlo. Il resto non potrà mai diventare sapienza. Chi pretende di arricchire lontano da Dio, per quanto nobile sia la sua arte, non arriverà mai alla sapienza della vita. Solamente la fede è fonte della sapienza dell’uomo. L’autore sacro si sorprende a gustare la sapienza multiforme di Dio e vorrebbe che tutti i credenti sapessero gustare e contemplare questa sapienza de Padre.

Vangelo

Mc 1, 14-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Dopo che Giovanni fu arrestato, il Signore Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Giovanni il Battista, secondo la fede, secondo la spiritualità del suo tempo, si era educato e aveva educato i suoi discepoli a gustare quella preghiera particolarissima che è l’adorazione e, si era recato proprio nel deserto per vivere quella intensissima forma di preghiera di adorazione che parte sempre dalla bellezza delle cose create. Così Giovanni aveva anche educato i suoi discepoli ad essere uomini di contemplazione. Uomini che sanno il fatto loro, uomini che sapevano bene stare in silenzio con Dio, per scoprire, per contemplare tutte le bellezze della sua creazione. I discepoli sanno bene quanto conta la contemplazione per giungere alla sapienza, e non distolgono lo sguardo da Dio, tanto che, essendo giunto il tempo del Battista, tutti comprendono subito che è giunto loro  anche il tempo della contemplazione, ultima e vera del Verbo di Dio. Potremmo dire che Giovani, avendo compreso la forza della contemplazione come fonte di sapienza, trasmette questa sua scoperta profonda a chi ha associato alla sua missione e chiede a tutti di vivere con quella sapienza di vita che è la sapienza, del povero, che è la sapienza di chi si affida a Dio, che è la sapienza di coloro che non vivono concentrati su sé stessi…

Per Noi

Noi siamo concentrati su noi stessi. Noi viviamo in un mondo che non sa fare altro che questo e non sa proporre altro che questo. È per questo che la sapienza del cristiano, dovrebbe essere alternativa e dovrebbe essere in grado di proporre orizzonti diversi di contemplazione all’uomo di oggi. Solo così, infatti, l’uomo resterà affascinato non solo da ciò che vede, ed è spiegabile, ma anche da ciò che non vede e che è necessario alla sua vita, più delle cose sensibili.

Usciremo da questo orizzonte molto angusto, solamente se cercheremo e otterremo spazi di contemplazione, fino a quando saremo concentrati solo sulle cose della vita contingente e non avremo recuperato uno spazio di contemplazione, sarà difficile che saremo diventati anche sapienti! La vera sapienza, infatti, consiste nel saper rileggere con gli occhi di Dio ciò che accade nella nostra storia e nella storia del mondo.

  • Quale spazio di contemplazione potremo regalarci oggi?
2020-01-13T10:55:48+01:00