Domenica 14 maggio 2023

6 di Pasqua

Per introdurci

Mentre ci dirigiamo verso il compimento di questo tempo Pasquale – giovedì sarà il giorno dell’Ascensione e inizierà la novena di Pentecoste, comprendiamo, anche solo ad una prima lettura, che il tema delle scritture è quanto mai difficile. Il tema della pace è un tema che sta a cuore a tutti, io credo, ma, poi, molto difficilmente sappiamo metterci d’accordo sui contenuti da dare a questo tema. Forse ci possono aiutare alcune domande iniziali:

  • In che cosa consiste la pace di cui parla il Signore?
  • Perché l’uomo non può comprendere?
  • Cosa possiamo dare per depositare nel profondo del cuore la parola del Signore?

La Parola di Dio 

LETTURA At 4, 8-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare.

SALMO Sal 117 (118)

La pietra scartata dai costruttori
ora è pietra angolare.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore. R

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre. R

EPISTOLA 1Cor 2, 12-16
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti «chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare?». Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

VANGELO Gv 14, 25-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Atti

Suggerirei di partire, per la nostra riflessione, proprio dalla pagina degli Atti degli apostoli, che ci parla di una comunità che vive nella pace ma, soprattutto, di persone che, conservando nel cuore l’annuncio della Pasqua, vivono rappacificate con sé stesse. La prima lettura ci insegna così che la pace è quella dimensione del cuore, quella disposizione dell’animo che la fede, quando è vera, deposita nel cuore di ogni credente. Questa è una prima acquisizione di non poco conto, perché la scrittura ci insegna che la pace non dipende immediatamente dalla buona volontà dei singoli soggetti, quanto piuttosto dalla loro fede e dalla loro capacità di invocare su di essi e sul mondo lo Spirito di Dio.

Corinti

Una seconda riflessione ci viene proposta dall’Epistola, specie nell’ultima frase, dove Paolo afferma: “noi abbiamo il pensiero di Cristo!”. Ora l’apostolo non scrive queste parole in senso di esaltazione dei cristiani a discapito di altri uomini, piuttosto cerca di dire che il credente conosce quelle cose che riguardano la vita di tutti, come appunto è il tema della pace, in forma spirituale. C’è una verità più profonda alla quale accede il cristiano proprio in virtù della rivelazione di Cristo, così che, se altri uomini hanno un pensiero che nasce dalle ideologie, dalle filosofie, dai modi di vedere distinti che si possono avere, il credente ricolloca tutto nel pensiero di Cristo e dalla rivelazione trae quella luce che apre nuove meditazioni, nuovi orizzonti e possibili strade di dialogo con altri uomini. Conoscere il pensiero di Cristo è anche una responsabilità, perché il credente ha il compito di testimoniare anche ad altri questo pensiero e, quindi, di testimoniare Cristo in tutti gli ambiti e orizzonti di vita. È con profonda pace del cuore che l’uomo di fede si dispone a questo compito, giacché egli non solo conosce cosa la fede pensa su ciascun argomento, ma chiede a Dio di custodire il proprio cuore nella pace.

Vangelo

Con queste due letture introduttorie arriviamo all’apice del Vangelo. E’ da qui che conosciamo il pensiero di Cristo sulla pace. Cosa dice, dunque, il Signore su questo tema?

Anzitutto il vangelo è molto chiaro nell’indicare che la pace è la dimensione di vita di Dio. Dio vive nella pace perché Dio è pace. Dio è ordine, consolazione, punto fermo, saldezza. Tutte espressioni che ci indicano che Dio è la sorgente della pace. Indicazioni che, però, ci rimandano anche ad un’altra verità. Proprio perché la pace è la dimensione in cui vive Dio, essa coincide con l’eternità. Il che significa che ogni realtà che è possibile attuare nel tempo realizzerà qualcosa della pace di Dio, ma mai la sua totalità. La pace degli uomini è e sarà sempre segnata dalla realtà drammatica del peccato. Sarebbe quindi illusorio pensare che ci possa essere un tempo nel quale si anticipa ogni aspetto della pace di Dio: essa, nella sua pienezza, è riservata alla dimensione dell’eternità.

In secondo luogo, Gesù insegna che qualcosa di questa pace di Dio è data al tempo dell’uomo. La pace è il primo frutto della presenza dello Spirito di Dio, che accende nel cuore degli uomini il desidero di essa. Non solo: la presenza dello Spirito Santo nel cuore e nell’anima degli uomini porta con sé tutti gli altri beni o carismi che lo Spirito accende e che facilitano la strada della pace: la concordia, la mitezza del cuore, l’umiltà, sono tutte realtà che lo Spirito accende nei cuori e che facilitano, per così dire, il sentiero della pace.

In terzo luogo, il Vangelo insegna che la pace è anche frutto di un’attesa. L’attesa del ritorno del Signore, l’attesa dell’eternità. L’uomo di fede vive avendo sempre ben presente che il Signore tornerà e, attendendo questa manifestazione, comprende bene che la pace, come dono ultimo, sarà il dono dell’eternità. Per questo chi ha fede non si arrende di fronte ai fallimenti degli uomini circa l’instaurazione della pace e, sempre, vive di speranza. La speranza della vita eterna è il grande desiderio che muove l’uomo durante tutto il suo percorso di vita.

Per il nostro cammino

Questi elementi della scrittura ampliano la nostra riflessione. Che cosa è la pace per gli uomini? Diversi i concetti che si sono sviluppati nel corso dei secoli. Per il mondo greco, per esempio, la pace è “irene”, cioè assenza di guerre. Aspetto prezioso e, tuttavia, non unico della pace, se vogliamo un concetto anche irrealizzabile, dal momento che dissidi, conflitti, tensioni tra i popoli popoleranno sempre la storia. Per il mondo latino la pace è “pax” che indica il rispetto dei patti. Per i romani la pace è possibile quando tutti rispettano i patti stabiliti. Aspetto anch’esso importante ma, come capiamo bene, non unico, non totalizzante. Anche quando si rispettano i patti, i motivi per rompere la pace potrebbero essere molti. Sono solo due esempi, si potrebbe spaziare davvero in molti concetti e filosofie di vita che hanno dato anche alla pace diversi nomi. Noi che siamo qui per un motivo di fede, cosa diciamo sulla pace? Quali elementi possiamo ordinare per avere anche noi il pensiero di Cristo su questo tema?

  1. Anzitutto credo che le scritture ci indicano che la pace nasce nel cuore delle persone, è quando uno ha il cuore rappacificato che può parlare di pace e può lavorare per essa. Quando uno non ha il cuore rappacificato, cioè quando un credente, che conosce la risurrezione di Cristo, non partecipa della pace che il risorto dona, non potrà mai lavorare per la pace e non potrà mai dare un contributo utile ad essa. La pace nasce nel proprio cuore, la pace nasce come disponibilità della propria persona a coltivare rapporti di pace. La pace nasce quando uno si rende mite, umile, arrendevole, incapace di mettere prima di tutto i propri diritti. La pace nasce solo a questa condizione. Senza dimenticare, come dicevamo, che tutte le realtà umane, e quindi anche quella della pace, sono profondamente segnate dal peccato. Anche il nostro peccato. Anche noi, come singole persone, benché disposte alla pace, non potremo conservarla pura per ogni giorno della nostra vita. La pace risente anche di queste nostre debolezze e difficoltà.
  • Abbiamo tutti questa pace del cuore?
  1. È indubbio che la pace abbia anche un risvolto politico e, quindi, sia il compito delle nazioni. Ovviamente ogni nazione cerca la pace a modo suo, mettendo, nella propria ricerca, il proprio riferimento culturale, religioso, economico, sociale. La pace è, per natura sua, dialogica, ovvero richiede la difficoltà di un confronto. Questo è quello che propriamente dovremmo anche noi chiedere al mondo della politica, accettando le diverse realtà che ogni dialogo produce e propone. In questo senso dovremmo anche saper proporre ai giovani tutto quel genere di educazione e anche di manifestazione comune che porta a riflettere sulla pace, anche tra soggetti diversi e, quindi, con diversi modi di pensare.
  • Siamo pronti a questo confronto?
  1. Le scritture ci hanno detto anche che la pace è una realtà escatologica, ovvero dell’eternità, quando Dio sarà tutto in tutti. Il che significa che il cristiano continua a cercare e non si abbate mai, nemmeno quando i risultati sono scarsi, deludenti, poveri. Il cristiano non si deve mai abbattere di fronte a risultati di questo genere perché coltiva in sé la speranza. Ecco perché il cristiano prega per la pace incessantemente, indipendentemente da quelli che sono i risultai anche della sua stessa preghiera. Ecco perché è importantissimo che noi continuiamo a dedicarci a quella preghiera di intercessione che assume diverse forme e diversi riscontri e nella quale dovremmo essere sempre molto accoglienti con tutti, invitando il maggior numero di persone possibili a pregare, riflettere su questo tema.
  • Siamo consapevoli di questo orizzonte escatologico della pace?
  • Siamo disponibili ad una vera intercessione?
  1. La pace è sempre un rischio e una fatica. Anche questa riflessione deve accompagnarci sempre. Non esiste altro pensiero, non esiste altro modo di concepire la pace che questo. Tutti dobbiamo “osare” la pace, anche quando essa diventa davvero un rischio. Credo che un profeta moderno di questo rischio percorribile per la pace sia stato don Tonino Bello, di cui ricorrono i 30 anni dalla morte. Seguendo i suoi insegnamenti e le sue riflessioni sul tema della pace, anche noi potremmo osare di più, rischiare di più, essere, in qualche modo, un po’ profeti di pace. Perché la pace è una profezia, come abbiamo detto, profezia del mondo futuro, delle cose che verranno.
  • Lasciamo che qualche parola profetica entri in noi?
  1. Infine le scritture ci hanno anche detto che la pace non ha confini, riguarda tutti. Credo che su questo tema dovremmo tutti sensibilizzarci a quell’ecumenismo di popolo che educa ciascuno di noi a vivere accanto agli altri. Forse anche noi dovremmo osare qualche dialogo e anche qualche preghiera con chi, nella nostra città, proviene da altri paesi e professa altre religioni. Sarebbe molto educativo per tutti vedere che si sanno unire le forze di preghiera per avvicinarsi al Dio della pace.

Oggi ricorre anche la festa della mamma. Le mamme hanno sempre una parola di pace per le nostre famiglie. Imitiamone l’esempio e saremo anche noi, come dice il vangelo, costruttori di pace.

2023-05-13T09:18:30+02:00