Settimana della 7 domenica dopo il martirio – Mercoledì
Vangelo
Lc 23,28-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?»
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Sempre seguendo la parola “chiave” di questa settimana, rileggiamo le scritture di questo giorno. Partendo dal Vangelo. Il tema della predicazione di oggi è molto difficile.
Gesù parte da ciò che osserva nelle donne di Gerusalemme. Si tratta di persone semplici, persone che, però, hanno un patrimonio di fede e di umanità grande e, vedendo la sofferenza e la solitudine di Gesù, si rendono partecipi del suo dolore e piangono, pregano, lo accompagnano.
Gesù, vedendo questa scena di partecipazione, ne rimane colpito e tuttavia chiede un’altra cosa: chiede di essere più partecipi della vita dei loro figli, di quelle persone che hanno perso la via di Dio, la fede, il senso religioso. Gesù chiede una partecipazione reale alla vita di costoro per risvegliare la fede in tutti prima che sia troppo tardi, perché, come dice il Signore, “se si tratta così il legno verde, che avverrà di quello secco”?
C’è, dunque, una duplice partecipazione al cuore del Vangelo.
Tito
Tt 2,2-10
Lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata. Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi. Esorta gli schiavi a essere sottomessi ai loro padroni in tutto; li accontentino e non li contraddicano, non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.
Proseguono anche le raccomandazioni di San Paolo a Tito e questo manifesta già la partecipazione che l’Apostolo esprime nei confronti dei problemi pastorali del giovane amico. C’è un vivo e vero interessamento di San Paolo a tutto quello che avviene a Creta, ed ecco il perché dei consigli che Paolo dona perché la vita di fede e la vita della Chiesa procedano sicure e fortificate anche dalle prove che si vivono.
Paolo, come avete letto o sentito, chiede anche a Tito di sentirsi partecipe dei problemi della gente. Sapendo che i credenti vivono una vita che è fatta anche di problemi, la partecipazione a queste dimensioni umane del vivere rischiarerà anche la fede. Paolo non ha in mente una fede disincarnata. Proprio perché uomo di fede, si lascia coinvolgere in tutte le cose che riguardano l’uomo, illuminando ogni realtà con lo splendore della propria fede.
Tra i diversi problemi, ieri e oggi, quello della famiglia. Ecco perché Paolo raccomanda alle donne cristiane di sentirsi partecipi dei problemi delle giovani e di saperle formare alla scuola dell’amore, perché sappiano poi essere punti di riferimento sicuri per la vita delle proprie famiglie. Raccomandazione che, come ben vediamo, è utile in ogni epoca storica e rimane un punto di riferimento costante nella predicazione e nella vita della chiesa.
Per noi.
- Che partecipazione sappiamo esprimere rispetto ai problemi del nostro tempo??
- Quali consigli sapremmo dare, per esempio ai nostri giovani, sulla vita, sui suoi tempi, sui problemi che si incontrano…?
Il consiglio di San Paolo di sentirci sempre partecipi dei problemi della vita, del tempo, della società, mi sembra quanto mai sapiente. Il cristiano, se vuole essere davvero l’anima del mondo, non si tira indietro rispetto ai problemi che ci sono, che si incontrano, che un dato tempo porta con sé. Piuttosto prende parte ai problemi del tempo e si dà da fare, come può, per risolverli.
Credo poi che il consiglio espresso su quella che oggi chiameremmo “educazione degli affetti”, sia davvero molto utile e molto attuale, e chieda a ciascuno di noi di prendere parte, con quello che sappiamo fare, perché i valori del Vangelo non vengano dimenticati o peggio derisi. Infatti è proprio dell’uomo di fede educare ad un senso di famiglia che è in perfetta aderenza al Vangelo e in perfetto contrasto con il prodotto della cultura di ogni tempo.
Chiediamo al Signore anche questa grazia, perché una chiesa che sa educare gli affetti dei giovani secondo i valori del Vangelo, è una chiesa viva e vitale!