Mercoledì 15 febbraio

Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – mercoledì 

La spiritualità di questo giorno

La capacità di contemplazione

La Parola di questo giorno

LETTURA Sap 13, 1-9
Lettura del libro della Sapienza

Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice. Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce, la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo essi considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore. Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi facilmente s’ingannano cercando Dio e volendolo trovare. Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura e si lasciano prendere dall’apparenza perché le cose viste sono belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?

SALMO Sal 52 (53)

Saggio e l’uomo che cerca il Signore.

Lo stolto pensa: «Dio non c’è».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
non c’è chi agisca bene.
Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo
per vedere se c’è un uomo saggio,
uno che cerchi Dio. R

Sono tutti traviati, tutti corrotti;
non c’è chi agisca bene, neppure uno.
Non impareranno dunque tutti i malfattori
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano Dio? R

Sì, Dio ha disperso le ossa degli aggressori,
sono confusi perché Dio li ha respinti.
Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?
Quando Dio ristabilirà la sorte del suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele. R

VANGELO Mc 11, 12-14. 20-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, il Signore Gesù ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

L’atteggiamento di sapienza

Il Papa San Paolo VI è certamente non solo una delle più grandi figure di santità del ‘900, ma anche uno degli uomini più sapienti della Chiesa nel secolo scorso. Tra le innumerevoli pagine che ci ha lasciato, c’è il suo testamento spirituale, dove il Papa scrive testualmente: “Come era bello il panorama attraverso il quale si è passati, tanto che talvolta ci si è lasciati incantare!”. È l’espressione di sapienza di un Papa esteta e poeta, che canta la bellezza della vita.

Così come abbiamo sentito fare nella prima lettura di oggi. Il sapiente citava appunto la bellezza delle cose create, degli elementi della terra ma anche dei suoi panorami, delle cose da esplorare che, da sempre, hanno affascinato tutti e probabilmente affascinano anche noi. Chi di noi non ha il gusto dell’esplorazione del mondo? Almeno fino a che l’età lo consente, noi siamo tutti affascinati dai viaggi, dalla scoperta, dalla visione. Così come avviene per il cosmo intero e non solo per la terra. Il sapiente ha però una domanda più profonda: perché ci si lascia incantare dalle cose che si vedono, si studiano, si ricercano, e non da Colui che le ha fatte? Il sapiente ci dice che è vera sapienza il saper risalire dalle cose della terra a quelle del cielo, dalle cose create al Creatore. A questo proposito, dobbiamo ammetterlo, anche noi siamo molto scarsi! Anche pochissimi di noi sanno ancora dire una preghiera di fronte ad una cosa bella che si contempla, di fronte ad un panorama che si gusta, di fronte ad una scoperta di cui si viene a conoscenza… si plaude all’uomo che scopre, ma non si pensa al Creatore di tutto! Si sostiene il progetto di chi ricerca, cosa sempre nobile da fare, ma si fatica a parlare di Dio che sta dietro ogni cosa. Anzi, nel nostro tempo, oserei dire che chi fa questo è scambiato per un retrogrado, un bigotto, uno, insomma, che non ha proprio nessuna sapienza!

Cosa fare? Come reagire a tutto questo? Credo che sia il Vangelo a darci la via giusta: pregando. Il Signore anche oggi ci ha ricordato che la preghiera può tutto. La preghiera fatta con fede potrebbe anche far sradicare un albero, muovere un colle… cose tutte che noi sentiamo e che, nel sentire, ci dispongono al dubbio. Invece dovrebbero accendere in noi un’altra meditazione: quella sulla povertà della nostra preghiera! Noi preghiamo poco, preghiamo non sempre in maniera convinta, preghiamo senza dare peso alle parole, importanza ai gesti, fondo alle verità della fede.

Il nostro cammino di fede

Ecco il senso del cammino di fede non solo per questo giorno ma, in realtà, per tutti i giorni. Noi siamo qui davanti al Signore e dovremmo proprio pregarlo, chiedendo il dono della sapienza della fede che è il dono che ci fa andare sempre a fondo di ogni cosa, fino a trovare Dio. Noi siamo qui, di fronte al Signore, e dovremmo chiedere come dono per noi, per la nostra vita, per la Chiesa tutta, per il mondo in cui abitiamo, la grazia di saper anche camminare su strade diverse, ma chiedendo il dono di far incontrare queste strade in Dio. È questa la sapienza che dovremmo sempre chiedere, senza temere chi cammina su strade diverse dalla nostra, ma con il vivo desiderio che tutti possiamo pensare di più a Dio per ritrovarci in Dio. Da che mondo è mondo la mente degli uomini è in grado di indagare molte cose e di camminare su strade realmente differenti l’una dall’altra. Ciascuna ha la sua bellezza, ciascuna ha i suoi pregi, ciascuna ha le sue potenzialità. Non è il caso di dire quale sia migliore o quale peggiore, se non animati dal vivo desiderio di vedere quale corrisponde maggiormente al Vangelo e quale meno. Piuttosto sapienza del credente, è chiedere che, poiché tutto proviene da Dio, tutto possa dirigersi a Lui. Sapienza della vita credente è chiedere la grazia della conversione per coloro che camminano su strade che si allontanano da Dio. Sapienza del credente è rimanere affascinati dalla fantasia di Dio, che crea sempre cose nuove e chiama alla salvezza in modi sempre diversi.

Intenzioni di preghiera

Suggerirei di pregare per tutti gli uomini di scienza, perché sappiano essere animati da un vero gusto per la ricerca, non meno che dal gusto di scoprire Dio, autore di ogni cosa.

Preghiamo per noi, perché sappiamo valorizzare il bene che c’è nelle diverse vie di sapienza degli uomini, tutti protesi, però, a vedere nella via del Vangelo la via maestra per un ritorno a Dio.

Preghiamo ancora per noi, perché sappiamo non fermarci alla superficie delle realtà che conosciamo, ma sappiamo accedere all’idea di Dio che sorregge ogni cosa con la sua onnipotenza e bontà. Preghiamo perché tutti cerchiamo sopra ogni cosa Dio, autore di ogni bene, per poi donarlo agli altri, soprattutto a chi vaga in altre strade che ancora non conoscono quella della rivelazione di Dio.

2023-02-10T15:45:07+01:00