Settimana della 5° domenica di Avvento – giovedì
Per introdurci
Ultimo giorno che viviamo con le immagini dei profeti, poi, con domani inizia una serie di giorni differenti e tutti predisposti a farci vivere bene la preparazione ultima al Santo Natale.
La Parola di questa domenica
GEREMIA 31, 1-7
Lettura del profeta Geremia
«In quel tempo – oracolo del Signore – io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele ed esse saranno il mio popolo. Così dice il Signore: Ha trovato grazia nel deserto un popolo scampato alla spada; Israele si avvia a una dimora di pace». Da lontano mi è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”. Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”».
SALMO Sal 104 (105)
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. R
L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,
per Israele come alleanza eterna,
quando disse: «Ti darò il paese di Canaan
come parte della vostra eredità». R
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi. R
PROFETI Zc 14, 1-11
Lettura del profeta Zaccaria
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Ecco, viene un giorno per il Signore; allora le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te. Il Signore radunerà tutte le nazioni contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violentate, metà della città partirà per l’esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combatté nel giorno dello scontro. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra verso mezzogiorno. Allora voi fuggirete attraverso la valle fra i monti, poiché la nuova valle fra i monti giungerà fino ad Asal; voi fuggirete come quando fuggiste durante il terremoto, al tempo di Ozia, re di Giuda. Verrà allora il Signore, mio Dio, e con lui tutti i suoi santi. In quel giorno non vi sarà né luce né freddo né gelo: sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso sera risplenderà la luce. In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il mare occidentale: ve ne saranno sempre, estate e inverno. Il Signore sarà re di tutta la terra. In quel giorno il Signore sarà unico e unico il suo nome. Tutto il paese si trasformerà in pianura, da Gheba fino a Rimmon, a meridione di Gerusalemme, che si eleverà e sarà abitata nel luogo dov’è, dalla porta di Beniamino fino al posto della prima porta, cioè fino alla porta dell’Angolo, e dalla torre di Cananèl fino ai torchi del re. Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà tranquilla e sicura».
VANGELO Mt 23, 1-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Geremia
Tutte immagini di grandissima speranza, come ieri. L’immagine del popolo che scampa alla spada e trova consolazione, l’immagine della vergine che trova marito, l’immagine della città che viene riedificata, l’immagine del contadino che pianta nuove colture perché è giunto il tempo di rendere Israele luogo fertile, luogo – giardino di Dio. Immagini che devono far percepire ciò che il profeta sente che Dio gli rivela. Dio dice al profeta di dire a tutti: “io ti ho amato di amore eterno!”. Ecco da dove arriva la speranza del credente. Ecco da dove arriva la speranza del cristiano, dal sapere che Dio ama tutti di amore eterno. L’amore di Dio non ha mai confini, vale sempre per tutti. Non ci sono barriere. Tutti possono accedere al suo amore che è da sempre e per sempre. Immagini fortissime che dicono come l’uomo deve ricostruire la speranza alla quale Dio sempre lo chiama.
Zaccaria
Anche il profeta Zaccaria, che pure sembra partire in modo diverso, costruisce il suo intenso brano proprio sulle immagini di speranza. Occorrerebbe conoscere un poco meglio la geografia di Israele, che è pure essenziale per capire tanti brani della Scrittura. Noi conosciamo il Monte degli Ulivi, di cui si parlava, perché è spesso citato nel Vangelo. Ma già per il Primo Testamento era un luogo fondamentale, un luogo importantissimo, un luogo nel quale sono state ambientate grandi pagine della Scrittura. Non solo e ben oltre i fatti storici a cui accenna la Scrittura: il Monte degli Ulivi è anche il luogo dal quale sorgerà Dio quando metterà fine al tempo. Ecco perché anche oggi il profeta parlava del giorno del Signore, come già abbiamo visto l’altro ieri. Da qui iniziano le immagini di consolazione. Intanto la presenza di Dio. Poi l’immagine dell’ “unico giorno”, ovvero della luce che non viene mai meno. Infine l’immagine della pianura fertile, che dice anch’essa un futuro di pace.
Vangelo
Il Vangelo parte da un’immagine che conosciamo ma che, francamente, ci dice poco. Sicuramente abbiamo visto gli Ebrei osservanti che, nel tempo della preghiera, utilizzano piccoli rotoli della Scrittura legati a diverse parti del corpo, oppure lunghi mantelli con frange. Al tempo di Gesù la cosa era molto accentuata e molti non facevano altro che guardare a questi segni per manifestare il loro grado sociale e, quindi la loro importanza. Gesù taglia corto e ha una parola bellissima, anche questa di grande speranza: “voi siete fratelli tutti”, da cui il titolo dell’enciclica scritta da papa Francesco. Ecco la nostra identità. Ecco l’identità di tutti gli uomini: noi siamo tutti fratelli! Questo concetto non deve però sbiadirsi e lasciare spazio a qualche considerazione generica, a qualche pia esortazione o a qualche immagine emotiva. Piuttosto tutti dovremmo apprendere che c’è una identità alla quale siamo chiamati: se siamo fratelli tutti ecco allora il rispetto dovuto a tutti, la fraterna vicinanza, la condivisione dei problemi, la comunione delle risorse… tutti temi molto “in voga” oggi, che, però, mi pare si limitino a qualche manifestazione emotiva, più che lasciare spazio ad una riflessione matura e profonda.
Il nostro cammino alla luce di questa Parola
Tocca noi tutti promuovere questa fratellanza universale che, se non ci pensiamo profondamente, rimane solo uno slogan, o qualcosa che accende le nostre emozioni, o qualcosa che si limita alle realtà marginali della vita. Mentre ci prepariamo alla novena di Natale, mentre stiamo per iniziare giorni intensissimi e particolari, credo che sia richiesto a tutti noi e con forza di saper attingere alla speranza cristiana per realizzare quella fraternità universale che, nel nome di Cristo, siamo invitati a scambiarci. Anche in vista del Natale, proviamo a chiederci verso chi potremmo dirigere il nostro pensiero e a chi potremmo manifestare questa fratellanza universale che deve rendere l’umanità più unita, più concorde, più fraterna.
Intenzioni di preghiera
In una prima intenzione di preghiera potremmo chiedere al Signore di non farci mai pensare alla fratellanza universale in termini emotivi, sdolcinati, poco profondi. Chiediamo al Signore di farci approfondire nella fede questo concetto e di aiutarci a vivere una manifestazione di questa fraternità universale per Natale in modo vero e concreto.
In una seconda intenzione di preghiera, chiediamo al Signore di percepire, proprio mentre ci prepariamo ad adorare la culla di Gesù bambino, il Signore che ci dice: “ti ho amato di amore eterno”. Potrebbe essere proprio questa la frase da ripeterci mentre siamo davanti alla culla del Signore Gesù.
Chiediamo anche al Signore di aiutarci a valorizzare i segni di fede che vivremo nei prossimi giorni. Saranno moltissimi e, per questo, credo che dobbiamo imparare a valorizzarli per non renderli mai banali.
Così chiediamo al Signore di aiutarci a vivere bene questi giorni di novena in preparazione al Natale.