mercoledì 14 dicembre

Settimana della 5 domenica di Avvento – mercoledì 

La spiritualità di Avvento per questo giorno

Immagini forti ma di grande consolazione interiore ci vengono proposte oggi dalla Parola di Dio.

La Parola di Dio per questo giorno

GEREMIA 30, 1. 18-22
Lettura del profeta Geremia

Parola rivolta a Geremia da parte del Signore: «Così dice il Signore: Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città e il palazzo sorgerà al suo giusto posto. Vi risuoneranno inni di lode, voci di gente in festa. Li farò crescere e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati; i loro figli saranno come un tempo, la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me, mentre punirò tutti i loro oppressori. Avranno come capo uno di loro, un sovrano uscito dal loro popolo; io lo farò avvicinare a me ed egli si accosterà. Altrimenti chi rischierebbe la vita per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore. Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».

SALMO Sal 88 (89)

Benedetto il Signore in eterno.

Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode,
ho esaltato un eletto tra il mio popolo.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato». R

Su di lui non trionferà il nemico
né l’opprimerà l’uomo perverso.
Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano. R

Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».
Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra. R

PROFETI Zc 12, 9 – 13, 2
Lettura del profeta Zaccaria

Così dice il Signore Dio: «In quel giorno io mi impegnerò a distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme. Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito. In quel giorno grande sarà il lamento a Gerusalemme, simile al lamento di Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo. Farà lutto il paese, famiglia per famiglia: la famiglia della casa di Davide a parte e le loro donne a parte; la famiglia della casa di Natan a parte e le loro donne a parte; la famiglia della casa di Levi a parte e le loro donne a parte; la famiglia della casa di Simei a parte e le loro donne a parte; tutte le altre famiglie a parte e le loro donne a parte. In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità. In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – io estirperò dal paese i nomi degli idoli, né più saranno ricordati; anche i profeti e lo spirito di impurità farò sparire dal paese».

VANGELO Mt 22, 23-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quello stesso giorno vennero dal Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogarono: «Maestro, Mosè disse: “Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello”. Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. Alla fine, dopo tutti, morì la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta in moglie». E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!». La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento.

Geremia

Parto dalle immagini consolatorie del profeta Geremia. Israele per molto tempo è stato nomade, ha vissuto nelle tende. Poi è diventato stabile, si è costruito le sue città, i suoi palazzi, in seguito tutto è stato distrutto dagli invasori, ed ecco che Israele è stato esiliato, deportato e, di nuovo, ha vissuto in tende. Ecco perché il profeta, ricorrendo a queste immagini, osa sperare in un tempo nuovo, il tempo in cui Dio rimetterà mano alla ricostruzione di Israele. I palazzi sorgeranno di nuovo al posto giusto, diceva il profeta, per aiutare tutti a coltivare la speranza. Soprattutto, con forza, ci veniva riproposta la formula dell’alleanza: “voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. Parola di grandissima e profondissima speranza, che aiuta tutti noi a capire che dove c’è culto di Dio, viene insieme ogni altro bene.

Zaccaria

Il profeta Zaccaria metteva proprio la parola consolazione fin dalle prime battute di questa pagina che abbiamo ascoltato. Dio consola il suo popolo. Come? Il profeta ha questa frase misteriosa per il suo tempo, e che noi rileggiamo in senso cristologico: “guarderanno a Colui che hanno trafitto”. A chi pensava il profeta? Non è dato di sapere. Certo è che il profeta ci fa pensare a Cristo. Non per altro questa parola è esplicitamente utilizzata nel contesto dei Vangeli della passione. Un’altra immagine è utilizzata alla fine della lettura, questa molto più comprensibile: l’immagine di una fontana zampillante. Una fontana è sempre qualcosa che parla di vita, di gioia. L’acqua è segno di tutte queste cose. Il profeta dice esplicitamente che il Signore renderà Israele come una fontana zampillante, come un segno, un rimando, un richiamo. Così, sempre interpretando cristologicamente la lettura, noi dovremmo essere capaci di abbeverarci a quella fontana zampillante di speranza che è Cristo per diventare noi stessi sorgente di speranza, per essere piccole fontane zampillanti.

Vangelo

Il Vangelo è molto noto e lo rileggiamo più volte nel corso dell’anno liturgico. Anche il matrimonio evoca l’immagine della gioia, della consolazione, della benedizione. Un’immagine molto bella e molto forte, che ci aiuta a comprendere che mai dovremmo rovinare ciò che Dio ha voluto, per tutti gli uomini, come segno di speranza. Eppure, con la piccola storiella che è come una barzelletta con la quale i sadducei provocano il Signore, si comprende che l’intento di Cristo è un altro. Gesù intende affermare che ciò che conta sopra ogni cosa è il matrimonio di ogni anima con Dio. È questo ciò che dà speranza, sostegno, forza ai giorni della vita. Per questo ogni anima, come molti autori spirituali hanno ripreso nel corso della storia della Chiesa, dovrebbe mirare a realizzare una vera unione con Cristo.

Il nostro cammino alla luce di queste immagini

Il nostro cammino viene reso forte proprio a partire da queste tre immagini: il palazzo ricostruito al suo posto, la sorgente zampillante, il matrimonio. Immagini di speranza che, oggi, devono provocarci immediatamente e devono farci chiedere se noi stiamo davvero pensando alla consolazione che viene da Dio o se, presi dalle cose del tempo, presi anche dalle cose difficili della nostra storia, non abbiamo tempo per accedere alla consolazione di Dio. Avvento dovrebbe essere, liturgicamente parlando, il tempo massimo nel quale coltiviamo la speranza che viene da Dio. Abbiamo fatto questo nel nostro Avvento? Mentre i giorni di Avvento stanno per terminare, avremo ancora la forza e la capacità di riprendere in mano tutti i segni di speranza che abbiamo ricevuto per renderli parte del nostro cammino ordinario?

Intenzioni di preghiera

Una prima intenzione di preghiera la riserviamo a noi, perché tutti impariamo ad essere uomini, donne di forte speranza. Credo proprio che il nostro mondo ne abbia assolutamente bisogno. Essere uomini e donne di speranza, comporta il fatto che, noi per primi, sappiamo riprendere in mano il nostro cammino di speranza, per imparare a valutare bene tutti i segni di speranza che riceviamo. Per poi essere profeti di speranza, accompagnatori di speranza, soprattutto per tutti coloro che, in qualche modo, l’hanno perduta.

Una seconda intenzione di preghiera la riserverei al matrimonio, oggi tanto attaccato, frainteso, deriso. Noi cristiani, con il nostro comportamento, dovremmo essere coloro che ricordano la bellezza, la forza, la speranza che è insita in questo sacramento. Credo che dovremmo essere noi a reagire alla cultura del tempo che ci chiede di adeguarci a quello che avviene, mentre dovremmo trovare la forza di dire a quali condizioni è possibile vivere un cammino cristiano.

Una terza intenzione ci ricorda che noi, uomini e donne della speranza cristiana, dobbiamo sempre guardare a “Colui che hanno trafitto”. Anche mentre ci prepariamo ad adorare la culla di Gesù bambino!

2023-02-03T17:50:51+01:00